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IV Comm: audizione responsabile progetto banda ultra larga RuNe

19.01.2016
17:31
(ACON) Trieste, 19 gen - RCM - La Commissione europea ha approvato il progetto RuNe (Rural Networks), volto alla creazione di una rete di fibra ottica transfrontaliera nella macro regione formata da Friuli Venezia Giulia, Slovenia e due contee della Croazia con la finalità di garantire una copertura a banda larga che colleghi ogni singola abitazione facente parte delle zone identificate come "aree bianche", ovvero a fallimento di mercato.

Il progetto rientra tra quelli finanziati dal Piano Junker e prevede la collaborazione pubblico-privato, con il controllo della Banca Mondiale, della Banca europea d'Investimento (Bei) e della Commissione europea, che ne seguiranno e approveranno tutte le fasi. Ma c'è il rischio che, per l'immobilismo della Giunta Serracchiani, i fondi europei vadano persi.

È partendo da queste considerazioni che Roberto Revelant (AR), Alessandro Colautti (Ncd) ed Elena Bianchi (M5S) hanno chiesto un'audizione urgente, in IV Commissione consiliare, del responsabile del progetto RuNe, Goran Zivec, già proprietario della rete di telecomunicazioni slovena Vahta, e gli assessori regionali competenti. L'audizione si è svolta nel pomeriggio, alla presenza dell'assessore Paolo Panontin.

Agenda digitale europea - ha spiegato Zivec - prevede che entro il 2020 tutti i cittadini possano disporre di una rete Internet ultra veloce grazie a una struttura con capacità di almeno 30Mbps (Megabit per secondo) e che almeno il 50% della popolazione sia connessa a servizi con almeno 100Mbps. Lo scorso anno, l'Italia ha approvato un Piano di investimento per lo sviluppo della banda ultra larga (Piano Bul) va oltre, prevedendo la copertura delle reti ultra veloci a oltre 100Mbps fino all'85% della popolazione.

A luglio 2014 - così ancora Zivec -, la Commissione europea ha svolto un'indagine per sapere se esistevano iniziative per progetti di banda e sviluppare così uno strumento di finanziamento adeguato. La risposta è andata oltre le aspettative, con oltre 140 idee, tra cui anche una a firma Friuli Venezia Giulia, una da una Contea croata e due della Slovenia. Ecco che la Commissione Juncker crea il Fondo europeo per gli investimenti strategici, del valore di 315 miliardi di investimenti nell'infrastruttura privata, e accoglie 14 dei 140 progetti.

Un anno fa, a Zivech viene l'idea di unire il progetto per il FVG con quello per la Slovenia e quello per le due Contee croate. Nasce, così, RuNe (costruzione e manutenzione di una infrastruttura in fibra attiva per dare servizio al 97% delle aree bianche nelle zone rurali; non è offerta di servizi di banda larga agli utenti finali, ma è un puro operatore di infrastruttura) che prevede un investimento di fondi europei per il FVG di 135.168.504 euro, per la Slovenia di 189.462.340 euro e per la Croazia di 69.771.246 euro (totale quasi 400 milioni); la spesa prevista per il funzionamento e il mantenimento della rete per 20 anni è stato calcolato rispettivamente in 104.238.343 euro, 118.629.150 euro e 55.740.886 euro (totale quasi 280 milioni).

Poiché la Ce non ha ingerenza sul territorio e poiché la Bei e la Banca Mondiale non si muovono senza il consenso delle autorità locali, ecco che è fondamentale - ha rimarcato Zivec - che ci sia il consenso delle autorità locali, a cui non si chiede alcun contributo finanziario, seppure non lo si vieti. I soci di RuNe sono 4, due società slovene e due croate, nessun socio è del FVG perché a oggi il FVG non fa parte di RuNe in quanto la Regione non ha ancora manifestato l'interesse a partecipare.

I tempi, dettati dalla Banca Mondiale, parlano di un documento preliminare del progetto pronto entro la fine di gennaio, massimo metà febbraio, per redigere un documento finale entro giugno prossimo - ha chiosato Zivec.

Molte le domande e le preoccupazioni dei consiglieri e anche dell'assessore Panontin, dal significato di un consenso della Regione a cui si chiede una manifestazione di interesse (la Regione non può aiutare un cittadino a scapito di altri, facendo così favoritismi) alla esistenza di un altro progetto di banda larga alle zone rurali a cui sta pensando la Regione e che dovrebbe costare 280 milioni di euro, da come è garantito il prestito europeo a chi è il proprietario finale dell'infrastruttura e cosa succede se questo fallisce.

Ci sono tutti gli accorgimenti per non ledere gli interessi di nessuno - è stata la risposta; inoltre si va a intervenire in zone non ancora coperte da infrastrutture e dunque non c'è interesse di altri (è il 76% del territorio del FVG). Il prestito comunitario è tramutato in obbligazioni che saranno comperate dalla Bei per un rendimento garantito del 3%, ma non a vita: dopo il periodo di costruzione e due anni dove verificheranno se è stato raggiunto l'obiettivo minore (il collegamento del 25% delle utenze al servizio) le obbligazioni saranno mutate in fondi a lunghissimo termine e basso rischio. Se dopo due anni l'obiettivo minore risultasse non essere stato raggiunto, allora convertirebbero le obbligazioni in azioni e le venderebbero per riavere i propri soldi, ma per esperienza di quanto già accaduto in Slovenia, Zivec si è detto certo che ciò non accadrà.

L'assessore Panontin ha soprattutto espresso preoccupazione che il progetto di banda ultra larga che è si sta delineando con lo Stato, che lo finanzierà interamente, potrebbe risultare incompatibile con il RuNe. Poiché dalla Banca Mondiale è arrivata l'assicurazione che entro la settimana arriverà una richiesta formale di consenso al RuNe - ha concluso Panontin -, la Regione valuterà il progetto verificando soprattutto pro e contro, ovvero pregiudiziali, rispetto al progetto dello Stato.

(immagini tv)