News


CR: attività estrattive, relatore maggioranza Lauri (3)

06.07.2016
12:45
(ACON) Trieste, 6 lug - RCM - Realizzare finalmente e in tempi brevi il Piano regionale delle attività estrattive (Prae), subordinando le nuove autorizzazioni al rilascio delle concessioni per l'esecuzione della manutenzione degli alvei come previste dalla legge regionale 11/2015 sulla difesa del suolo; a valutare i fabbisogni, anche alla luce della presenza sul mercato di materiale riutilizzabile derivante dal riciclo degli inerti da demolizione e di privilegiare la risistemazione dei vecchi siti estrattivi abbandonati e l'ampliamento di quelli esistenti all'apertura di nuove cave.

Sono questi, per il secondo relatore di maggioranza, Giulio Lauri (Sel), gli obiettivi del disegno di legge sulle attività estrattive.

Dal momento che quella estrattiva - ha aggiunto Lauri - è a tutti gli effetti un'attività di natura economica realizzata da imprese private, nel momento in cui si chiede al settore di intraprendere un percorso di cambiamento caratterizzato da una maggiore attenzione per l'interesse pubblico di tutela dell'ambiente e dal contributo al mantenimento della sicurezza idraulica dei corsi d'acqua, si tratterebbe anche di accompagnarla dal punto di vista normativo ed economico, indirizzando così con maggiore efficacia una evoluzione positiva dell'intero sistema.

Se un difetto, per Lauri, va trovato in questo ddl, così come in altre norme regionali che presenterebbero una natura intersettoriale, è proprio di essere orientato a una profonda trasformazione del sistema che muove da considerazioni di carattere ambientale, senza operare nel contempo anche sull'intero contesto normativo che riguarda altri aspetti ambientali e la disciplina dei rifiuti, sugli aspetti di incentivazione economica e sui possibili risvolti occupazionali che tale cambiamento potrebbe determinare nella fase transitoria di passaggio dal vecchio sistema a quello nuovo.

Nella pianificazione dell'attività estrattiva - così ancora il relatore - va, infatti, tenuta nella debita considerazione la distinzione fra materiali lapidei di minore valore economico e maggiore disponibilità, quali la sabbia la ghiaia e il pietrisco calcareo, materiali molto pregiati e rari quali la pietra ornamentale e alcuni tipi di pietrisco calcareo come il marmorino, e altri ancora di minore valore e molto meno presenti ma ugualmente richiesti dal mercato come i gessi e i laterizi. Ecco che allora che il Prae può essere uno strumento molto utile per pianificare l'attività estrattiva, da un lato indicando al sistema economico le zone interdette all'attività estrattiva per motivi ambientali, dall'altro indicando a esso e alle stesse amministrazioni comunali le zone su cui sarà possibile programmarne lo svolgimento, individuando nuove destinazioni d'uso.

Durante il passaggio in Aula - ha chiosato il consigliere - è auspicabile siano risolti ulteriori aspetti su cui la norma non appare al momento pienamente soddisfacente. In particolare restano da affrontare i seguenti nodi: è necessario il passaggio del Prae in Commissione consiliare così come già avviene per molti altri atti di programmazione territoriale e ambientale in capo alla Giunta regionale; il calcolo della percentuale di materiale litoide già autorizzato ed effettivamente scavato che darà luogo o meno a una nuova autorizzazione deve essere effettuato per sottobacini geografici e rapportato anche alla effettiva distanza fra gli impianti di lavorazione a disposizione del proponente e le zone di concessione degli inerti da estrarre nei fiumi; vanno precisate le modalità con cui il proponente, la Regione e il Comune si accordano su un eventuale nuovo progetto di valorizzazione e risistemazione finale del sito alla conclusione della coltivazione, prevedendo in ogni caso lo screening o la valutazione di impatto ambientale del nuovo progetto; è utile introdurre l'istituto della "sorpresa geologica" e specificare come essa possa determinare modifiche limitate al progetto di coltivazione iniziale, costituendo in tal caso una variante non sostanziale; specificare maggiormente i requisiti del collaudatore, assegnando alla Regione almeno il compito di accompagnare i Comuni nella scelta di figure effettivamente qualificate, contribuendone alla selezione; va completata la disciplina transitoria definendo le modalità di rinnovo delle autorizzazioni di più immediata scadenza.

(immagini tv)

(segue)