FdI-AN: Ciriani, Soccorso alpino, soddisfazione per approvazione
(ACON) Trieste, 31 mag - COM/MPB - "Da oggi, chi volesse
avventurarsi in montagna e, a causa di un suo comportamento
negligente, dovesse richiedere l'intervento del soccorso alpino,
dovrà pagarselo di tasca propria. E' quel che prevede la nuova
legge approvata in Consiglio regionale che detta nuove
disposizioni in materia di interventi di soccorso speleologico e
alpino in zone impervie. Fra queste, appunto, anche il pagamento
di una sorta di ticket che, a seconda della gravità
dell'incidente, se dovuto a un'imprudenza, costerà caro a chi
affronterà la montagna con troppa disinvoltura".
"Sempre più spesso assistiamo a episodi di salvataggi in
emergenza di escursionisti che si avventurano in montagna senza
un'adeguata preparazione o con attrezzatura inadatta e,
disinvoltamente, chiedono l'intervento del Soccorso alpino con
spese che vanno a ricadere sulla collettività", afferma il
consigliere regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale,
Luca Ciriani - uno dei due relatori del provvedimento -
particolarmente soddisfatto per l'approvazione in Aula della
nuova legge e per l'attenzione mostrata anche a una serie di sue
proposte presentate in V Commissione.
"Finalmente da oggi possiamo dire che anche in Friuli Venezia
Giulia non sarà più consentito, come già avviene nelle altre
regioni italiane e nelle vicine Austria e Slovenia, che per le
imprudenze di qualcuno i costi dei conseguenti soccorsi vadano a
pesare sulle tasche di tutti i cittadini. Nessuno vuole punire
nessuno, ma credo che l'unico modo per creare un deterrente in
grado di limitare le imprudenze in montagna sia mettere le mani
nel portafogli di chi le commette. Questo perché le operazioni di
soccorso alpino, oltre a impegnare mezzi e uomini, mettendone a
rischio la vita, sono un costo a carico di tutti noi".
Dal consigliere regionale di FdI-AN è arrivata peraltro un'altra
interessante proposta, ovvero l'introduzione di nuovi sistemi di
geolocalizzazione da mettere a disposizione degli utenti anche in
quelle zone non coperte dal segnale telefonico, così da aumentare
l'efficienza delle azioni di ricerca e recupero.
"Un'idea potrebbe essere obbligare gli escursionisti ad avere
sempre con sé un dispositivo geolocalizzatore, magari mettendolo
a disposizione in prestito dietro il pagamento di una piccola
cauzione e rendendolo facilmente reperibile in punti di ritrovo
noti agli escursionisti. Dispositivo geolocalizzatore che
consentirebbe l'inoltro delle richieste di soccorso in caso di
urgenza e una più facile localizzazione dello sciatore-alpinista
o dell'escursionista in pericolo", conclude il consigliere
pordenonese.