Vicepresidenti Cargnelutti e Gavrovec a celebrazioni ossario Gonars
(ACON) Gonars, 1 nov - AB - Un messaggio di pace, assieme
all'invito a salvaguardare la memoria storica per costruire un
futuro migliore. Sono questi i segnali forti giunti da Gonars,
dalla cerimonia commemorativa delle persone decedute tra il 1942
e il 1943 nel campo per internati, dove il Consiglio regionale
del FVG era rappresentato dai vicepresidenti Paride Cargnelutti e
Igor Gabrovec, presenti anche il prefetto di Udine Vittorio
Zappalorto, il consigliere Vittorino Boem, il presidente della
Commissione paritetica Stato-Regione Ivano Strizzolo.
L'evento viene promosso ormai da diversi anni dal Comune
friulano, che invita autorità governative italiane, slovene e
croate a rendere omaggio ai 471 civili sloveni e croati che
perirono nel campo per internati, le cui spoglie riposano dal
1973 nel monumento ossario di Gonars, costruito per iniziativa
della Repubblica di Slovenia.
La storia dovrebbe insegnarci - ha affermato Paride Cargnelutti
nell'intervento riservato alle autorità - a non ripercorrere più
le strade dell'odio e dell'intolleranza, che trovano qui a Gonars
uno dei luoghi dove tutti dovrebbero riflettere: fare memoria per
raccogliere ciò che è stato e trasmetterlo a chi verrà per creare
nuovi stili di vita.
Cargnelutti ha voluto attualizzare l'evento rifacendosi alla
presenza italiana sui teatri più tragici e tormentati del mondo,
con le nostre forze armate impegnate a dividere i contendenti,
costruire ospedali, fare scuole. E non va dimenticata la missione
Mare Nostrum, che ha permesso di salvare migliaia di disperati in
fuga dai luoghi di guerra, nata nell'indifferenza e riconosciuta
nella sua importanza solo quando è terminata.
Cerimonie come questa di Gonars, ha concluso, assumono grande
valore quando il ricordo diventa occasione di costruzione del
futuro.
Igor Gabrovec ha invece voluto richiamare il lavoro svolto dalla
Commissione mista voluta dai Governi italiano e sloveno che, tra
il 1993 e il 2000 ha lavorato approfondendo e valutando un
periodo cruciale per queste terre, che va dalla seconda metà
dell'ottocento al 1954, concludendo lo studio con una relazione
che mette in evidenza i punti focali maggiormente controversi.
Questo lavoro - ha commentato Gabrovec - ha un valore immenso e
non dovrebbe rimanere nei cassetti di pochi addetti, ma adottato
come parte dei libri di storia, quantomeno nelle scuole dell'area
di confine, per aiutarci a lasciare gli errori alle spalle e
costruire un futuro basato sui valori europei.
Di un tanto - ha rivelato - ne ho parlato qualche tempo fa con il
presidente Mattarella, che si è dimostrato interessato a questa
mia proposta.
E se una ricostruzione storica è giunta dal sindaco di Gonars
Marino Del Frate, che ha condannato ogni tentativo di genocidio e
di pulizia etnica, allora come oggi, diversi contributi sono poi
giunti dal parlamentare sloveno Marko Ferluga, dal console di
Zagabria a Trieste Natasa Degiuli Kos, dai rappresentanti
italiani, sloveni e croati delle associazioni partigiane e dei
combattenti, dalla Provincia di Udine.
Sono seguite la deposizione di corone all'ossario e, con una
seconda cerimonia, al monumento voluto dall'Amministrazione
comunale in carica nell'area in cui sorgeva il campo di
concentramento, sempre alla presenza dei rappresentanti
istituzionali dei Comuni limitrofi, delle Forze dell'ordine e di
un gran numero di cittadini, anche da Slovenia e Croazia. Gli
inni nazionali sono stati eseguiti dalla banda locale e da quella
di Nova Gorica.
(immagini tv)