News


FdI-AN: Ciriani, Soccorso alpino, soddisfazione per approvazione

31.05.2017
16:42
(ACON) Trieste, 31 mag - COM/MPB - "Da oggi, chi volesse avventurarsi in montagna e, a causa di un suo comportamento negligente, dovesse richiedere l'intervento del soccorso alpino, dovrà pagarselo di tasca propria. E' quel che prevede la nuova legge approvata in Consiglio regionale che detta nuove disposizioni in materia di interventi di soccorso speleologico e alpino in zone impervie. Fra queste, appunto, anche il pagamento di una sorta di ticket che, a seconda della gravità dell'incidente, se dovuto a un'imprudenza, costerà caro a chi affronterà la montagna con troppa disinvoltura".

"Sempre più spesso assistiamo a episodi di salvataggi in emergenza di escursionisti che si avventurano in montagna senza un'adeguata preparazione o con attrezzatura inadatta e, disinvoltamente, chiedono l'intervento del Soccorso alpino con spese che vanno a ricadere sulla collettività", afferma il consigliere regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Luca Ciriani - uno dei due relatori del provvedimento - particolarmente soddisfatto per l'approvazione in Aula della nuova legge e per l'attenzione mostrata anche a una serie di sue proposte presentate in V Commissione.

"Finalmente da oggi possiamo dire che anche in Friuli Venezia Giulia non sarà più consentito, come già avviene nelle altre regioni italiane e nelle vicine Austria e Slovenia, che per le imprudenze di qualcuno i costi dei conseguenti soccorsi vadano a pesare sulle tasche di tutti i cittadini. Nessuno vuole punire nessuno, ma credo che l'unico modo per creare un deterrente in grado di limitare le imprudenze in montagna sia mettere le mani nel portafogli di chi le commette. Questo perché le operazioni di soccorso alpino, oltre a impegnare mezzi e uomini, mettendone a rischio la vita, sono un costo a carico di tutti noi".

Dal consigliere regionale di FdI-AN è arrivata peraltro un'altra interessante proposta, ovvero l'introduzione di nuovi sistemi di geolocalizzazione da mettere a disposizione degli utenti anche in quelle zone non coperte dal segnale telefonico, così da aumentare l'efficienza delle azioni di ricerca e recupero.

"Un'idea potrebbe essere obbligare gli escursionisti ad avere sempre con sé un dispositivo geolocalizzatore, magari mettendolo a disposizione in prestito dietro il pagamento di una piccola cauzione e rendendolo facilmente reperibile in punti di ritrovo noti agli escursionisti. Dispositivo geolocalizzatore che consentirebbe l'inoltro delle richieste di soccorso in caso di urgenza e una più facile localizzazione dello sciatore-alpinista o dell'escursionista in pericolo", conclude il consigliere pordenonese.