III Comm: Telesca su contenzione fisica nelle strutture sanitarie
(ACON) Trieste, 21 gen - RCM - Sensibilizzazione delle persone
e formazione degli operatori: la direzione Salute della Regione
sta preparando un documento che vuole essere una raccomandazione
su come superare la pratica della contenzione fisica (limitazione
dei movimenti di una persona tramite mezzi chimici, meccanici o
ambientali) nelle strutture socio-sanitarie del Friuli Venezia
Giulia.
Lo studio - ha spiegato l'assessore Maria Sandra Telesca alla III
Commissione consiliare che ha chiesto un'audizione in merito - si
rifà ad alcune disposizioni nazionali, ma ha quale pilastro base
il parere "La contenzione: problemi bioetici" di aprile 2015 del
Comitato nazionale per la bioetica della presidenza del Consiglio
dei ministri. Perché il problema effettivamente esiste, viene
segnalato anche dagli organi di vigilanza preposti a fare le
ispezioni, ma nella nostra regione possiamo dire che è una
pratica che non si usa più negli ospedali psichiatrici, la
percentuale dei casi di utilizzo è generalmente intorno al 45% ma
abbiamo anche il caso di un'Azienda sanitaria che ne fa un uso
tendente a zero. Però si tratta di un comportamento isolato, nato
da iniziative dei singoli, invece dobbiamo agire da una parte
sulla conoscenza effettiva del fenomeno, sui suoi aspetti
culturali, dall'altra concordare e divulgare linee guida per la
formazione degli operatori, perché ci sono aspetti
tecnico-giuridici e legali, ma anche comportamentali.
È nostra intenzione - è stato aggiunto - andare anche oltre il
parere della Commissione bioetica, ciò per tutelare le persone
assistite e al contempo gli operatori che possono essere esposti
a contenziosi legali. Ecco che stiamo preparando una
raccomandazione per il superamento della contenzione fisica: gli
operatori devono essere informati della capacità di valutare bene
la persona assistita, rivalutarla nel tempo e far emergere le
situazioni di rischio, anche ambientali, prima di usare la
pratica della contenzione.
Se nei presidi ospedalieri della regione si può affermare che la
contenzione fisica non viene utilizzata - è stato rimarcato -, è
diverso per nei centri dei servizi-socio assistenziali come le
Rsa per anziani e per disabili. Ed è qui che si stanno facendo
gli approfondimenti. Ci vogliono cambiamenti di cultura, ma anche
di organizzazione e di investimenti (ad esempio a volte
basterebbe avere dei letti ad altezza e inclinazione variabili).
Si ha la percezione - ha commentato alla fine il presidente della
III Commissione, Franco Rotelli (Pd) - che negli ultimi anni ci
sia stata una certa inerzia rispetto alla sensibilizzazione sul
problema dell'uso della contenzione fisica, e che a volte pare
sia un reato se non prescritta da un magistrato. Non è con
decreti o leggi che si rimuovono le cattive pratiche, ma con
l'informazione e la cultura. Dobbiamo intervenire come
sensibilità politica prima che la cosa ci venga imposta dai casi
registrati dai carabinieri. Dobbiamo verificare cosa serve che
resti, di queste pratiche, e come modificare ciò che non può
restare perché simbolo di arretratezza.
Andrea Ussai (M5S) ha invece fatto presente che a volte tutto
nasce da una carenza di personale per seguire a dovere i
pazienti, mentre Roberto Novelli (FI) ha detto dei contenziosi
che nascono con i familiari quando ravvedono la contenzione
fisica sul proprio caro come un abuso e ha chiesto quali siano
state a oggi le verifiche sul territorio.
(immagini tv)