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FdI/AN: Ciriani, a Paluzza bocciata riforma che istituisce le Uti

15.10.2015
14:58
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/AB - Il consigliere regionale Luca Ciriani (FdI/An), assieme al sindaco di Martignacco Marco Zanor, ha affrontato a Paluzza il tema scottante della riforma della Regione che istituisce le Unioni territoriali intercomunali (Uti).

All'incontro, oltre a diversi esponenti FdI/AN, hanno partecipato numerosi amministratori comunali carnici provenienti da Paluzza, Arta Terme, Tolmezzo, Enemonzo, Ligosullo, Sutrio, Villa Santina.

I relatori hanno espresso una posizione fortemente critica alla riforma, che registra allo stato attuale l'opposizione di ben 57 sindaci della regione e che prevede l'istituzione di 18 Uti nel territorio del Friuli Venezia Giulia.

Il consigliere Ciriani, dopo aver ribadito come questa legge di riordino degli enti locali sia stata calata dall'alto, ha sottolineato come - di fatto e di diritto - i futuri presidenti delle Uti saranno scelti dalla politica e non direttamente dai cittadini.

Questi 18 nuovi ambiti, troppo grandi per funzionare, cancelleranno l'autonomia delle comunità e il ruolo dei sindaci dei Consigli comunali. Senza considerare che, per ammissione della Giunta regionale stessa, i costi esploderanno: spese di avvio (5 milioni di euro) e 18 nuovi direttori generali (2 milioni di euro): alla faccia del risparmio.

Il primo cittadino di Martignacco, che fa parte del gruppo dei 57 sindaci ricorrenti, ha puntato il dito sul disagio che già stanno vivendo le amministrazioni locali nel percorso ormai iniziato della riforma, sia per quanto riguarda il passaggio di approvazione degli Statuti delle nuove Uti che ha visto commissariare per legge tanti Comuni, sia per le difficoltà che già si incontrano nell'impostazione dell'organizzazione pratica dei servizi fra comuni così diversi e così lontani.

Anche da parte dagli amministratori locali presenti all'incontro non sono mancate critiche alla riforma. In particolare è stato sottolineato come verrà inevitabilmente a mancare, in ambiti così vasti, il corretto rapporto di prossimità fra l'ente locale che eroga i servizi e i cittadini, che sentiranno in tal modo le istituzioni sempre più lontane.