FI: Novelli, chiarezza tra bonus antipovertà e reddito di cittadinanza
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/RCM - "Ma stiamo parlando della
misura di inclusione attiva e di sostegno al reddito (cosiddetto
bonus antipovertà) o del reddito di cittadinanza? E soprattutto
chi ne beneficerà maggiormente, le famiglie italiane in
difficoltà o gli immigrati?"
Così il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli
commenta le due misure di welfare regionale e precisa: "È bene
ricordare che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere un
sostegno finanziario che viene distribuito a tutte le persone con
cittadinanza e residenza allo scopo di consentire una vita minima
dignitosa, senza alcun limite di reddito.
"Cosa ben diversa è la misura di sostegno al reddito approvata
dalla Regione che, invece, prevede l'erogazione fino a un massimo
di 550 euro mensili per 12 mesi per ogni richiesta, e impegna a
stipulare una sorta di patto con le istituzioni per definire un
percorso che conduca fuori dalla situazione di difficoltà. Unici
requisiti richiesti, la residenza in Friuli Venezia Giulia di
almeno un componente del nucleo familiare da non meno di 24 mesi
ininterrotti (il centrosinistra avrebbe voluto solo 12 mesi di
residenza) e un reddito Isee uguale o inferiore a 6.000 euro con
contributi che sono anche di soli 70 euro al mese per famiglia.
Ben lontani dai 750 euro che, secondo gli indicatori della soglia
minima di povertà in Italia, con il vero reddito di cittadinanza,
dovrebbero essere ricevuti da tutti.
Novelli spiega poi "chi saranno effettivamente i veri destinatari
della norma visto che, con l'abbassamento della soglia minima
Isee e con l'introduzione dei nuovi parametri per la sua
elaborazione, si rischia di vedere escluse molte famiglie in
difficoltà. Penso, ad esempio, a chi si è trovato improvvisamente
senza lavoro e che, essendo in possesso di un immobile acquistato
magari dopo una vita di duro lavoro, si ritrova a dover pagare le
tasse sulla casa, ma fuori dalla soglia minima dell'Isee, o
magari a genitori separati che, pur avendo un posto di lavoro,
devono mantenere i figli e sono spesso costretti a tornare a casa
dei genitori perché non si possono permettere neanche un
appartamento in affitto. Senza contare tutti quei pensionati che
tirano avanti con meno di 400 euro al mese.
"Il Pd e la Giunta regionale abbiano, quindi, il coraggio di dire
una volta per tutte se siamo di fronte a una norma che può
aiutare le vere e prime vittime della crisi economica, ovvero le
famiglie italiane che sono rimaste fuori da tutte le misure di
protezione sociale regionale, o se si tratta della solita norma
buonista e di sinistra che va a favorire gli immigrati."