V Comm: Commissione paritetica, Galasso e Coen (2)
(ACON) Trieste, 9 feb - AB - Soffiano venti contrari sulle
autonomie differenziate - ha quindi affermato Daniele Galasso. Ci
sono reticenze a livello ministeriale, i cui uffici si comportano
come se la riforma della Costituzione fosse già in vigore.
La norma sul coordinamento della finanza pubblica, che ha visto
un grande lavoro da parte della Commissione paritetica, è stata
massacrata dai pareri restrittivi espressi, non senza acredine,
dai vari uffici ministeriali. Questo atteggiamento indebolisce
costantemente l'autonomia regionale ed è il sintomo di come lo
Stato voglia omologarci, omogeneizzarci.
Un altro esempio citato da Galasso è la sanità: la Regione Friuli
Venezia Giulia si paga la gestione, ma lo Stato le impone
comunque le sue regole, come se a pagare fosse lui.
Sulle competenze che deriveranno dalla riforma costituzionale
(che sarà oggetto di referendum confermativo in autunno) Galasso
ha concluso sostenendo che, a fronte di questo neo-centralismo
statale, bisogna riuscire ad approvare una norma di attuazione
ricognitiva sulla materia della legislazione concorrente, così da
chiarire in modo inequivocabile chi fa cosa.
Il difficile rapporto, più che con lo Stato è con le
amministrazioni centrali, i ministeri la Ragioneria generale, ha
quindi evidenziato Leopoldo Coen. I due decreti approvati a
marzo, quasi un anno fa, ne sono la prova.
Nessuno contesta il legittimo potere della Ragioneria dello Stato
di esercitare le sue funzioni; quello che è inaccettabile sono i
tempi dell'inerzia per compiere un atto dovuto per legge, un atto
meramente esecutivo.
Abbiamo bisogno - ha concluso Coen - di una disciplina di livello
costituzionale non che ponga obblighi al Consiglio dei ministri,
ma che disciplini i tempi dell'apparato amministrativo. E, come
nella vicenda dei due decreti di marzo, bisognerebbe dare un nome
e un cognome a chi non ha rispettato i termini e scoprire perché
ha usato arbitrariamente questo potere di interdizione.
(immagini tv)
(segue)