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CR: riforma casa e Ater, relatore minoranza Riccardi (7)

25.01.2016
14:29
(ACON) Trieste, 25 gen - MPB - Un provvedimento più ambizioso che efficace - per Riccardo Riccardi (FI) primo relatore di minoranza a intervenire - perché cerca di comprendere in un unico testo materie e argomenti che, pur vertendo sul tema casa, lo affrontano su piani e gradi talmente diversi da risultare difficilmente compatibili: mettere insieme il riordino organizzativo e funzionale delle Ater con le normative in materia di edilizia pubblica, con le politiche sociali sulla casa e con l'installazione degli ascensori è un pasticcio e non la riorganizzazione della materia; inoltre appare fallita la volontà di riconoscere il diritto alla casa quale elemento fondamentale per la qualità della vita delle persone e per le politiche di inclusione sociale perché, in questo caso, si sarebbero dovute integrare le politiche abitative nel più ampio insieme delle politiche di welfare. Sarebbe stato necessario un intervento - che manca - di sistematizzazione dei diversi contributi erogati a sostegno del reddito in riferimento anche alle politiche sociali della casa previste dalla nuova legge.

Riccardi si chiede quali obiettivi concreti la legge miri a raggiungere, ovvero: date le risorse stanziate, quanti alloggi oggi privi del requisito dell'abitabilità verranno restaurati e rimessi sul mercato; in quanto tempo si pensa di ridurre il numero delle domande in attesa; che previsioni sono state fatte in merito all'effetto che avrà sull'intero sistema l'inserimento dell'ISEE al posto del reddito per il calcolo dei canoni d'affitto?

Quanto alla riqualificazione del patrimonio edilizio e alla rigenerazione urbana, avremmo voluto - precisa giudicando striminzito l'articolo 10 dedicato al tema - avremmo voluto addirittura una legge ad hoc, data l'importanza economica, politica e sociale dell'argomento. Le politiche di recupero urbanistico, infatti, svolgono anche funzioni essenziali nel calmierare il mercato, rispondono al problema sociale della casa e sono soprattutto volano economico anticongiunturale visto che un milione investito nell'edilizia genera immediatamente almeno 17 nuovi posti di lavoro fra diretti e indiretti.

Sulle ATER, confermando tutte le perplessità sul rinnovato assetto istituzionale, Riccardi evidenzia sia l'assenza di proposte in merito all'antico problema della territorialità dei bandi, sia l'eliminazione del CdA sostituito dai direttori generali, cosa che priva le Aziende del collegamento con il territorio) anche se poi - sottolinea - si è costruito un complicato sistema composto da Commissione regionale, Osservatorio, 18 Sportelli risposta casa e 18 Tavoli territoriali con una pletora di 378 soggetti che dovrebbero costituire una rete informativa verticale per arrivare dopo numerosi passaggi ad offrire all'amministratore unico il polso del territorio.

Vanno considerati i costi di un sistema complesso in termini di efficienza ed efficacia della procedura proposta: questo è un meccanismo artificioso e contorto, e più un percorso burocratico è complicato più aumenta il rischio di errori e omissioni e meno chiare risultano le responsabilità e le colpe. Inoltre la riforma nasce zoppa in quanto attribuisce alle UTI - che a tutt'oggi non esistono - specifiche competenze per riscontrare le necessità abitative emergenti sul territorio. Anche se con un emendamento si stabilisce che "Nelle more dell'efficacia del trasferimento di funzioni alle Unioni territoriali intercomunali, le funzioni a esse attribuite dalla presente legge sono esercitate dai Comuni a livello territoriale di ambito socio-assistenziale", ciò non basta a regolare in modo efficace ed efficiente il sistema delle interrelazioni fra diversi livelli istituzionali previsti dalla legge e vuol dire, di fatto, rinviare sine die qualsiasi capacità programmatoria, organizzativa e logistica di tutto il sistema casa.

Questo ddl si dimostra inoltre poco coraggioso sul piano dell'innovazione e dell'accoglimento delle novità che si sono affacciate in questi anni sul mondo dell'immobiliare. Niente è stato previsto - lamenta ancora il relatore - in merito ai contratti "rent to buy" per annullare la penalizzazione fiscale che attualmente disincentiva tale forma contrattuale; nulla per incentivare le operazioni che privilegino, nel campo dell'edilizia convenzionata, procedure alternative più rapide dell'appalto quali l'acquisto di cosa futura; poco sul social housing e per il contrasto alla morosità incolpevole (gli sfratti per questo motivo sono aumentati del 25%) per il quale è previsto un semplice sistema di incentivi e garanzie per i locatari.

Stupisce l'assoluta mancanza in tutta la legge della figura degli operatori privati: tenere separato il mondo della casa pubblico da quello del mercato privato appare antistorico e frutto di una visione ideologica.

Riccardi chiude con una serie di interrogativi: in una situazione conclamata di grave disagio abitativo, come si può ignorare l'immenso mondo di locazioni e compravendite che costituisce il mercato privato? Com'è possibile che nella Commissione regionale delle politiche abitative non ci sia un rappresentante delle associazioni dei proprietari di immobili né un rappresentante delle principali federazioni delle Agenzie Immobiliari? Come mai nel complicato meccanismo di raccolta della domanda e dell'offerta immobiliare sul territorio assicurata dagli sportelli risposta casa e trasmessa alla Commissione regionale attraverso i tavoli territoriali per le politiche abitative non si è preso in considerazione il sistema del mercato privato?

Il coinvolgimento degli operatori privati con funzioni consultive di area vasta quale elemento di raccordo tra la domanda e l'offerta della casa - chiosa il relatore forzista - ci pare essenziale e per questo lo proporremo con un emendamento.

(immagini tv)

(segue)