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Garante: disagio giovanile e bullismo, servono interventi sistematici

04.02.2016
11:36
(ACON) Trieste, 4 feb - COM/MPB - I fenomeni di disagio giovanile e in particolare gli episodi di bullismo portati all'attenzione dell'opinione pubblica, impongono una riflessione sulla prevenzione che non può limitarsi a discussioni e azioni occasionali condizionate dall'emergenza di singoli episodi né tantomeno essere influenzata dai mass media che tendono ad enfatizzare le notizie, rilevando spesso gli aspetti più emozionali, generando allarmismi e generalizzazioni.

A evidenziarlo è Fabia Mellina Bares, Garante regionale dei diritti della persona con funzione di garanzia per i bambini e gli adolescenti, sottolineando che gli interventi di prevenzione, ad ogni livello, devono piuttosto rispondere alle diverse esigenze che la complessità del fenomeno richiede ed andrebbero affrontati in un'ottica sistemica.

Per il Garante regionale, dunque, è necessario affrontare il fenomeno del disagio in senso ampio, avvalendosi di piani di intervento integrati e finalizzati alla promozione di una cultura della solidarietà e della responsabilità contro quella delle prepotenze.

Per contrastare fenomeni di bullismo e comportamenti prevaricatori in genere - specifica il Garante - occorre il coinvolgimento effettivo di tutti gli attori coinvolti: sistema scolastico, genitori, alunni, personale dei servizi socio assistenziali, personale di pubblica sicurezza e quanti a diverso titolo si adoperano per l'educazione, lo sviluppo e l'integrazione sociale di bambini e ragazzi. Tutto ciò sostenuto ed implementato da precise e puntuali politiche giovanili.

Così Mellina Bares si dichiara fermamente convinta che solamente un sistema strettamente collaborativo fra famiglia, scuola e società possa dare risposte maggiormente concrete e articolate e consenta di superare eventuali reciproche diffidenze che possono, tra l'altro, influire negativamente sui ragazzi, in particolare durante alcune delicate fasi di sviluppo caratterizzate da instabilità, soprattutto emotiva, carica di tensioni e di incertezze, in cui si può sviluppare un disagio che si può manifestare in famiglia, nella società, a scuola.

Perciò - avverte - vanno messi a disposizione anche strumenti idonei al riconoscimento dei segnali di malessere, disagio, conflittualità che permettano di evitarne la sottovalutazione. Il rischio, infatti, purtroppo è quello di lasciar arrivare la situazione a un alto livello di criticità poi difficilmente gestibile.

Un articolato percorso formativo in questo senso può essere utile e contribuire a fare uno dei primi passi di un più lungo iter collettivo.

In questo senso, ricorda Mellina Bares, l'Ufficio del Garante ha avviato, già con il corrente anno scolastico, un primo percorso formativo che, partendo dalla conoscenza della soggettività giuridica del bambino e delle conseguenti responsabilità della comunità adulta, intende fornire la conoscenza del quadro normativo di riferimento e degli strumenti e soggetti del sistema di tutela, soprattutto riferito all'area del disagio e delle situazioni pregiudizievoli o a rischio di pregiudizio.

Questa azione tuttavia - avverte - avrà riscontri positivi se potrà contare sull'effettivo coinvolgimento attivo degli adulti consapevoli del loro ruolo che li vede vicini al percorso evolutivo dell'adolescente, ma anche impegnati a definire la propria funzione di guida e di garante delle regole, in conformità a quanto previsto dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989 che, nel tracciare un programma pedagogico di estremo interesse e di grande rilevanza, impone alla comunità degli adulti, a tutte le agenzie formative, istituzionali o informali, una profonda riflessione sui programmi, sulle metodologie, sulle prassi educative, in quanto il bambino/ragazzo deve essere continuamente e concretamente aiutato nel difficile cammino di costruzione della sua personalità, non soltanto individuale, ma anche e soprattutto, sociale.

I bambini e i ragazzi, oggi più che mai, necessitano e richiedono adulti autorevoli, competenti e responsabili con i quali entrare in relazione in uno scambio reciproco, partecipato, proficuo per potersi orientare nella complessità che li avvolge, nei tanti, troppi e contraddittori, messaggi e stimoli che rischiano di disorientare, di imbrogliare, di far perdere il senso e il significato vero del vivere.

L'Organo di garanzia che presiedo - conclude Mellina Bares - è a disposizione per attivare ogni iniziativa utile in tale senso e farsi promotore di buone prassi in regione. A ciascuno di noi adulti è infatti richiesto di lavorare per contribuire a dare vita a relazioni educative basate sul rispetto reciproco e lo scambio individuale, ritenendo che tale esempio possa avere una forte valenza positiva agli occhi dei bambini e dei ragazzi.