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Crpo: convegno su donne e cattiva comunicazione

08.04.2016
11:29
(ACON) Trieste, 8 apr - RCM - "Spesso c'è una spettacolarizzazione della notizia e la vittima è vittima due volte."

È quanto ha affermato Annamaria Poggioli, presidente della Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna del Friuli Venezia Giulia (Crpo FVG), in occasione del convegno "Il silenzio è il tuo nemico, la cattiva comunicazione è suo alleato", organizzato in collaborazione con Associazione della stampa e Ordine dei giornalisti.

Comunicare da parte dei media episodi di violenza sulle donne, di violenze o abusi sessuali su minori - ha aggiunto la Poggioli aprendo i lavori dedicati al mondo dell'informazione -, richiede una particolare deontologia professionale: la spettacolarizzazione delle notizie, infatti, genera quella che è stata definita la "vittimizzazione secondaria" che si verifica nel momento in cui tali notizie vengono riportate male, ovvero con scopi sensazionalistici, finalizzati solo ad attirare un maggior numero di lettori e telespettatori.

La Crpo FVG ha inteso, dunque, promuovere un convegno a carattere formativo, rivolto a giornaliste e giornalisti, in collaborazione con Assostampa e Ordine dei giornalisti, per avviare una discussione sulle modalità comunicative della violenza contro le donne, allo scopo di consapevolizzare sul ruolo che riveste l'informazione in questo ambito particolarmente delicato nel quale il numero delle vittime è molto elevato.

Come Crpo - ha spiegato la sua presidente -, abbiamo avviato un percorso sulla diffusione di notizie sulla violenza e sulla salute in generale delle donne. L'emancipazione femminile ha fatto passi avanti in questi anni, ma ha parecchio da conquistare sul piano della parità all'interno degli organi istituzionali e del mondo del lavoro, dove le donne, a parità di mansioni, ancora oggi guadagnano anche il 30% in meno di un uomo.

Gli episodi di violenza subiti dalle donne, ma anche dai minori (inclusi gli atti violenti a cui assistono), sono in aumento e la cosa ci preoccupa. Affronteremo ancora l'argomento dopo l'estate - ha fatto sapere la Poggioli -. Intanto oggi parliamo del fatto che comunicare la violenza è un argomento delicato che ha bisogno di deontologia professionale.

Gli interventi in cartellone hanno visto anche il nome di Cristiano Degano quale presidente dell'Ordine dei Giornalisti FVG, Carlo Muscatello presidente di Assostampa FVG e componente della Giunta esecutiva Fnsi, e Claudia Don in veste di coordinatrice dell'evento ma soprattutto del Gruppo salute, politiche sociali e contrasto alla violenza contro le donne.

Il presidente Degano ha affermato che comunicare la violenza è molto delicato, coinvolge la diretta responsabilità di un giornalista. Ha poi rammentato la sottoscrizione, l'8 luglio scorso, della Carta di Pordenone intitolata proprio "Media e rappresentazione di genere", nata in quella città dopo alcuni gravi fatti di cronaca che hanno coinvolto quella zona della nostra regione. La finalità del protocollo d'intesa è "promuovere un'immagine equilibrata e plurale di donne e uomini superando e contrastando gli stereotipi di genere nei media. L'accordo inoltre intende favorire la conoscenza e la diffusione dei principi di uguaglianza, pari opportunità, di riconoscimento e valorizzazione delle differenze, consapevoli del fatto che una comunicazione responsabile e la sensibilizzazione degli operatori e delle operatrici possono contribuire all'abbattimento degli stereotipi di genere e a sviluppare il rispetto delle identità di donne e uomini in modo coerente con l'evoluzione dei loro ruoli nella società".

A fargli eco, il presidente Muscatello che ha accomunato la responsabilità della buona comunicazione quando si tratta di notizie di violenza oppure sui minori a quelle sugli immigrati, altro fenomeno oggi di estrema attualità. Sono tutti argomenti - ha sottolineato - trattati su mezzi di comunicazione come i social network, diversi dai tradizionali giornali o canali radiotelevisivi a cui siamo stati abituati e di cui è difficile effettuare la verifica delle fonti di quanto diffuso. Con questi incontri permettiamo anche l'aggiornamento del fare informazione. Crisi economica e rivoluzione digitale creano problemi al mondo dell'editoria (vedi l'annunciata fusione tra tanti giornali storici come La Stampa, La Repubblica, Il Secolo XIX), ma non si può solo criticare, dobbiamo fare meglio il nostro lavoro. Per questo in FVG vediamo la legge sulla formazione giornalistica non come un obbligo, ma come un'opportunità di crescita. Muscatello ha poi fatto presente che il mestiere del giornalista era notoriamente "maschile", oggi invece sono tante le "penne rosa" e anche molto preparate.

Claudia Don, dando il via ai lavori veri e propri, ha affermato che a volte le parole contribuiscono a creare pregiudizi. E che quando si tratta di donne, spesso si usano parole approssimative quando non sbagliate.

Nadia Somma, Natalina Folla e Sergia Adamo hanno così affrontato la tematica del linguaggio nei media da diversi punti di vista: giuridico, sociologico e del corretto utilizzo di un linguaggio di genere del quale sono state evidenziate possibilità e prospettive.

"Le parole per dirlo: il femminicidio e gli stereotipi nel linguaggio dei media" è stato il tema trattato dalla giornalista Somma; "Violenza contro le donne e strumenti normativi di contrasto: saperne di più per informare meglio" quello della Folla, docente e ricercatrice di diritto penale presso l'Università di Trieste; "Linguaggi di genere: possibilità e prospettive" per la Adamo, studiosa e traduttrice di teorie di genere.

(immagini tv)