M5S: Sergo, condivisa proposta di istituire la Banca della terra
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - "Siamo contenti che
l'assessore Shaurli condivida l'obiettivo della nostra proposta
di legge istituire la Banca della terra. Si vuole dare vita a un
progetto finalizzato a riportare a fini agricoli alcune terre
demaniali e pubbliche della Regione. Un primo passo che trova
tutto il nostro appoggio".
Non nasconde la sua soddisfazione il consigliere regionale del
Movimento 5 Stelle Cristian Sergo dopo la decisione della Giunta
Serracchiani di allocare nuove risorse in difesa del territorio.
"Come avevamo sottolineato nella nostra proposta di legge
depositata a settembre, la Banca della terra è uno strumento
molto semplice che può avere enormi effetti indiretti e a lungo
termine su diversi aspetti della pianificazione del territorio -
spiega Sergo. Recuperare i terreni incolti significa
riappropriarsi di terre abbandonate da tempo e considerate
marginali. Significa quindi riportare imprese e famiglie in zone
a forte calo demografico, creando piccoli circuiti economici.
L'obiettivo è di incentivare la nascita di aziende agricole e
zootecniche perché si insedino e fungano da presidio permanente a
salvaguardia dei territori, per la prevenzione del dilavamento e
l'erosione del suolo fertile, nonché il rischio di incendi".
"Crediamo però che sia necessario realizzare un inventario
completo e aggiornato dei terreni incolti sia di proprietà
pubblica che di quella privata. Questo inventario - afferma il
consigliere del M5S - dovrebbe poi essere reso pubblico per
consentire ai privati interessati di redigere un piano di uso del
terreno, per la sua coltivazione o il suo sfruttamento a pascolo.
Un piano da consegnare poi alla Direzione regionale competente in
agricoltura che, valutati i piani, potrebbe quindi assegnare i
terreni".
"Il recupero produttivo delle terre incolte è un tema
estremamente rilevante per la nostra regione. È stato
recentemente stimato dall'Amministrazione regionale che a fronte
di 30mila campi coltivati sul nostro territorio ne esistono
almeno altri 100mila abbandonati o incolti, situati in
particolare nelle aree montane e in quelle considerate
economicamente marginali. Queste aree, storicamente
caratterizzate da un'estrema frammentazione della proprietà,
hanno subito fortissimi episodi di spopolamento e continuano a
essere soggette a fenomeni di invecchiamento della popolazione e
di abbandono dei terreni agricoli. Le aree non coltivate sono
sottoposte a un rapido processo di rimboschimento e spesso
dipendono da sussidi pubblici per rimanere a prato e a pascolo.
Questo fenomeno di rimboschimento - conclude Sergo - non può
essere visto come una positiva rinaturalizzazione. Si tratta
infatti di un indicatore di abbandono del territorio e di
allontanamento delle comunità locali dall'ambiente naturale".