Sel-FVG: Lauri su Piano integrazione immigrati e CPR a Gradisca
(ACON) Trieste, 11 mag - COM/AB - "Nell'ambito delle diverse
azioni correttamente previste dal Piano triennale per
l'integrazione degli stranieri immigrati in Friuli Venezia
Giulia, particolare cura va posta all'accoglienza dei rifugiati e
dei richiedenti asilo, che purtroppo non è più affrontabile in
termini emergenziali ma sta diventando un problema strutturale.
Lo ha affermato Giulio Lauri, consigliere regionale di Sel-FVG,
nel corso dei lavori della VI Commissione impegnata nell'esame
del Piano triennale immigrazione presentato dalla Giunta
regionale.
In particolare, pur essendo un compito dello Stato, la Regione
può dare un supporto concreto affinché i Comuni possano
organizzare l'accoglienza sul territorio partecipando ai progetti
SPRAR e, al contempo, può sostenere concretamente i percorsi di
apprendimento della lingua e di conoscenza della nostra cultura e
delle nostre regole, aumentando il numero dei corsi e le ore di
lezione.
Seppur non ancora indicando delle priorità così come forse
sarebbe necessario, il Piano prevede queste azioni e ciò è
positivo; saranno i piani annuali poi a definire le risorse da
stanziare prioritariamente di anno in anno.
E' infatti la progressiva integrazione degli stranieri residenti,
anche quando soggiornano qui temporaneamente, lo strumento
principale attraverso cui attenuare le tensioni sociali
determinate dalla loro presenza sul territorio: conoscere la
nostra lingua, conoscere i nostri costumi, conoscere le nostre
regole, perché il controllo del territorio è necessario a
rassicurare la popolazione, ma non è sufficiente.
Le risorse regionali oggi possono servire principalmente per
questo e, in un momento difficile per la percezione di sicurezza
da parte dei cittadini, segnato da fatti di cronaca drammatici ma
non da un aumento complessivo del numero e della gravità dei
reati, la Regione deve concentrare su questo i propri sforzi."
Relativamente all'apertura di un nuovo Centro per i rimpatri
forzati a Gradisca, nella sede del vecchio CIE, a margine
dell'incontro Lauri ha dichiarato:
"Siamo preoccupati per l'apertura dei CPR. Il rischio che siano
dei nuovi CIE, diversi nel nome ma molto simili nella sostanza, è
molto concreto e il Governo dovrebbe fugare questi dubbi perché
altrimenti a Gradisca rischiamo di trovarci di nuovo con una
polveriera pronta a esplodere. Al di là del necessario
chiarimento sul rispetto dei diritti costituzionali dei migranti
che verranno detenuti a Gradisca, infatti, il Governo dovrebbe
anche chiarire come intende affrontare tutte le inadeguatezze
igienico-sanitarie già riscontrate a Gradisca dalle Autorità
sanitarie regionali che controllavano i CIE, da cui era emersa
l'impossibilità di rispettare diritti umani elementari
all'interno della struttura, e di come intende organizzare, con
che tempi e con che destinazione, l'accoglienza delle centinaia
di persone accolte oggi nel CARA: è un errore chiedere di nuovo e
ancora a Gradisca di sobbarcarsi un peso così grande mentre
ancora molti Comuni in tutta la regione, di fronte a un fenomeno
epocale quale quello delle migrazioni di chi fugge dalle guerre
in Asia e Medio Oriente, si voltano dall'altra parte facendo
finta di non vedere".