III Comm: audizione Telesca su Cap e riforma Sistema sanitario
(ACON) Trieste, 17 mag - RCM - Azzerato ogni debito in sanità,
garantito un equilibrio di bilancio strutturale, da oggi ogni
utile può essere riversato in investimenti.
L'ha reso noto l'assessore Maria Sandra Telesca, convocata
d'urgenza in III Commissione consiliare regionale da consiglieri
del centrodestra e del M5S per parlare delle conseguenze, sul
territorio, dell'istituzione dei Centri per l'assistenza medica
primaria (Cap) e più in generale della riforma del Servizio
socio-sanitario del Friuli Venezia Giulia a due anni e mezzo
dall'entrata in vigore della legge regionale 17/2014.
La referente della Salute ha così ripercorso 4 anni di mandato
affermando la messa in atto degli accordi Stato-Regione non
recepiti (tra gli altri diabete, salute mentale, sanità
penitenziaria), gli accreditamenti delle strutture
socio-sanitarie e degli ospedali pubblici, la revisione del
sistema della riabilitazione e la classificazione delle
strutture, la verifica delle cause dei tempi lunghi delle liste
d'attesa per le prestazioni (c'erano problemi di trasparenza - ha
accusato la Telesca - con le Aziende per l'assistenza sanitaria
che chiudevano le agende e i dati venivano falsati, ora hanno
l'obbligo di non chiudere le agende. Abbiamo reso verificabili on
line i tempi di attesa per le prestazioni, ma anche di tutte le
strutture pubbliche e convenzionate della regione, inclusi i
Pronto soccorso).
La LR 17/2014 non è solo una legge di riforma - ha proseguito -,
ma anche di programmazione socio-sanitaria del territorio.
Modifica della società, contesti epidemiologici, cronicità,
aumento dell'età, nuovi farmaci: sono tutti dati oggettivi che
hanno reso necessario riformare il sistema. I fondi stanziati
dimostrano che non è una questione di tagli. Se nel 2013 i
finanziamenti sono stati pari a 2,200 miliardi di euro, nel 2017
il bilancio preventivo parla di quasi 2,237 mld, dopo che nel
2014 si segnalano 2,145 mld, nel 2015 2,192 e nel 2016 2,197.
Con le compartecipazioni erariali garantiamo i Livelli essenziali
di assistenza (Lea), ma con altri fondi regionali garantiamo
contributi anche per gli extra Lea, ad esempio per i vaccini. La
sfida era rispettare i Lea distrettuali, ospedalieri e di
prevenzione all'interno della somma a noi destinata. Per il 2017,
puntiamo al 45% per i Lea ospedalieri, il 49,4% ai distrettuali e
il 5,6% alla prevenzione.
Dobbiamo riuscire a garantire il mantenimento dei Lea, gli
extra-Lea, ma anche la ricerca farmacologica (ad esempio per il
settore oncologico) e quella tecnologica.
Con il 2015 siamo riusciti ad aumentare l'assunzione del
personale: 593 unità in più tra infermieri e assistenti. Nel
2017, il Piano assunzioni prevede ulteriori arrivi, mirati alle
attività valorizzate dalla riforma: emergenza, persone emarginate
e con problematiche specifiche, Cap. E ci saranno altri tavoli
sindacali. C'è disomogeneità tra le diverse Aas - ha ammesso la
Telesca - e vogliamo capire perché.
Per la prima volta, poi, si è cominciato a lavorare sulla
formazione manageriale dei direttori generali: sono stati
istituiti corsi specifici di formazione e saranno permanenti.
L'assessore ha quindi menzionato la rete regionale "Cure sicure",
il Comitato etico unico regionale (accorpa i diversi comitati che
presenti in FVG), le criticità strutturali dei Pronto soccorso
(eliminabili a Udine, non a Trieste), i percorsi assistenziali in
particolare per i malati cronici (quello che sta avendo i
risultati più importanti è il Piano per il diabete), la creazione
dei Centri di riferimento per le malattie rare, la rete per le
cure palliative e per la terapia del dolore (per i fine-vita ma
anche per i dolori cronici come la fibromialgia), il nuovo e più
ampio accordo con i medici di medicina generale (introdotte le
malattie croniche; dotazione di tecnologie per consentire loro di
fare meglio alcune diagnosi ed evitare così la ricaduta impropria
sugli ospedali e sui Pronto soccorso).
E ancora: l'attivazione dei Cap dove è stato individuato un
edificio che li può accogliere quale elemento di collegamento con
il distretto sanitario, la creazione di un Laboratorio unico di
analisi a Udine (permette di avere dati standard e più sicuri),
l'apertura di ambulatori per la prevenzione precoce, ad esempio
per l'igiene orale (il progetto dell'odontoiatria sociale dispone
una igiene orale gratuita ai bambini), firmati protocolli di
intesa nuovi con le Università per i corsi di laurea delle
professioni sanitarie, avviate le Rems (Residenze per
l'esecuzione delle misure di sicurezza, ex ospedali psichiatrici
giudiziari, per trasferimento dallo Stato) e sempre dallo Stato è
stata presa in carico la sanità penitenziaria.
A seguire, domande sono giunte da Andrea Ussai (M5S), che
desiderava ricevere più numeri della riforma. Non basta dire cosa
si è fatto in generale - ha sostenuto -, ma bisogna rendere noti
gli effetti di queste cose. Inoltre, c'è la sensazione che il
personale sia carente e bisogna capire meglio cosa siano i Cap e
la medicina di gruppo, se la Centrale unica dell'emergenza 118 ma
il Numero unico dell'emergenza (Nue) 112 funzionino a dovere, se
i posti letto fuori reparto negli ospedali sia ancora una
criticità così come gli straordinari del personale.
Alessandro Colautti (AP) ha chiesto dell'Ente per la gestione
accentrata dei servizi condivisi (Egas), dell'accordo
Ospedale-Università per quanto attiene la qualità dei medici e la
formazione professionale permanente, della Centrale unica per
l'emergenza, dell'ospedalizzazione di Gemona e Latisana, della
reale autonomia sanitaria della Regione rispetto allo Stato.
Barbara Zilli (LN) si aspettava risposte più puntuali sui Cap e
sulle liste di attesa; ha poi chiesto della situazione della Aas
3 considerata la sua nuova definizione territoriale; se la Giunta
rivedrà il sistema del Nue; se la localizzazione dei Cap tiene
conto delle distanze e della difficoltà per raggiungerli, e
dell'incidenza dei Cap sino a ora avviati rispetto al numero di
accessi ai Pronto soccorso; se si pensa di potenziare le linee
telefoniche del servizio vaccinazioni dell'Aas 3 ma anche della
altre Aziende se necessario; a che punto è la convenzione con il
Veneto per la popolazione di Erto e Casso; quali i costi della
riforma sanitaria per quanto attiene la pubblicità che la Regione
ne ha fatto sui mezzi di informazione e con cartellonistica
pubblicitaria.
Da Roberto Novelli (FI) critiche al fatto che i tagli possono
anche essere necessari ma non possono significare riduzione dei
posti letto e dei sevizi offerti, al Piano
dell'emergenza-urgenza, alla Centrale unica del 118. Infine ha
chiesto chiarezza sul Cap di Cividale.
Luca Ciriani (FdI/AN) si è interessato dell'elisoccorso notturno
venendo a sapere che sarà attivo da settembre con base da
Codroipo, mentre entro un paio di mesi sarà finita la mappatura
per localizzare le aree di decollo/atterraggio nei campi sportivi
e altre zone utili. Ciriani ha quindi chiesto quanto è costato il
nuovo contratto con i medici di base e se questi ultimi
effettivamente stanno garantendo più ore di reperibilità, oltre a
fare una riflessione sul fatto che lì dove il medico non è più
presente spesso il territorio registra anche la chiusura della
farmacia.
In difesa della riforma Telesca hanno invece parlato Franco
Codega (Pd), Gino Gregoris (Cittadini) e Renata Bagatin (Pd).
Ritornando sul Nue 112, la Telesca ha ricordato che è una scelta
europea e che quando il servizio è partito, le macchine
funzionavano. Quanto alla Centrale unica del 118, l'assessore si
è schierata in difesa del personale di Palmanova: "Sono
professionali, molto formati, che io difendo perché non si
possono accusare loro le criticità", ha detto. Si è poi appreso
che i quattro mesi precedenti al 118 unico si registrava un tempo
di intervento standard di 18 minuti, con il 38% degli interventi
che superava tale standard; oggi si è intorno al 27%, si vuole
scendere a breve al 20%.
(immagini tv)