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III e IV Comm: audizione Commissione regionale amianto

02.03.2016
13:34
(ACON) Trieste, 2 mar - RCM - La III e la IV Commissione consiliare regionale - presidenti Franco Rotelli (Pd) e Vittorino Boem (Pd) - si sono riunite per ascoltare dalla Commissione regionale amianto gli esiti della VI Conferenza regionale sull'amianto tenutasi a Trieste il 15 maggio 2015.

Temi della Conferenza erano stati: aggiornare le tematiche sanitarie, igienistiche, tecnologiche e legislative relative all'inquinamento e all'esposizione ambientale e occupazionale all'amianto; presentare un protocollo di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all'asbesto e degli addetti alle bonifiche dei siti inquinati; documentare i risultati delle ricerche scientifiche (cliniche, epidemiologiche e molecolari) svolte in ambito regionale e finanziate dalla Regione (LR 22/2001); valutare le possibili innovazioni tecniche relative allo smaltimento dei materiali contenenti amianto in un'ottica alternativa a quella delle discariche; implementare un "sistema di rete" tra varie istituzioni (dipartimenti di prevenzione, ARPA, Università, enti privati) per il costante monitoraggio delle bonifiche dei materiali contenti asbesto sul territorio regionale. Non da ultimo, era stata presentata la sperimentazione, avviata da una convenzione tra ARPA e Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, per il rilevamento aereo di materiale contenente amianto.

A cominciare dal suo presidente, Fernando Della Ricca, la Commissione amianto ha fatto il resoconto della situazione regionale, anche paragonata a quella nazionale, rimarcando che le aree più colpite in FVG sono quelle di Trieste con il porto e la zona industriale, l'Isontino/Monfalconese con i cantieri e il terziario, la Bassa Friulana con gli insediamenti chimici; che la sperimentazione conclusa nel 2011 non ha dato risposte efficaci per la diagnosi precoce delle esposizioni, la prevenzione del tumore al polmone, o neoplasie correlate all'esposizione all'asbesto e che dunque si è passati a un nuovo programma di sorveglianza sanitaria e di assistenza agli ex esposti; che oggi gli iscritti al Registro esposti amianto del FVG sono 9.638 (6.198 nell'area triestina e 2.863 in quella isontina) di cui 1.402 deceduti; che di mesotelioma della pleura correlato all'amianto si parlerà almeno sino al 2030, considerata la sua latenza, con un picco proprio in questi anni, ovvero tra il 2015 e il 2020; che i più colpiti sono gli uomini con un'incidenza di morte per 100mila abitanti di circa il 7%, mentre tra le donne è di meno dell'1%; che la stima media degli ultimi anni e nei prossimi, in FVG, registrerà un numero di morti per patologie asbesto/correlate pari a 65/70 casi anno.

E ancora: che il Centro regionale unico amianto (Crua) ha bisogno di risorse per essere presente su tutto il territorio regionale e non limitarsi a poche zone, nonché deve trovare una sua dimensione operativa con, tra i suoi compiti, la presa in carico dell'ammalato, il supporto socio/sanitario, scientifico, psicologico al paziente e ai suoi familiari; le difficoltà documentali per i riconoscimenti da parte dell'Inail; che i mezzi dell'informazione sono importati e devono essere basati sull'immediatezza; che l'Arpa si sta adoperando, tra l'altro, in collaborazione con il Crua per un archivio unico dei siti in cui è presente amianto e in che misura, e per il loro monitoraggio, dopo che non si stava facendo nulla in tal senso dal 2007; che il materiale friabile contenete asbesto, utilizzato soprattutto per gli impianti di riscaldamento, è molto più pericoloso delle coperture dei tetti nel più noto eternit; che in FVG sono state 14 le rimozioni di amianto al giorno negli ultimi 5 anni da parte di personale specializzato.

Sollecitato da Giulio Lauri (Sel), Della Ricca ha quindi aggiunto che non si è in grado di quantificare quanta rimozione andrà ancora fatta nei prossimi anni, ma sicuramente è ancora tanto il materiale da bonificare. Infatti, tra le discariche amianto ancora attive in Italia, quella di Porcia, l'unica del FVG, è all'avanguardia nazionale sotto il profilo tecnologico e di sicurezza, ma il primo lotto è esaurito (100.000 tonnellate), è stato concesso un secondo lotto da 250.000 ton, ma è destinato a esaurirsi in non più di 4 anni (anche perché riceve rifiuti anche da altre Regioni, solo dal Veneto per il 70%) e i "canali" tedeschi sono destinati a chiudersi a breve. Il futuro non sono le discariche, ma l'inertizzazione. Nell'ambito del Piano regionale degli smaltimenti dei rifiuti, dovrebbe essere inserito un capitolo dedicato proprio allo smaltimento dell'asbesto.

Su domanda di Diego Moretti (Pd), si è appreso che la gente della Bassa Friulana, Palmanova in primis che non registra più di 25 accessi allo sportello dedicato, ha paura di farsi controllare, diversamente dai monfalconesi che semmai hanno paura della risposta ma non del controllo. Dal 1 giugno al 31 dicembre 2013, le visite al Crua sono state 72 in tutto, l'anno dopo 195 per salire a 409 nel 2015.

Con Ilaria Dal Zovo (M5S) che si è interessata alla possibile esposizione correlata alle tubature d'acqua, si è sottolineato che a oggi nel Registro mesoteliomi non si trovano dati di evidente nesso, oltre al fatto che la calcificazione causata dall'acqua aiuta il non rilascio di fibre da parte dei tubi e, non da ultimo, l'esposizione per inalazione è diversissima da quella per ingestione.

Il supporto psicologico è emerso dopo le domande di Andrea Ussai (M5S): importante la ricerca che stanno facendo Crua e Università, finanziata dalla Regione, sull'aspetto psicologico di chi teme l'esposizione o di ammalarsi di mesotelioma avendo riscontrato placche pleuriche. Ciò che manca e di cui, invece, i familiari sentono un estremo bisogno e chiedono aiuto in questo alle istituzioni, è un luogo presso le strutture ospedaliere che hanno in cura il loro caro dove potersi confrontare con chi ha già vissuto quel dramma e trarre conforto psicologico da quelle esperienze, e dove anche poter piangere nella consapevolezza che la persona amata morirà di lì a pochi mesi.

(immagini tv)