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CR: ddl patrimonio geologico, relatore maggioranza Lauri (3)

14.09.2016
12:54
(ACON) Trieste, 14 set - MPB - L'approvazione di questo provvedimento vedrà il Friuli Venezia Giulia ultima Regione italiana a introdurre nel proprio ordinamento la tutela della geodiversità e del patrimonio geologico. Intervenendo prima della stesura del Piano paesaggistico regionale possiamo individuare un nuovo elenco di beni culturali e ambientali che arricchiscano il patrimonio regionale soggetto a tutela e valorizzazione, arricchendo della componente geologica un paesaggio culturale e ambientale già cospicuo, affinchè anch'essa concorra a orientare le scelte di governo e la pianificazione territoriale.

Riassume così il secondo relatore di maggioranza, Giulio Lauri (Sel), gli obiettivi del disegno di legge sottolineando l'importanza di aver sistematizzato nella stessa cornice legislativa anche la tutela del patrimonio speleologico.

Ma Lauri sottolinea anche che il ritardo con cui la Regione arriva a questo appuntamento appare paradossale soprattutto alla luce dei tanti studi che hanno riguardato quest'area, evidenziando - anche con la citazione di testimonianze di studiosi e ricercatori di ogni parte del mondo - l'importanza geologica del Friuli Venezia Giulia in cui sono stati individuati 234 siti ad alta valenza geologica da tutelare e valorizzare, di cui 22 a valenza sovranazionale, 42 a valenza nazionale e 163 a valenza regionale, che fanno di questo territorio dalle straordinarie particolarità geologiche "un gigantesco archivio tridimensionale sempre aperto al pubblico".

Senza contare - aggiunge il relatore - che è dal Carso triestino e sloveno che prendono il nome, in tutto il mondo, i fenomeni carsici, che qui nasce la speleologia e che grazie al lavoro volontario di numerosissimi speleologi sono state esplorate, rilevate e censite ben 7.500 cavità, 25 delle quali sono assoggettate a tutela paesaggistica in virtù delle eccezionali caratteristiche di interesse geologico, preistorico e storico.

Tutto ciò fa sì che questo prezioso compendio geologico, oltre a costituire un insieme di beni da tutelare e tramandare per la conoscenza sulla storia della Terra, sia un patrimonio da valorizzare, dove un geosito può diventare anche un formidabile attrattore per il turismo culturale e ambientale e, a sua volta, un geoparco una risorsa di sviluppo economico per l'intero territorio.

Così lo scopo del provvedimento, redatto congiuntamente da Pianificazione territoriale e Ambiente con il coinvolgimento di speleologi, geologi, Università e associazioni ambientaliste, è proprio quello di riconoscere il ruolo della geodiversità nella conservazione della natura e nello sviluppo del turismo sostenibile del territorio, di implementare la conoscenza e la conservazione del patrimonio speleologico e dei sistemi carsici, riconoscendo gli stretti legami tra essi e gli acquiferi e di porre le basi normative per lo studio, la tutela e la conservazione dei geositi anche attraverso la realizzazione di geoparchi e l'istituzione di geoparchi regionali e l'istituzione del Catasto dei geositi e dei geoparchi regionali. Per il patrimonio speleologico e delle aree carsiche, oltre alla tutela delle aree carsiche e degli acquiferi carsici, si disciplinano aspetti rilevanti per la valorizzazione anche in chiave turistica del territorio come l'introduzione nel Catasto speleologico regionale delle forre e delle cavità turistiche e artificiali, e la sua articolazione in grotte di interesse geologico, idrogeologico, paleontologico, naturalistico, archeologico, storico/culturale e paesaggistico.

Così Lauri elenca i principali contenuti del disegno di legge: introduzione delle definizioni riferite al patrimonio geologico e al patrimonio speleologico, per rendere chiari gli obiettivi di tutela; riconoscimento del pubblico interesse alla tutela, gestione e valorizzazione della geodiversità regionale e del patrimonio geologico e speleologico a essa collegato, con particolare attenzione al fenomeno carsico; censimento, studio, ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico; istituzione del primo Catasto regionale dei geositi e dei geoparchi regionali e del Catasto speleologico regionale (con l'elenco delle grotte naturali, delle cavità artificiali, delle cavità turistiche e, in una separata sezione, del Catasto delle forre); inoltre, l'introduzione di una disciplina sistemica sulla tutela delle aree carsiche, che attualmente non vengono trattate da normative specifiche neanche a livello nazionale. Infine, il riconoscere un ruolo centrale alle associazioni e ai gruppi speleologici regionali.

Lauri si è quindi soffermato sulla gestione del Catasto regionale delle grotte. Sinora - ha ricordato - è stata affidata con convenzioni periodiche a organismi facenti parte del mondo della speleologia; sono stati gli speleologi a esplorare le cavità sotterranee e a restituire graficamente il rilievo, descriverlo, occuparsi della messa in sicurezza degli accessi, segnalare l'eventuale presenza di rifiuti abbandonati, validare i dati raccolti e compilare le schede del censimento. La scelta della collocazione del Catasto presso la Regione, qui introdotta, presenta però aspetti problematici legati al non inquadramento della figura dello speleologo nell'Amministrazione regionale. Per questo motivo, oltre all'istituzione di un tavolo della speleologia regionale e a individuare i finanziamenti al mondo speleologico conseguenti alla soppressione delle Province, è stata prevista la proroga della Convenzione per la tenuta del Catasto fino all'emanazione del nuovo Regolamento. A questo proposito, così come emerso anche nel corso delle audizioni, dovrà essere previsto non solo un adeguato periodo di transizione per la formazione del personale preposto da allora in avanti alla tenuta del Catasto, ma dovrà anche essere affrontato con chiarezza il problema della validazione dei dati dei rilievi che talvolta necessitano, delle competenze geologiche ed anche specificatamente speleologiche.

Infine, altra questione da approfondire in Aula è quella della gestione di siti o parchi in cui convivano contemporaneamente peculiarità legate alla geodiversità e alla biodiversità, prevedendo che in tali situazioni con sistematicità vengano contemperati entrambi gli aspetti.

(immagini tv) (segue)