VI Comm: audizione rettore Sissa e rettore ateneo Udine (2)
(ACON) Trieste, 10 mag - RCM - Il rettore Stefano Ruffo ha
detto alla VI Commissione consiliare delle due azioni che la
Sissa sta portando avanti per attrarre studenti, ma per le quali
sarebbe bene un sostegno della Regione dato il loro tornaconto
per il territorio: Sissa per le scuole (l'istituto è visitato
dagli studenti delle scuole secondarie ma anche delle primarie,
perché la scienza - ha detto Ruffo - si può insegnare anche ai
bambini) e l'offerta di percorsi di eccellenza con borse di
studio di sostegno, il tutto quale punto di attrazione per
l'esterno.
Quanto alla ricerca - ha poi aggiunto il rettore -, è un sistema
sottofinanziato. C'è poca trasparenza nella distribuzione dei
fondi, così come nelle assunzioni (le leggi cambiano troppo
spesso e questo non garantisce trasparenza, dai concorsi alle
assunzioni). La proposta è creare dei "grant", ovvero dei
sostegni economici, per giovani ricercatori, ma soprattutto dare
loro piena autonomia nella gestione dei fondi per svolgere la
ricerca, garantire più spazi, più strutture e infrastrutture e
renderli operativi nel giro di un anno se si vuole essere
competitivi a livello internazionale. Perché innanzitutto si deve
favorire i ricercatori stranieri, volano per tutta la regione.
Infine, anche il rettore di Udine, Alberto Felice De Toni, ha
parlato di come si cerchi di favorire l'orientamento in ingresso
degli studenti attraverso contatti con oltre 50 scuole e un
tavolo di raccordo scuola/università che si ritrova due volte
all'anno e si confronta su esigenze e progetti. Però è importante
anche la filiera in uscita, perché i ragazzi devono percepire
l'utilità di ciò che stanno facendo nel corso degli studi
(l'università di Udine per questo organizza viaggi all'estero per
mettere i suoi studenti in contatto con altre realtà straniere).
Inoltre oggi si ritiene che gli studenti non abbienti siano un
costo pieno, mentre vanno cercate le eccellenze anche tra di
loro, perché ci sono, e vanno aiutati. Se il diritto allo studio
è tale ed è in mano alla Regione, allora questa deve sostenerlo
veramente, mentre nella realtà i fondi messi a disposizione sono
insufficienti rispetto alle esigenze. Non da ultimo, la
cooperazione tra atenei esiste solo grazie alla buona volontà dei
singoli, perché non c'è alcuna incentivazione regionale;
l'edilizia universitaria è ferma da tre anni; bisogna creare un
progetto regionale per sostenere la cooperazione tra mondo dello
studio universitario e mondo del lavoro, prevedendo fondi mirati
per la ricerca e l'innovazione che deve fare l'impresa a cui i
soldi sono destinati.
Come dati relativi agli immatricolati, il rettore ha poi detto
del 20% degli iscritti ai corsi triennali, anno accademico
2014-2015, che registra zero crediti formativi universitari (Cfu)
alla fine del primo anno (mediamente un esame va dai 4 ai 12
crediti, il che significa che uno studente su 5 non ha dato
neppure un esame in tutto l'anno). I non iscritti al II anno,
passano dal 5% degli immatricolati 2012-2013 al 3% del 2014-2015.
L'analisi della dispersione vede, quale causa principale, la
rinuncia con il 46,9% nell'ultimo anno, un trend in continuo
aumento, così come è un fenomeno in crescita il trend degli
studenti non in regola con le tasse: 25,3% sempre nel 2014-2015.
Per quanto attiene i ricercatori, quelli a tempo determinato,
Rtd, figura introdotta con la legge nazionale 240 del 2010 - è
stata l'ultima riflessione dell'ateneo udinese - dovrebbe essere
l'elemento centrale del processo di reclutamento universitario;
sarebbe la figura chiave per il traghettamento dei giovani verso
posizioni accademiche a tempo indeterminato. Se, in tutta la
regione, nel 2014 i Rtd cosiddetti junior (3 anni rinnovabili una
sola volta per 2 anni) risultano pari allo 0,06 ogni 100 docenti,
i Rdt senior (3 anni non rinnovabili, ma con un inquadramento
come professore associato al termine del triennio se in possesso
dell'abilitazione nazionale), sono pari a zero.
Le criticità si vedono, per gli junior, in costi elevati,
crescente preferenza degli atenei ad attivare assegni di ricerca
piuttosto che posti da ricercatore; per i senior in costi
elevatissimi, una attivazione soggetta a vincoli stringenti da
parte del ministero, la copertura integrale della spesa al
momento del bando, l'impatto sulla possibilità di assunzione o di
aumento di grado di altre posizioni di ruolo.
(immagini tv)
(fine)