GM-M5S: Violino e Bianchi firmano una legge di tutela degli usi civici
(ACON) Trieste, 29 gen - COM/AB - Una legge per la tutela degli
usi civici: una consuetudine storicamente radicata in regione, ma
che per la prima volta sono i consiglieri regionali Claudio
Violino (Gruppo Misto) e Elena Bianchi (Movimento 5 Stelle) a
proporre di normare, con una disciplina di legge che attua
compiutamente una delle potestà legislative esclusive che lo
Statuto speciale assegna alla Regione autonoma Friuli Venezia
Giulia (articolo 4, primo comma, numero 4). La proposta di legge
128/2015 si intitola "Disposizioni in materia di assetti
proprietari collettivi" ed è stata presentata nella sala Pasolini
della sede della Regione di Udine in via Sabbadini.
Gli obiettivi del provvedimento sono da un lato il riconoscimento
delle proprietà collettive appartenenti da tempo talora immemore
a tante comunità locali, dall'altro la restituzione alle medesime
di un ruolo attivo e partecipato nella tutela e nella
conservazione del patrimonio ambientale, attraverso forme di
governo e sfruttamento delle terre che rispondono appieno al
principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale contenuto
all'articolo 118, comma 4, della Costituzione.
Si intende arrivare a questa meta attraverso una serie di
interventi mirati, che favoriscano l'utilizzo di ogni strumento
utile a consentire l'esercizio di ogni diritto e facoltà su
questi terreni e beni che possono migliorare la qualità della
vita della popolazione residente e, nel contempo, permettere una
più efficace salvaguardia dell'ambiente. Anche perché le gestioni
collettive presenti in Italia e nel mondo dimostrano che laddove
si è permessa l'autogestione da parte delle Comunità locali sono
state raggiunte vette di eccellenza per quanto riguarda la tutela
della biodiversità, la conservazione del territorio, senza
escludere la crescita socio-economica della popolazione, come ha
bene evidenziato anche il Premio Nobel per l'Economia 2009,
Elinor Ostrom.
Si prevede l'adempimento degli obblighi correlati alla titolarità
di un diritto di proprietà, che spetta alle Comunità locali,
riconosciute dalla Regione come enti gestori che si avvalgono di
Comitati di cinque membri regolarmente eletti ogni cinque anni
secondo procedure pubbliche, incompatibili con le cariche di
consiglieri e assessori comunali. La legge istituisce un
Commissario per gli usi civici e fissa i procedimenti di verifica
demaniale delle terre e dei beni appartenenti alla collettività,
che andranno inserite nel corso dei tre anni successivi
all'entrata in vigore della legge in un Archivio regionale delle
Terre civiche. Si risolveranno così anche tante promiscuità
createsi nel tempo, con la reintegrazione dei diritti comunitari
qualora usurpati dai privati (compresa la necessità di sanatoria
per eventuali edificazioni abusive su terre comuni) e la
liquidazione degli usi civici se essi, viceversa, si sono
praticati su un bene privato.
Le caratteristiche della proprietà collettiva sono espressione di
una cultura quasi dimenticata, che deve le sue origini alle
consuetudini dei nostri avi, ma persistono in modo diverso in
varie zone a seconda delle peculiarità dei territori del Friuli
Venezia Giulia. La loro varietà consente di immaginare
altrettanto varie forme di gestione per la loro più proficua e
intelligente valorizzazione. Ogni aspetto della proprietà
collettiva, che sia di pianura, di mare o di montagna, è ispirato
a principi nobili, quali il comune godimento delle terre e delle
risorse naturali, la salvaguardia dei beni ambientali e degli
esseri viventi, gli animali come le specie vegetali, la
collaborazione leale e solidale di tutti i membri della Comunità
e la trasmissione del patrimonio civico alle generazioni future.
La Regione, alla luce di queste considerazioni, deve pensare alla
tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione delle proprietà
collettive appartenenti alle Comunità presenti sul suo
territorio, in un'ottica di confronto, leale collaborazione e
coordinamento, per il comune interesse alla crescita del
patrimonio naturalistico regionale, che potrà anche essere
conferito in gestione ai Comitati sulla base di apposite
convenzioni. Anche dal punto di vista della crescita delle
potenzialità silvo-pastorali del territorio questa legge potrebbe
dare un utile contributo, dal momento che potrebbe dare concrete
possibilità di autogestione comunitaria di ingenti porzioni di
territorio.