LN-FdI/AN: manca tavolo monitoraggio progetti affettività-sessualità
(ACON) Trieste, 11 gen - COM/AB - "Tra pochi giorni verranno
approvati i Piani dell'offerta formativa nelle scuole, ma a oggi
la richiesta fatta dai comitati di istituire un tavolo di
monitoraggio su progetti riguardanti affettività, sessualità e
identità di genere è rimasta purtroppo lettera morta".
A dirlo sono i consiglieri regionali Barbara Zilli (LN) e Luca
Ciriani (FdI/An), che tornano sulla tematica e annunciano che
continueranno "a battagliare affinchè la scuola sia davvero
libera da ogni tipo di imposizione, che i Piani Formativi siano
il più trasparenti possibili e che alle famiglie venga data la
possibilità di scegliere se aderire o meno a determinate azioni
formative non curricolari, al pari di quanto avviene per
l'insegnamento della religione cattolica. Da parte nostra,
sposiamo in tutto e per tutto la causa portata avanti dai
comitati di famiglie e insegnanti contrari all'introduzione di
questi progetti".
I due consiglieri regionali annunciano poi che i comitati dei
genitori, già auditi lo scorso dicembre in VI Commissione, hanno
sottoscritto una lettera affinchè attività extracurricolari su
sessualità e affettività nella scuola vengano presentati sul
modello, scelto dallo Stato, utilizzato per l'insegnamento della
religione cattolica, garantendone cioè la facoltatività. Tutto
questo per dare un segnale forte a pochi giorni dall'approvazione
dei Piani triennali dell'offerta formativa.
"In questi giorni si approvano i Piani dell'offerta formativa
triennali, che dovranno essere conosciuti dalle famiglie prima
delle preiscrizioni dei figli nei vari istituti scolastici -
scrivono i genitori nella loro missiva - ma la proliferazione di
corsi su temi che riguardano l'affettività, la sessualità e
l'identità di genere, pone nuovi problemi alle famiglie e ai
docenti. Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo, accentuato
dal fatto che viviamo in contesti sempre più frammentati e
complessi dal punto di vista culturale ed etico".
"Il problema si è manifestato ultimamente in particolare con i
corsi sul bullismo omofobico e sull'orientamento sessuale,
promossi dalle associazioni Lgbt, con i quali viene veicolata una
visione dell'essere umano e del rapporto tra natura e cultura,
non condivisa da tutti - continuano - ma la questione riguarda
anche una miriade di interventi che propongono una
sessualizzazione precoce, sin dalla scuola materna o elementare,
corsi di cui spesso le famiglie ignorano i contenuti, nonostante
la Costituzione riconosca inequivocabilmente il loro
diritto-dovere all'educazione dei figli (art. 30)".
E aggiungono che, nonostante il ministro all'istruzione Stefania
Giannini, interpellata nel merito durante il Question Time del 28
ottobre scorso, abbia detto chiaramente che "tutte le scuole,
anche quelle friulane, e i loro dirigenti scolastici, dovranno
rispettare, come peraltro è sempre avvenuto, la prassi corretta,
cioè che ci sia una preventiva presentazione del piano
dell'offerta formativa, che ci sia un'espressione di
consapevolezza e di diritto e dovere di accedere a queste
iniziative in maniera facoltativa", a oggi nelle scuole friulane
si registra ancora una certa resistenza a riconoscere alle
famiglie questo diritto.
Questo, secondo quanto viene detto nella lettera, ha provocato
"tensioni tra i comitati dei genitori, costituitisi per tutelare
i diritti costituzionali, i Dirigenti scolastici e le Istituzioni
regionali, culminate con l'audizione alla VI Commissione
regionale istruzione".
"In ogni caso - si legge ancora nella lettera - anche in base
alla normativa vigente, si deve riconoscere una priorità del
ruolo educativo dei genitori e il rispetto dell'alleanza
educativa stretta tra scuola e famiglia, che prevede
collaborazione e non prevaricazione della prima sulla seconda".
"Il principio di libertà - concludono i Comitati dei genitori -
dovrebbe indurre gli istituti scolastici, in attesa di ulteriori
chiarificazioni ministeriali applicative della legge 107 di
riforma della scuola, a soprassedere rispetto a queste questioni
sensibili, per puntare soprattutto su quanto compete
specificamente alla scuola, e i genitori si attendono da essa,
cioè insegnare, in scienza e coscienza le materie curricolari,
introducendo così gli allievi alla conoscenza della realtà in
tutti i suoi aspetti".