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Giornata Memoria: inaugurata a Roma mostra in ricordo Giulio Cargnelutti

27.01.2016
12:57
(ACON) Roma, 27 gen - AB - In occasione della Giornata della Memoria, che si celebra ogni anno il 27 gennaio per ricordare le vittime della Shoah, il Consiglio regionale ha voluto inaugurare a Roma, nella sede di rappresentanza della Regione FVG in piazza Colonna, una mostra in ricordo di Giulio Cargnelutti, la cui storia di deportato durante la seconda Guerra mondiale è raccontata nel libro "Alla gentilezza di chi la raccoglie - Dall'inferno di Buchenwald una storia vera", scritto dalla figlia Raffaella, coadiuvata dalle sorelle.

A presentare l'evento, alla presenza dell'autrice, il presidente Franco Iacop, la presidente della Regione Debora Serracchiani, una delegazione di consiglieri, i rappresentanti del Fogolar Furlan di Roma e numerosi ospiti.

Una vicenda umana come quella toccata a Cargnelutti e a milioni di altre persone non poteva lasciare indifferente il Consiglio regionale, ha affermato Iacop, che ha tratteggiato la tragica esperienza di Giulio Cargnelutti (1912-2007), tolmezzino, che all'età di 32 anni fu deportato a Buchenwald, in Germania, e che durante il suo viaggio in treno verso l'inferno, da cui riuscì miracolosamente a uscirne vivo, lanciò dal vagone una busta su cui aveva appunto scritto: alla gentilezza di chi la raccoglie. E fu così che, grazie a una donna impietositasi da quella richiesta, la famiglia ricevette sue notizie. Un uomo che seppe perdonare, aprirsi alla vita e alla società - ha concluso Iacop - un esempio di come si possono superare le tragedie più grandi per andare avanti.

I reperti che testimoniano questa storia sono stati ospitati all'interno della mostra allestita nell'ex campo di concentramento tedesco: una parete con due bacheche piene di foto, i suoi delicati disegni a matita, manoscritti, oltre a un libro delle firme su cui lasciare impressioni e testimonianze.

Proprio in questi giorni in cui ricordiamo ciò che è accaduto, ha quindi sottolineato la presidente Serracchiani, ci deve far riflettere la legge adottata non più tardi di ieri dal Parlamento della Danimarca, legge che sottrae ai profughi i loro valori eccedenti i 1.300 auro. La scelta fatta da un Paese civile come la Danimarca non ci deve lasciare indifferenti perché, senza voler strumentalizzare l'episodio, stiamo parlando di persone che fuggono dalla guerra, dalla fame, e che vengono trattate così. Allora, ha concluso, proprio partendo da questa mostra, da quel che racconta, una riflessione in più noi la dobbiamo fare su quanto oggi sta accadendo. "Da mio padre - ha quindi affermato la figlia Raffaella - abbiamo imparato cosa significhi veramente non odiare nessuno, neppure i propri aguzzini, e trovare una giustificazione nell'agire dell'uomo anche quando ti fa soffrire".

Con commozione, Raffaella Cargnelutti ha quindi raccontato come il suo libro sia stato pensato in primis per le scuole e che sia nato proprio dalle scuole, andando per le classi a raccontare la storia di suo padre, suscitando non solo curiosità e interesse da parte dei ragazzi, ma raccogliendo da loro episodi che conoscevano, come quello delle donne che andavano apposta lungo i binari a raccogliere i pezzetti di carta che poi si rivelavano preziose lettere per le famiglie.

"Mio padre - ha detto - aveva forti valori interiori, di perdono e riconciliazione, che uniti all'amore per l'insegnamento e per la scultura gli hanno permesso di voltare pagina una volta ritornato alla sua Tolmezzo e all'affetto dei suoi cari".

Il libro e le iniziative a esso correlate - la mostra di Roma ne fa parte - hanno ottenuto il sostegno del Consiglio regionale, la collaborazione del Comune di Tolmezzo e dell'Associazione nazionale ex deportati e il patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività culturali.

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