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VI Comm: audizione rettore Sissa e rettore ateneo Udine (2)

10.05.2016
14:42
(ACON) Trieste, 10 mag - RCM - Il rettore Stefano Ruffo ha detto alla VI Commissione consiliare delle due azioni che la Sissa sta portando avanti per attrarre studenti, ma per le quali sarebbe bene un sostegno della Regione dato il loro tornaconto per il territorio: Sissa per le scuole (l'istituto è visitato dagli studenti delle scuole secondarie ma anche delle primarie, perché la scienza - ha detto Ruffo - si può insegnare anche ai bambini) e l'offerta di percorsi di eccellenza con borse di studio di sostegno, il tutto quale punto di attrazione per l'esterno.

Quanto alla ricerca - ha poi aggiunto il rettore -, è un sistema sottofinanziato. C'è poca trasparenza nella distribuzione dei fondi, così come nelle assunzioni (le leggi cambiano troppo spesso e questo non garantisce trasparenza, dai concorsi alle assunzioni). La proposta è creare dei "grant", ovvero dei sostegni economici, per giovani ricercatori, ma soprattutto dare loro piena autonomia nella gestione dei fondi per svolgere la ricerca, garantire più spazi, più strutture e infrastrutture e renderli operativi nel giro di un anno se si vuole essere competitivi a livello internazionale. Perché innanzitutto si deve favorire i ricercatori stranieri, volano per tutta la regione.

Infine, anche il rettore di Udine, Alberto Felice De Toni, ha parlato di come si cerchi di favorire l'orientamento in ingresso degli studenti attraverso contatti con oltre 50 scuole e un tavolo di raccordo scuola/università che si ritrova due volte all'anno e si confronta su esigenze e progetti. Però è importante anche la filiera in uscita, perché i ragazzi devono percepire l'utilità di ciò che stanno facendo nel corso degli studi (l'università di Udine per questo organizza viaggi all'estero per mettere i suoi studenti in contatto con altre realtà straniere).

Inoltre oggi si ritiene che gli studenti non abbienti siano un costo pieno, mentre vanno cercate le eccellenze anche tra di loro, perché ci sono, e vanno aiutati. Se il diritto allo studio è tale ed è in mano alla Regione, allora questa deve sostenerlo veramente, mentre nella realtà i fondi messi a disposizione sono insufficienti rispetto alle esigenze. Non da ultimo, la cooperazione tra atenei esiste solo grazie alla buona volontà dei singoli, perché non c'è alcuna incentivazione regionale; l'edilizia universitaria è ferma da tre anni; bisogna creare un progetto regionale per sostenere la cooperazione tra mondo dello studio universitario e mondo del lavoro, prevedendo fondi mirati per la ricerca e l'innovazione che deve fare l'impresa a cui i soldi sono destinati.

Come dati relativi agli immatricolati, il rettore ha poi detto del 20% degli iscritti ai corsi triennali, anno accademico 2014-2015, che registra zero crediti formativi universitari (Cfu) alla fine del primo anno (mediamente un esame va dai 4 ai 12 crediti, il che significa che uno studente su 5 non ha dato neppure un esame in tutto l'anno). I non iscritti al II anno, passano dal 5% degli immatricolati 2012-2013 al 3% del 2014-2015. L'analisi della dispersione vede, quale causa principale, la rinuncia con il 46,9% nell'ultimo anno, un trend in continuo aumento, così come è un fenomeno in crescita il trend degli studenti non in regola con le tasse: 25,3% sempre nel 2014-2015.

Per quanto attiene i ricercatori, quelli a tempo determinato, Rtd, figura introdotta con la legge nazionale 240 del 2010 - è stata l'ultima riflessione dell'ateneo udinese - dovrebbe essere l'elemento centrale del processo di reclutamento universitario; sarebbe la figura chiave per il traghettamento dei giovani verso posizioni accademiche a tempo indeterminato. Se, in tutta la regione, nel 2014 i Rtd cosiddetti junior (3 anni rinnovabili una sola volta per 2 anni) risultano pari allo 0,06 ogni 100 docenti, i Rdt senior (3 anni non rinnovabili, ma con un inquadramento come professore associato al termine del triennio se in possesso dell'abilitazione nazionale), sono pari a zero.

Le criticità si vedono, per gli junior, in costi elevati, crescente preferenza degli atenei ad attivare assegni di ricerca piuttosto che posti da ricercatore; per i senior in costi elevatissimi, una attivazione soggetta a vincoli stringenti da parte del ministero, la copertura integrale della spesa al momento del bando, l'impatto sulla possibilità di assunzione o di aumento di grado di altre posizioni di ruolo.

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