AR-AP: Tondo e Colautti, nuova mazzata per la specialità regionale
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - "Con un capolavoro di
coerenza, la presidente Serracchiani assesta l'ennesima mazzata
alla specialità del Friuli Venezia Giulia nel corso dell'ultima
manovra di bilancio di questa legislatura. Dopo anni passati a
subire imposizioni da Roma e ratificare accordi capestro,
l'ultimo colpo di pennello è accettare un accordo che costituisce
un salto nel vuoto dal punto di vista finanziario, e crea un
pericolosissimo precedente sotto il profilo politico".
Così Renzo Tondo e Alessandro Colautti, rispettivamente
presidenti dei Gruppi di Autonomia Responsabile e Alternativa
Popolare in Consiglio regionale, nell'esprimere "sincera
preoccupazione per la situazione economico finanziaria della
Regione alla luce di quanto successo oggi nell'Aula del Consiglio
regionale. Con una legge dello Stato, di fatto, si modifica lo
statuto regionale, perché modificare le entrate delle
compartecipazioni implica, nei fatti, una variazione dei termini
della reale autonomia del Friuli Venezia Giulia. Al netto delle
rassicurazioni dello Stato, che evidentemente tende a trasmettere
messaggi tranquillizzanti, resta un dato: la presidente riceve
l'ordine e lo applica, senza battere ciglio. Presidente che in
Aula ha candidamente ammesso che sta tentando di negoziare il
nuovo patto con Roma da marzo: visti i risultati, la sensazione è
che la trattativa non sia stata esattamente trionfale. Sui numeri
non abbiamo gli elementi per denunciare un passivo in bilancio,
ma non nascondiamo una forte preoccupazione".
Tondo e Colautti aggiungono: "L'aspetto politico è, forse, ancora
più allarmante: lo Stato dimostra di disporre a proprio
piacimento dello statuto di una Regione autonoma. Questa
situazione è irricevibile, e dimostra quanto, in questi cinque
anni, il Friuli Venezia Giulia abbia perso vistosamente quota
nell'esercizio reale e virtuoso dell'autonomia".
Chiosa finale di Tondo: "Se davvero il patto Tondo-Tremonti era
così nefasto per la Regione, perché il Governo di Roma ha questa
fretta di scongiurare il rischio di tornare a quell'accordo?".