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FI: Novelli, chiarezza tra bonus antipovertà e reddito di cittadinanza

04.12.2015
11:31
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/RCM - "Ma stiamo parlando della misura di inclusione attiva e di sostegno al reddito (cosiddetto bonus antipovertà) o del reddito di cittadinanza? E soprattutto chi ne beneficerà maggiormente, le famiglie italiane in difficoltà o gli immigrati?" Così il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli commenta le due misure di welfare regionale e precisa: "È bene ricordare che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere un sostegno finanziario che viene distribuito a tutte le persone con cittadinanza e residenza allo scopo di consentire una vita minima dignitosa, senza alcun limite di reddito. "Cosa ben diversa è la misura di sostegno al reddito approvata dalla Regione che, invece, prevede l'erogazione fino a un massimo di 550 euro mensili per 12 mesi per ogni richiesta, e impegna a stipulare una sorta di patto con le istituzioni per definire un percorso che conduca fuori dalla situazione di difficoltà. Unici requisiti richiesti, la residenza in Friuli Venezia Giulia di almeno un componente del nucleo familiare da non meno di 24 mesi ininterrotti (il centrosinistra avrebbe voluto solo 12 mesi di residenza) e un reddito Isee uguale o inferiore a 6.000 euro con contributi che sono anche di soli 70 euro al mese per famiglia. Ben lontani dai 750 euro che, secondo gli indicatori della soglia minima di povertà in Italia, con il vero reddito di cittadinanza, dovrebbero essere ricevuti da tutti. Novelli spiega poi "chi saranno effettivamente i veri destinatari della norma visto che, con l'abbassamento della soglia minima Isee e con l'introduzione dei nuovi parametri per la sua elaborazione, si rischia di vedere escluse molte famiglie in difficoltà. Penso, ad esempio, a chi si è trovato improvvisamente senza lavoro e che, essendo in possesso di un immobile acquistato magari dopo una vita di duro lavoro, si ritrova a dover pagare le tasse sulla casa, ma fuori dalla soglia minima dell'Isee, o magari a genitori separati che, pur avendo un posto di lavoro, devono mantenere i figli e sono spesso costretti a tornare a casa dei genitori perché non si possono permettere neanche un appartamento in affitto. Senza contare tutti quei pensionati che tirano avanti con meno di 400 euro al mese. "Il Pd e la Giunta regionale abbiano, quindi, il coraggio di dire una volta per tutte se siamo di fronte a una norma che può aiutare le vere e prime vittime della crisi economica, ovvero le famiglie italiane che sono rimaste fuori da tutte le misure di protezione sociale regionale, o se si tratta della solita norma buonista e di sinistra che va a favorire gli immigrati."