CR: riordino settore terziario, relatore maggioranza Gratton (2)
(ACON) Trieste, 25 feb - RCM - Anche per Alessio Gratton (Sel),
altro relatore di maggioranza, "questo disegno di legge
rappresenta solo il primo passo di un percorso che proseguirà con
una totale riscrittura, entro la fine dell'anno, delle normative
di settore del terziario (legge regionale n. 29 del 2005) e del
turismo (LR 2/2002). È quindi bene sottolineare fin da adesso che
quei provvedimenti che in questa sede non troveranno spazio sotto
forma di emendamenti perché richiederebbero ulteriori
approfondimenti, dovranno essere presi in considerazione durante
le successive discussioni in II Commissione".
Il grande tema politico sollevato da questo disegno di legge, e
al centro del dibattito pubblico, è quello relativo alle chiusure
festive degli esercizi commerciali. Tutti sostanzialmente
favorevoli alle date individuate dalla Giunta - dice Gratton -,
ma resta aperto il tema delle chiusure domenicali.
Per evitare una corsa al rialzo fine a se stessa, il consigliere
ricorda che in sede di Commissione era stato deciso di cercare un
accordo sul numero, così da presentarci uniti e quindi più
incisivi al confronto con il Governo nazionale. Perché è questo -
sottolinea Gratton - il tema vero: se come Regione, per arginare
le liberalizzazioni selvagge, riusciremo a essere compatti,
magari invitando anche altre Regioni a farlo, sarà molto più
probabile portare a casa un risultato.
Stiamo parlando del diritto dei lavoratori di settore di potersi
fermare in determinate giornate dell'anno e di rivitalizzare la
rete del piccolo commercio, negli ultimi anni disastrata dalla
nascita, oltre ogni ragionevole aspettativa, di grandi centri
commerciali capaci di catalizzare la clientela in qualsiasi
momento e in qualsiasi giorno. Quindi si tratta anche di
rivitalizzare i centri storici e le periferie grazie a una rete
più capillare di servizi. Non da ultimo, rivalutare la dimensione
sociale e culturale in cui siamo immersi.
Rimangono poi aperte alcune questioni che dovranno essere
affrontate nei prossimi mesi. Tra queste, le risorse da
impiegare: parte sono già state accantonate per progettualità
immediate, altre dovranno essere reperite se si vuol proseguire
con il rilancio del terziario (ad esempio per le reti di impresa)
e del consolidamento del comparto turistico.
Il tema della diffida amministrativa risulta essere in via di
definizione forse già in questo ddl: utile strumento di
semplificazione per gli operatori del settore, ma anche di
buonsenso e attenzione politica alle loro problematiche.
Per Gratton, bisogna inoltre approfondire il sostegno degli
affitti delle attività commerciali e, nello specifico, a come
dovrebbero essere strutturati i contributi affinché abbiano
un'effettiva ricaduta sul territorio in termini di ripopolamento
di determinate zone, di riqualificazione di locali chiusi e di
rivitalizzazione di aree urbane.
Il pubblico punta a riappropriarsi di un ruolo di regia.
Politiche che vanno nella direzione di una nuova attenzione verso
il consumatore e la tutela del piccolo commercio, come emerge
dalla ridefinizione dell'outlet; nell'inserimento di nuove
modalità di packaging; nel rinnovato interesse verso i centri
commerciali naturali; nei finanziamenti ulteriori per le
progettualità Pisus (accesso a fondi europei destinati alla
riqualificazione dei centri urbani), espressione non solo di
attenzione al piccolo commercio ma anche di impegno da parte
degli enti locali, rilanciandone ruolo e programmazione sul
territorio.
Infine, trova risposta un richiesta che da lungo tempo proveniva
dal mondo della cooperazione sociale: l'interlocuzione unica farà
capo alla direzione delle Attività produttive. Ritengo che questo
sia un passaggio di fondamentale importanza - conclude Gratton -,
perché per troppo tempo queste realtà si sono trovate a dover
interagire con una direzione nella fase di programmazione e con
un'altra in quella di reperimento del finanziamenti.
(immagini tv)
(segue)