Crpo: convegno su donne e cattiva comunicazione
(ACON) Trieste, 8 apr - RCM - "Spesso c'è una
spettacolarizzazione della notizia e la vittima è vittima due
volte."
È quanto ha affermato Annamaria Poggioli, presidente della
Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna del Friuli
Venezia Giulia (Crpo FVG), in occasione del convegno "Il silenzio
è il tuo nemico, la cattiva comunicazione è suo alleato",
organizzato in collaborazione con Associazione della stampa e
Ordine dei giornalisti.
Comunicare da parte dei media episodi di violenza sulle donne, di
violenze o abusi sessuali su minori - ha aggiunto la Poggioli
aprendo i lavori dedicati al mondo dell'informazione -, richiede
una particolare deontologia professionale: la
spettacolarizzazione delle notizie, infatti, genera quella che è
stata definita la "vittimizzazione secondaria" che si verifica
nel momento in cui tali notizie vengono riportate male, ovvero
con scopi sensazionalistici, finalizzati solo ad attirare un
maggior numero di lettori e telespettatori.
La Crpo FVG ha inteso, dunque, promuovere un convegno a carattere
formativo, rivolto a giornaliste e giornalisti, in collaborazione
con Assostampa e Ordine dei giornalisti, per avviare una
discussione sulle modalità comunicative della violenza contro le
donne, allo scopo di consapevolizzare sul ruolo che riveste
l'informazione in questo ambito particolarmente delicato nel
quale il numero delle vittime è molto elevato.
Come Crpo - ha spiegato la sua presidente -, abbiamo avviato un
percorso sulla diffusione di notizie sulla violenza e sulla
salute in generale delle donne. L'emancipazione femminile ha
fatto passi avanti in questi anni, ma ha parecchio da conquistare
sul piano della parità all'interno degli organi istituzionali e
del mondo del lavoro, dove le donne, a parità di mansioni, ancora
oggi guadagnano anche il 30% in meno di un uomo.
Gli episodi di violenza subiti dalle donne, ma anche dai minori
(inclusi gli atti violenti a cui assistono), sono in aumento e la
cosa ci preoccupa. Affronteremo ancora l'argomento dopo l'estate
- ha fatto sapere la Poggioli -. Intanto oggi parliamo del fatto
che comunicare la violenza è un argomento delicato che ha bisogno
di deontologia professionale.
Gli interventi in cartellone hanno visto anche il nome di
Cristiano Degano quale presidente dell'Ordine dei Giornalisti
FVG, Carlo Muscatello presidente di Assostampa FVG e componente
della Giunta esecutiva Fnsi, e Claudia Don in veste di
coordinatrice dell'evento ma soprattutto del Gruppo salute,
politiche sociali e contrasto alla violenza contro le donne.
Il presidente Degano ha affermato che comunicare la violenza è
molto delicato, coinvolge la diretta responsabilità di un
giornalista. Ha poi rammentato la sottoscrizione, l'8 luglio
scorso, della Carta di Pordenone intitolata proprio "Media e
rappresentazione di genere", nata in quella città dopo alcuni
gravi fatti di cronaca che hanno coinvolto quella zona della
nostra regione. La finalità del protocollo d'intesa è "promuovere
un'immagine equilibrata e plurale di donne e uomini superando e
contrastando gli stereotipi di genere nei media. L'accordo
inoltre intende favorire la conoscenza e la diffusione dei
principi di uguaglianza, pari opportunità, di riconoscimento e
valorizzazione delle differenze, consapevoli del fatto che una
comunicazione responsabile e la sensibilizzazione degli operatori
e delle operatrici possono contribuire all'abbattimento degli
stereotipi di genere e a sviluppare il rispetto delle identità di
donne e uomini in modo coerente con l'evoluzione dei loro ruoli
nella società".
A fargli eco, il presidente Muscatello che ha accomunato la
responsabilità della buona comunicazione quando si tratta di
notizie di violenza oppure sui minori a quelle sugli immigrati,
altro fenomeno oggi di estrema attualità. Sono tutti argomenti -
ha sottolineato - trattati su mezzi di comunicazione come i
social network, diversi dai tradizionali giornali o canali
radiotelevisivi a cui siamo stati abituati e di cui è difficile
effettuare la verifica delle fonti di quanto diffuso. Con questi
incontri permettiamo anche l'aggiornamento del fare informazione.
Crisi economica e rivoluzione digitale creano problemi al mondo
dell'editoria (vedi l'annunciata fusione tra tanti giornali
storici come La Stampa, La Repubblica, Il Secolo XIX), ma non si
può solo criticare, dobbiamo fare meglio il nostro lavoro. Per
questo in FVG vediamo la legge sulla formazione giornalistica non
come un obbligo, ma come un'opportunità di crescita. Muscatello
ha poi fatto presente che il mestiere del giornalista era
notoriamente "maschile", oggi invece sono tante le "penne rosa" e
anche molto preparate.
Claudia Don, dando il via ai lavori veri e propri, ha affermato
che a volte le parole contribuiscono a creare pregiudizi. E che
quando si tratta di donne, spesso si usano parole approssimative
quando non sbagliate.
Nadia Somma, Natalina Folla e Sergia Adamo hanno così affrontato
la tematica del linguaggio nei media da diversi punti di vista:
giuridico, sociologico e del corretto utilizzo di un linguaggio
di genere del quale sono state evidenziate possibilità e
prospettive.
"Le parole per dirlo: il femminicidio e gli stereotipi nel
linguaggio dei media" è stato il tema trattato dalla giornalista
Somma; "Violenza contro le donne e strumenti normativi di
contrasto: saperne di più per informare meglio" quello della
Folla, docente e ricercatrice di diritto penale presso
l'Università di Trieste; "Linguaggi di genere: possibilità e
prospettive" per la Adamo, studiosa e traduttrice di teorie di
genere.
(immagini tv)