III e IV Comm: audizione Commissione regionale amianto
(ACON) Trieste, 2 mar - RCM - La III e la IV Commissione
consiliare regionale - presidenti Franco Rotelli (Pd) e Vittorino
Boem (Pd) - si sono riunite per ascoltare dalla Commissione
regionale amianto gli esiti della VI Conferenza regionale
sull'amianto tenutasi a Trieste il 15 maggio 2015.
Temi della Conferenza erano stati: aggiornare le tematiche
sanitarie, igienistiche, tecnologiche e legislative relative
all'inquinamento e all'esposizione ambientale e occupazionale
all'amianto; presentare un protocollo di sorveglianza sanitaria
dei lavoratori ex esposti all'asbesto e degli addetti alle
bonifiche dei siti inquinati; documentare i risultati delle
ricerche scientifiche (cliniche, epidemiologiche e molecolari)
svolte in ambito regionale e finanziate dalla Regione (LR
22/2001); valutare le possibili innovazioni tecniche relative
allo smaltimento dei materiali contenenti amianto in un'ottica
alternativa a quella delle discariche; implementare un "sistema
di rete" tra varie istituzioni (dipartimenti di prevenzione,
ARPA, Università, enti privati) per il costante monitoraggio
delle bonifiche dei materiali contenti asbesto sul territorio
regionale. Non da ultimo, era stata presentata la
sperimentazione, avviata da una convenzione tra ARPA e Comando
generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, per il rilevamento
aereo di materiale contenente amianto.
A cominciare dal suo presidente, Fernando Della Ricca, la
Commissione amianto ha fatto il resoconto della situazione
regionale, anche paragonata a quella nazionale, rimarcando che le
aree più colpite in FVG sono quelle di Trieste con il porto e la
zona industriale, l'Isontino/Monfalconese con i cantieri e il
terziario, la Bassa Friulana con gli insediamenti chimici; che la
sperimentazione conclusa nel 2011 non ha dato risposte efficaci
per la diagnosi precoce delle esposizioni, la prevenzione del
tumore al polmone, o neoplasie correlate all'esposizione
all'asbesto e che dunque si è passati a un nuovo programma di
sorveglianza sanitaria e di assistenza agli ex esposti; che oggi
gli iscritti al Registro esposti amianto del FVG sono 9.638
(6.198 nell'area triestina e 2.863 in quella isontina) di cui
1.402 deceduti; che di mesotelioma della pleura correlato
all'amianto si parlerà almeno sino al 2030, considerata la sua
latenza, con un picco proprio in questi anni, ovvero tra il 2015
e il 2020; che i più colpiti sono gli uomini con un'incidenza di
morte per 100mila abitanti di circa il 7%, mentre tra le donne è
di meno dell'1%; che la stima media degli ultimi anni e nei
prossimi, in FVG, registrerà un numero di morti per patologie
asbesto/correlate pari a 65/70 casi anno.
E ancora: che il Centro regionale unico amianto (Crua) ha bisogno
di risorse per essere presente su tutto il territorio regionale e
non limitarsi a poche zone, nonché deve trovare una sua
dimensione operativa con, tra i suoi compiti, la presa in carico
dell'ammalato, il supporto socio/sanitario, scientifico,
psicologico al paziente e ai suoi familiari; le difficoltà
documentali per i riconoscimenti da parte dell'Inail; che i mezzi
dell'informazione sono importati e devono essere basati
sull'immediatezza; che l'Arpa si sta adoperando, tra l'altro, in
collaborazione con il Crua per un archivio unico dei siti in cui
è presente amianto e in che misura, e per il loro monitoraggio,
dopo che non si stava facendo nulla in tal senso dal 2007; che il
materiale friabile contenete asbesto, utilizzato soprattutto per
gli impianti di riscaldamento, è molto più pericoloso delle
coperture dei tetti nel più noto eternit; che in FVG sono state
14 le rimozioni di amianto al giorno negli ultimi 5 anni da parte
di personale specializzato.
Sollecitato da Giulio Lauri (Sel), Della Ricca ha quindi aggiunto
che non si è in grado di quantificare quanta rimozione andrà
ancora fatta nei prossimi anni, ma sicuramente è ancora tanto il
materiale da bonificare. Infatti, tra le discariche amianto
ancora attive in Italia, quella di Porcia, l'unica del FVG, è
all'avanguardia nazionale sotto il profilo tecnologico e di
sicurezza, ma il primo lotto è esaurito (100.000 tonnellate), è
stato concesso un secondo lotto da 250.000 ton, ma è destinato a
esaurirsi in non più di 4 anni (anche perché riceve rifiuti anche
da altre Regioni, solo dal Veneto per il 70%) e i "canali"
tedeschi sono destinati a chiudersi a breve. Il futuro non sono
le discariche, ma l'inertizzazione. Nell'ambito del Piano
regionale degli smaltimenti dei rifiuti, dovrebbe essere inserito
un capitolo dedicato proprio allo smaltimento dell'asbesto.
Su domanda di Diego Moretti (Pd), si è appreso che la gente della
Bassa Friulana, Palmanova in primis che non registra più di 25
accessi allo sportello dedicato, ha paura di farsi controllare,
diversamente dai monfalconesi che semmai hanno paura della
risposta ma non del controllo. Dal 1 giugno al 31 dicembre 2013,
le visite al Crua sono state 72 in tutto, l'anno dopo 195 per
salire a 409 nel 2015.
Con Ilaria Dal Zovo (M5S) che si è interessata alla possibile
esposizione correlata alle tubature d'acqua, si è sottolineato
che a oggi nel Registro mesoteliomi non si trovano dati di
evidente nesso, oltre al fatto che la calcificazione causata
dall'acqua aiuta il non rilascio di fibre da parte dei tubi e,
non da ultimo, l'esposizione per inalazione è diversissima da
quella per ingestione.
Il supporto psicologico è emerso dopo le domande di Andrea Ussai
(M5S): importante la ricerca che stanno facendo Crua e
Università, finanziata dalla Regione, sull'aspetto psicologico di
chi teme l'esposizione o di ammalarsi di mesotelioma avendo
riscontrato placche pleuriche. Ciò che manca e di cui, invece, i
familiari sentono un estremo bisogno e chiedono aiuto in questo
alle istituzioni, è un luogo presso le strutture ospedaliere che
hanno in cura il loro caro dove potersi confrontare con chi ha
già vissuto quel dramma e trarre conforto psicologico da quelle
esperienze, e dove anche poter piangere nella consapevolezza che
la persona amata morirà di lì a pochi mesi.
(immagini tv)