FdI/AN: Ciriani, a Paluzza bocciata riforma che istituisce le Uti
(ACON) Trieste, 15 ott - COM/AB - Il consigliere regionale Luca
Ciriani (FdI/An), assieme al sindaco di Martignacco Marco Zanor,
ha affrontato a Paluzza il tema scottante della riforma della
Regione che istituisce le Unioni territoriali intercomunali (Uti).
All'incontro, oltre a diversi esponenti FdI/AN, hanno partecipato
numerosi amministratori comunali carnici provenienti da Paluzza,
Arta Terme, Tolmezzo, Enemonzo, Ligosullo, Sutrio, Villa Santina.
I relatori hanno espresso una posizione fortemente critica alla
riforma, che registra allo stato attuale l'opposizione di ben 57
sindaci della regione e che prevede l'istituzione di 18 Uti nel
territorio del Friuli Venezia Giulia.
Il consigliere Ciriani, dopo aver ribadito come questa legge di
riordino degli enti locali sia stata calata dall'alto, ha
sottolineato come - di fatto e di diritto - i futuri presidenti
delle Uti saranno scelti dalla politica e non direttamente dai
cittadini.
Questi 18 nuovi ambiti, troppo grandi per funzionare,
cancelleranno l'autonomia delle comunità e il ruolo dei sindaci
dei Consigli comunali. Senza considerare che, per ammissione
della Giunta regionale stessa, i costi esploderanno: spese di
avvio (5 milioni di euro) e 18 nuovi direttori generali (2
milioni di euro): alla faccia del risparmio.
Il primo cittadino di Martignacco, che fa parte del gruppo dei 57
sindaci ricorrenti, ha puntato il dito sul disagio che già stanno
vivendo le amministrazioni locali nel percorso ormai iniziato
della riforma, sia per quanto riguarda il passaggio di
approvazione degli Statuti delle nuove Uti che ha visto
commissariare per legge tanti Comuni, sia per le difficoltà che
già si incontrano nell'impostazione dell'organizzazione pratica
dei servizi fra comuni così diversi e così lontani.
Anche da parte dagli amministratori locali presenti all'incontro
non sono mancate critiche alla riforma. In particolare è stato
sottolineato come verrà inevitabilmente a mancare, in ambiti così
vasti, il corretto rapporto di prossimità fra l'ente locale che
eroga i servizi e i cittadini, che sentiranno in tal modo le
istituzioni sempre più lontane.