Giornata Memoria: inaugurata a Roma mostra in ricordo Giulio Cargnelutti
(ACON) Roma, 27 gen - AB - In occasione della Giornata della
Memoria, che si celebra ogni anno il 27 gennaio per ricordare le
vittime della Shoah, il Consiglio regionale ha voluto
inaugurare a Roma, nella sede di rappresentanza della Regione FVG
in piazza Colonna, una mostra in ricordo di Giulio Cargnelutti,
la cui storia di deportato durante la seconda Guerra mondiale è
raccontata nel libro "Alla gentilezza di chi la raccoglie -
Dall'inferno di Buchenwald una storia vera", scritto dalla figlia
Raffaella, coadiuvata dalle sorelle.
A presentare l'evento, alla presenza dell'autrice, il presidente
Franco Iacop, la presidente della Regione Debora Serracchiani,
una delegazione di consiglieri, i rappresentanti del Fogolar
Furlan di Roma e numerosi ospiti.
Una vicenda umana come quella toccata a Cargnelutti e a milioni
di altre persone non poteva lasciare indifferente il Consiglio
regionale, ha affermato Iacop, che ha tratteggiato la tragica
esperienza di Giulio Cargnelutti (1912-2007), tolmezzino, che
all'età di 32 anni fu deportato a Buchenwald, in Germania, e che
durante il suo viaggio in treno verso l'inferno, da cui riuscì
miracolosamente a uscirne vivo, lanciò dal vagone una busta su
cui aveva appunto scritto: alla gentilezza di chi la raccoglie. E
fu così che, grazie a una donna impietositasi da quella
richiesta, la famiglia ricevette sue notizie.
Un uomo che seppe perdonare, aprirsi alla vita e alla società -
ha concluso Iacop - un esempio di come si possono superare le
tragedie più grandi per andare avanti.
I reperti che testimoniano questa storia sono stati ospitati
all'interno della mostra allestita nell'ex campo di
concentramento tedesco: una parete con due bacheche piene di
foto, i suoi delicati disegni a matita, manoscritti, oltre a un
libro delle firme su cui lasciare impressioni e testimonianze.
Proprio in questi giorni in cui ricordiamo ciò che è accaduto, ha
quindi sottolineato la presidente Serracchiani, ci deve far
riflettere la legge adottata non più tardi di ieri dal Parlamento
della Danimarca, legge che sottrae ai profughi i loro valori
eccedenti i 1.300 auro. La scelta fatta da un Paese civile come
la Danimarca non ci deve lasciare indifferenti perché, senza
voler strumentalizzare l'episodio, stiamo parlando di persone che
fuggono dalla guerra, dalla fame, e che vengono trattate così.
Allora, ha concluso, proprio partendo da questa mostra, da quel
che racconta, una riflessione in più noi la dobbiamo fare su
quanto oggi sta accadendo.
"Da mio padre - ha quindi affermato la figlia Raffaella - abbiamo
imparato cosa significhi veramente non odiare nessuno, neppure i
propri aguzzini, e trovare una giustificazione nell'agire
dell'uomo anche quando ti fa soffrire".
Con commozione, Raffaella Cargnelutti ha quindi raccontato come
il suo libro sia stato pensato in primis per le scuole e che sia
nato proprio dalle scuole, andando per le classi a raccontare la
storia di suo padre, suscitando non solo curiosità e interesse da
parte dei ragazzi, ma raccogliendo da loro episodi che
conoscevano, come quello delle donne che andavano apposta lungo i
binari a raccogliere i pezzetti di carta che poi si rivelavano
preziose lettere per le famiglie.
"Mio padre - ha detto - aveva forti valori interiori, di perdono
e riconciliazione, che uniti all'amore per l'insegnamento e per
la scultura gli hanno permesso di voltare pagina una volta
ritornato alla sua Tolmezzo e all'affetto dei suoi cari".
Il libro e le iniziative a esso correlate - la mostra di Roma ne
fa parte - hanno ottenuto il sostegno del Consiglio regionale, la
collaborazione del Comune di Tolmezzo e dell'Associazione
nazionale ex deportati e il patrocinio del ministero dei Beni e
delle Attività culturali.
(foto)