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Vicepresidenti Cargnelutti e Gavrovec a celebrazioni ossario Gonars

01.11.2015
15:12
(ACON) Gonars, 1 nov - AB - Un messaggio di pace, assieme all'invito a salvaguardare la memoria storica per costruire un futuro migliore. Sono questi i segnali forti giunti da Gonars, dalla cerimonia commemorativa delle persone decedute tra il 1942 e il 1943 nel campo per internati, dove il Consiglio regionale del FVG era rappresentato dai vicepresidenti Paride Cargnelutti e Igor Gabrovec, presenti anche il prefetto di Udine Vittorio Zappalorto, il consigliere Vittorino Boem, il presidente della Commissione paritetica Stato-Regione Ivano Strizzolo.

L'evento viene promosso ormai da diversi anni dal Comune friulano, che invita autorità governative italiane, slovene e croate a rendere omaggio ai 471 civili sloveni e croati che perirono nel campo per internati, le cui spoglie riposano dal 1973 nel monumento ossario di Gonars, costruito per iniziativa della Repubblica di Slovenia.

La storia dovrebbe insegnarci - ha affermato Paride Cargnelutti nell'intervento riservato alle autorità - a non ripercorrere più le strade dell'odio e dell'intolleranza, che trovano qui a Gonars uno dei luoghi dove tutti dovrebbero riflettere: fare memoria per raccogliere ciò che è stato e trasmetterlo a chi verrà per creare nuovi stili di vita.

Cargnelutti ha voluto attualizzare l'evento rifacendosi alla presenza italiana sui teatri più tragici e tormentati del mondo, con le nostre forze armate impegnate a dividere i contendenti, costruire ospedali, fare scuole. E non va dimenticata la missione Mare Nostrum, che ha permesso di salvare migliaia di disperati in fuga dai luoghi di guerra, nata nell'indifferenza e riconosciuta nella sua importanza solo quando è terminata.

Cerimonie come questa di Gonars, ha concluso, assumono grande valore quando il ricordo diventa occasione di costruzione del futuro.

Igor Gabrovec ha invece voluto richiamare il lavoro svolto dalla Commissione mista voluta dai Governi italiano e sloveno che, tra il 1993 e il 2000 ha lavorato approfondendo e valutando un periodo cruciale per queste terre, che va dalla seconda metà dell'ottocento al 1954, concludendo lo studio con una relazione che mette in evidenza i punti focali maggiormente controversi.

Questo lavoro - ha commentato Gabrovec - ha un valore immenso e non dovrebbe rimanere nei cassetti di pochi addetti, ma adottato come parte dei libri di storia, quantomeno nelle scuole dell'area di confine, per aiutarci a lasciare gli errori alle spalle e costruire un futuro basato sui valori europei.

Di un tanto - ha rivelato - ne ho parlato qualche tempo fa con il presidente Mattarella, che si è dimostrato interessato a questa mia proposta.

E se una ricostruzione storica è giunta dal sindaco di Gonars Marino Del Frate, che ha condannato ogni tentativo di genocidio e di pulizia etnica, allora come oggi, diversi contributi sono poi giunti dal parlamentare sloveno Marko Ferluga, dal console di Zagabria a Trieste Natasa Degiuli Kos, dai rappresentanti italiani, sloveni e croati delle associazioni partigiane e dei combattenti, dalla Provincia di Udine.

Sono seguite la deposizione di corone all'ossario e, con una seconda cerimonia, al monumento voluto dall'Amministrazione comunale in carica nell'area in cui sorgeva il campo di concentramento, sempre alla presenza dei rappresentanti istituzionali dei Comuni limitrofi, delle Forze dell'ordine e di un gran numero di cittadini, anche da Slovenia e Croazia. Gli inni nazionali sono stati eseguiti dalla banda locale e da quella di Nova Gorica.

(immagini tv)