Garante: disagio giovanile e bullismo, servono interventi sistematici
(ACON) Trieste, 4 feb - COM/MPB - I fenomeni di disagio
giovanile e in particolare gli episodi di bullismo portati
all'attenzione dell'opinione pubblica, impongono una riflessione
sulla prevenzione che non può limitarsi a discussioni e azioni
occasionali condizionate dall'emergenza di singoli episodi né
tantomeno essere influenzata dai mass media che tendono ad
enfatizzare le notizie, rilevando spesso gli aspetti più
emozionali, generando allarmismi e generalizzazioni.
A evidenziarlo è Fabia Mellina Bares, Garante regionale dei
diritti della persona con funzione di garanzia per i bambini e
gli adolescenti, sottolineando che gli interventi di prevenzione,
ad ogni livello, devono piuttosto rispondere alle diverse
esigenze che la complessità del fenomeno richiede ed andrebbero
affrontati in un'ottica sistemica.
Per il Garante regionale, dunque, è necessario affrontare il
fenomeno del disagio in senso ampio, avvalendosi di piani di
intervento integrati e finalizzati alla promozione di una cultura
della solidarietà e della responsabilità contro quella delle
prepotenze.
Per contrastare fenomeni di bullismo e comportamenti
prevaricatori in genere - specifica il Garante - occorre il
coinvolgimento effettivo di tutti gli attori coinvolti: sistema
scolastico, genitori, alunni, personale dei servizi socio
assistenziali, personale di pubblica sicurezza e quanti a diverso
titolo si adoperano per l'educazione, lo sviluppo e
l'integrazione sociale di bambini e ragazzi. Tutto ciò sostenuto
ed implementato da precise e puntuali politiche giovanili.
Così Mellina Bares si dichiara fermamente convinta che solamente
un sistema strettamente collaborativo fra famiglia, scuola e
società possa dare risposte maggiormente concrete e articolate e
consenta di superare eventuali reciproche diffidenze che possono,
tra l'altro, influire negativamente sui ragazzi, in particolare
durante alcune delicate fasi di sviluppo caratterizzate da
instabilità, soprattutto emotiva, carica di tensioni e di
incertezze, in cui si può sviluppare un disagio che si può
manifestare in famiglia, nella società, a scuola.
Perciò - avverte - vanno messi a disposizione anche strumenti
idonei al riconoscimento dei segnali di malessere, disagio,
conflittualità che permettano di evitarne la sottovalutazione. Il
rischio, infatti, purtroppo è quello di lasciar arrivare la
situazione a un alto livello di criticità poi difficilmente
gestibile.
Un articolato percorso formativo in questo senso può essere utile
e contribuire a fare uno dei primi passi di un più lungo iter
collettivo.
In questo senso, ricorda Mellina Bares, l'Ufficio del Garante ha
avviato, già con il corrente anno scolastico, un primo percorso
formativo che, partendo dalla conoscenza della soggettività
giuridica del bambino e delle conseguenti responsabilità della
comunità adulta, intende fornire la conoscenza del quadro
normativo di riferimento e degli strumenti e soggetti del sistema
di tutela, soprattutto riferito all'area del disagio e delle
situazioni pregiudizievoli o a rischio di pregiudizio.
Questa azione tuttavia - avverte - avrà riscontri positivi se
potrà contare sull'effettivo coinvolgimento attivo degli adulti
consapevoli del loro ruolo che li vede vicini al percorso
evolutivo dell'adolescente, ma anche impegnati a definire la
propria funzione di guida e di garante delle regole, in
conformità a quanto previsto dalla Convenzione sui diritti
dell'infanzia del 1989 che, nel tracciare un programma
pedagogico di estremo interesse e di grande rilevanza, impone
alla comunità degli adulti, a tutte le agenzie formative,
istituzionali o informali, una profonda riflessione sui
programmi, sulle metodologie, sulle prassi educative, in quanto
il bambino/ragazzo deve essere continuamente e concretamente
aiutato nel difficile cammino di costruzione della sua
personalità, non soltanto individuale, ma anche e soprattutto,
sociale.
I bambini e i ragazzi, oggi più che mai, necessitano e richiedono
adulti autorevoli, competenti e responsabili con i quali entrare
in relazione in uno scambio reciproco, partecipato, proficuo per
potersi orientare nella complessità che li avvolge, nei tanti,
troppi e contraddittori, messaggi e stimoli che rischiano di
disorientare, di imbrogliare, di far perdere il senso e il
significato vero del vivere.
L'Organo di garanzia che presiedo - conclude Mellina Bares - è a
disposizione per attivare ogni iniziativa utile in tale senso e
farsi promotore di buone prassi in regione. A ciascuno di noi
adulti è infatti richiesto di lavorare per contribuire a dare
vita a relazioni educative basate sul rispetto reciproco e lo
scambio individuale, ritenendo che tale esempio possa avere una
forte valenza positiva agli occhi dei bambini e dei ragazzi.