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CR: pdl stranieri immigrati, articolato e dati (7)

28.10.2015
14:46
(ACON) Trieste, 28 ott - MPB - La proposta di legge si compone complessivamente di 28 articoli. Fissati finalità della legge e principi normativi all'articolo 1, definiti i destinatari della legge all'articolo 2, con gli articoli 3, 4 e 5 raccolti nel Capo II inerente l'assetto istituzionale e la programmazione regionale si definiscono i ruoli delle diverse istituzioni territoriali.

Il Capo III tratta di partecipazione programmazione: il piano triennale e quello annuale per l'integrazione, rispettivamente agli articoli 6 e 7, mentre l'articolo 8 prevede il monitoraggio delle politiche di immigrazione; con gli articoli 9 e 10 si istituisce la Consulta regionale per l'integrazione e se ne definisce composizione e funzionamento.

Gli interventi per il diritto d'asilo e la tutela contenuti nel Capo IV vedono all'articolo 11 trattato il ruolo della Regione , mentre gli articoli 12, 13 e 14 puntualizzano le modalità -rispettivamente - per la lotta alla discriminazione, per le iniziative di rientro e reinserimento nei paesi di origine e assicurano agli Enti locali le risorse per iniziative di tutela dei minori non accompagnati.

Negli articoli successivi sono previsti interventi di settore, compresi nel Capo V: è confermato l'accesso alle prestazioni sociali secondo quanto già previsto dalla legge regionale 6 del 2006 (articolo 15); è sostenuta l'azione dei Comuni nell'avviare servizi territoriali di informazione e consulenza (16); la Regione promuove e sostiene i luoghi di accoglienza provvisoria, l'inserimento abitativo, le Agenzie Sociali della Casa (17).

L'articolo 18 prevede incentivi alle istituzioni scolastiche e agli enti locali per interventi per la formazione alla cittadinanza italiana e all'apprendimento della lingua italiana; con il 19 si favorisce la collaborazione istituzionale in materia di istruzione e ricerca; con il 20 gli interventi di integrazione e comunicazione interculturale; nel 21 è ribadita l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini regolarmente presenti e, nei casi di emergenza, anche ai non regolari. L'articolo 22 riguarda l'inserimento lavorativo e il 23 la formazione professionale; il 24 prevede la clausola valutativa; gli ultimi 4 fanno parte delle disposizioni transitorie, finanziarie e finali, raccolte nel Capo VI.

Molti i dati forniti dai relatori di maggioranza circa la presenza e l'incidenza degli immigrati nell'economia regionale.

La popolazione immigrata residente in Friuli Venezia Giulia al 31 dicembre 2013 (annuario della regione) era di 107.917 persone. La popolazione straniera incide sul totale della popolazione residente per il 9% e rappresenta il 2,3% degli immigrati residenti su tutto il territorio nazionale. La popolazione è così suddivisa nelle varie province: 12.067 persone a Gorizia, 35.129 a Pordenone, 19.163 a Trieste, 41.558 a Udine. In Friuli Venezia Giulia l'età media della popolazione è di 45,9 anni e il 23,4% ha oltre 65 anni. L'età media degli stranieri residenti è di 32,5 anni. La presenza degli immigrati pertanto aiuta a riequilibrare la struttura per età della popolazione. A causa di un tasso di mortalità superiore a quello di natalità, la crescita naturale della popolazione autoctona è negativa (-3,4 per mille nel 2011, -3,8 nel 2012 e -3,9 nel 2013). La crescita totale si volge al positivo grazie ai tassi di crescita della popolazione immigrata residente (-1,4 per mille nel 2011, +3,3 nel 2012, +6,1 nel 2013). Proprio questa presenza evita pertanto il lento declino demografico della nostra regione.

Per quanto riguarda l'occupazione, secondo l'ultimo Dossier della Fondazione Leone Moressa, sono 53.000 gli occupati stranieri nella nostra regione, il 10,6% del totale, con un gettito Irpef stimabile in circa 170 milioni. La gran parte degli occupati risulta impiegata nel settore dei servizi (48,3%), all'interno del quale rientrano l'attività alberghiera e di ristorazione, i servizi alle imprese, il commercio al dettaglio e i servizi alla persona. Particolarmente significativo il dato relativo alle badanti: sono circa 13.000 le persone che svolgono questo lavoro assicurando di fatto una bella fetta del welfare regionale. Undicimila (l'11% del totale) sono poi le imprese, sempre secondo l'analisi della Fondazione Moressa, a conduzione di stranieri nella nostra regione, imprese che producono un reddito attorno ai due miliardi di euro.

È di circa 115 milioni ogni anno l'apporto alle casse delle Regione che gli stessi immigrati fanno pervenire in termini di compartecipazione tributaria dell'Irpef, cui vanno aggiunte altre diverse decine di milioni in termini di compartecipazione alle altre forme tributarie dovute dalle imprese. Considerando poi anche i contributi previdenziali che i lavoratori stranieri presenti in regione versano per pensioni che, tra l'altro, pochi di loro godranno in futuro, sono altri 200 milioni che arrivano a rimpinguare le casse dell'Inps, tutto a nostro vantaggio.

Quanto al blocco dei flussi migratori attraverso il potenziamento della cooperazione allo sviluppo verso i Paesi di provenienza, i primi ad "aiutarli a casa loro" sono gli stessi immigrati, visto che, sempre secondo la Fondazione Moressa, ammontano a circa 60 milioni le rimesse che gli immigrati della nostra regione mandano a casa loro ogni anno. È un fenomeno che fa il parallelo con quanto avviene a livello mondiale: secondo i dati della Banca Mondiale, sono ormai diversi anni che le rimesse della popolazione immigrata del nord del pianeta valgono quattro volte il valore di tutto l'aiuto pubblico allo sviluppo dei Paesi dell'emisfero nord: nel 2013 si tratta di 5 miliardi e 500 milioni di rimesse contro i 180-200 milioni di aiuto pubblico.

(segue)