CR: riforma casa e Ater, relatore minoranza Riccardi (7)
(ACON) Trieste, 25 gen - MPB - Un provvedimento più ambizioso
che efficace - per Riccardo Riccardi (FI) primo relatore di
minoranza a intervenire - perché cerca di comprendere in un unico
testo materie e argomenti che, pur vertendo sul tema casa, lo
affrontano su piani e gradi talmente diversi da risultare
difficilmente compatibili: mettere insieme il riordino
organizzativo e funzionale delle Ater con le normative in materia
di edilizia pubblica, con le politiche sociali sulla casa e con
l'installazione degli ascensori è un pasticcio e non la
riorganizzazione della materia; inoltre appare fallita la volontà
di riconoscere il diritto alla casa quale elemento fondamentale
per la qualità della vita delle persone e per le politiche di
inclusione sociale perché, in questo caso, si sarebbero dovute
integrare le politiche abitative nel più ampio insieme delle
politiche di welfare. Sarebbe stato necessario un intervento -
che manca - di sistematizzazione dei diversi contributi erogati a
sostegno del reddito in riferimento anche alle politiche sociali
della casa previste dalla nuova legge.
Riccardi si chiede quali obiettivi concreti la legge miri a
raggiungere, ovvero: date le risorse stanziate, quanti alloggi
oggi privi del requisito dell'abitabilità verranno restaurati e
rimessi sul mercato; in quanto tempo si pensa di ridurre il
numero delle domande in attesa; che previsioni sono state fatte
in merito all'effetto che avrà sull'intero sistema l'inserimento
dell'ISEE al posto del reddito per il calcolo dei canoni
d'affitto?
Quanto alla riqualificazione del patrimonio edilizio e alla
rigenerazione urbana, avremmo voluto - precisa giudicando
striminzito l'articolo 10 dedicato al tema - avremmo voluto
addirittura una legge ad hoc, data l'importanza economica,
politica e sociale dell'argomento. Le politiche di recupero
urbanistico, infatti, svolgono anche funzioni essenziali nel
calmierare il mercato, rispondono al problema sociale della casa
e sono soprattutto volano economico anticongiunturale visto che
un milione investito nell'edilizia genera immediatamente almeno
17 nuovi posti di lavoro fra diretti e indiretti.
Sulle ATER, confermando tutte le perplessità sul rinnovato
assetto istituzionale, Riccardi evidenzia sia l'assenza di
proposte in merito all'antico problema della territorialità dei
bandi, sia l'eliminazione del CdA sostituito dai direttori
generali, cosa che priva le Aziende del collegamento con il
territorio) anche se poi - sottolinea - si è costruito un
complicato sistema composto da Commissione regionale,
Osservatorio, 18 Sportelli risposta casa e 18 Tavoli territoriali
con una pletora di 378 soggetti che dovrebbero costituire una
rete informativa verticale per arrivare dopo numerosi passaggi ad
offrire all'amministratore unico il polso del territorio.
Vanno considerati i costi di un sistema complesso in termini di
efficienza ed efficacia della procedura proposta: questo è un
meccanismo artificioso e contorto, e più un percorso burocratico
è complicato più aumenta il rischio di errori e omissioni e meno
chiare risultano le responsabilità e le colpe. Inoltre la riforma
nasce zoppa in quanto attribuisce alle UTI - che a tutt'oggi non
esistono - specifiche competenze per riscontrare le necessità
abitative emergenti sul territorio. Anche se con un emendamento
si stabilisce che "Nelle more dell'efficacia del trasferimento di
funzioni alle Unioni territoriali intercomunali, le funzioni a
esse attribuite dalla presente legge sono esercitate dai Comuni a
livello territoriale di ambito socio-assistenziale", ciò non
basta a regolare in modo efficace ed efficiente il sistema delle
interrelazioni fra diversi livelli istituzionali previsti dalla
legge e vuol dire, di fatto, rinviare sine die qualsiasi capacità
programmatoria, organizzativa e logistica di tutto il sistema
casa.
Questo ddl si dimostra inoltre poco coraggioso sul piano
dell'innovazione e dell'accoglimento delle novità che si sono
affacciate in questi anni sul mondo dell'immobiliare. Niente è
stato previsto - lamenta ancora il relatore - in merito ai
contratti "rent to buy" per annullare la penalizzazione fiscale
che attualmente disincentiva tale forma contrattuale; nulla per
incentivare le operazioni che privilegino, nel campo
dell'edilizia convenzionata, procedure alternative più rapide
dell'appalto quali l'acquisto di cosa futura; poco sul social
housing e per il contrasto alla morosità incolpevole (gli sfratti
per questo motivo sono aumentati del 25%) per il quale è previsto
un semplice sistema di incentivi e garanzie per i locatari.
Stupisce l'assoluta mancanza in tutta la legge della figura degli
operatori privati: tenere separato il mondo della casa pubblico
da quello del mercato privato appare antistorico e frutto di una
visione ideologica.
Riccardi chiude con una serie di interrogativi: in una situazione
conclamata di grave disagio abitativo, come si può ignorare
l'immenso mondo di locazioni e compravendite che costituisce il
mercato privato? Com'è possibile che nella Commissione regionale
delle politiche abitative non ci sia un rappresentante delle
associazioni dei proprietari di immobili né un rappresentante
delle principali federazioni delle Agenzie Immobiliari? Come mai
nel complicato meccanismo di raccolta della domanda e
dell'offerta immobiliare sul territorio assicurata dagli
sportelli risposta casa e trasmessa alla Commissione regionale
attraverso i tavoli territoriali per le politiche abitative non
si è preso in considerazione il sistema del mercato privato?
Il coinvolgimento degli operatori privati con funzioni consultive
di area vasta quale elemento di raccordo tra la domanda e
l'offerta della casa - chiosa il relatore forzista - ci pare
essenziale e per questo lo proporremo con un emendamento.
(immagini tv)
(segue)