II Comm: illustrato ddl prodotti bio e agricoltura sociale
(ACON) Trieste, 10 gen - RCM - Illustrate alla II Commissione
del Consiglio regionale le modifiche suggerite dalla Giunta alla
legge regionale 15/2000 sui prodotti biologici, tipici e
tradizionali introdotti nelle mense pubbliche e per iniziative di
educazione alimentare, oltre a disposizioni in materia di
agricoltura sociale.
Prima dell'esposizione, è stato ricordato che la Regione ha
competenza propria in tema di agricoltura, ma non ce l'ha quanto
a welfare e sociale. Se poi oggi è prevista la compartecipazione
alle spese del personale delle mense e per fare attività
didattica, il disegno di legge in esame riporta tutto al solo
acquisto dei prodotti, che appunto devono essere bio,
tradizionali e tipici. Inoltre, si è inteso uniformare quanto era
stato demandato ai territori: a seguito del processo di riforma
delle autonomie locali, le competenze inerenti la LR 15/2000 sono
state riacquisite dalla Regione a decorrere dal 1° luglio 2016
per quanto riguarda le Province e dal 1° agosto 2016 per quanto
riguarda le Comunità montane.
Analizzando i 12 articoli che compongono il provvedimento si vede
che sono divisi in due Capi: il primo (articoli 1-7) riguarda le
modifiche alla LR 15/2000 finalizzate ad adeguare la disciplina
per la concessione dei contributi dopo la riacquisizione della
competenza amministrativa in capo alla Regione; il secondo
(articoli 8-12) dà attuazione alla normativa statale ormai
consolidata in materia di agricoltura sociale (legge 141/2015).
In particolare, con il Capo I si concentrano le risorse regionali
verso l'obiettivo principale della legge, ossia la diffusione di
prodotti agroalimentari tradizionali e di qualità nelle mense
pubbliche (si elimina la concessione di contributi per iniziative
di educazione alimentare, affidando tale compito all'Ersa e
prevedendo l'onere per i beneficiari dei contributi di aderire
alle relative iniziative); si limitano i beneficiari agli enti
pubblici gestori delle mense degli asili nido e delle scuole (non
sono più previsti, quali beneficiari, i servizi di refezione
collettiva diversi da quelli scolastici); si limitano le spese
ammissibili all'acquisto dei prodotti (non si ammettono più
quelle per il personale delle mense); si estende la tipologia di
prodotti per cui è concesso il contributo anche ai prodotti
certificati con il marchio regionale Aqua (previsto nella LR
21/2002 sulla valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari
di qualità); si prevedono già le modalità per la presentazione
delle domande e per la concessione dei contributi, in modo da
rendere immediatamente applicabile la legge; si afferma una
maggiorazione del contributo per l'utilizzo di prodotti biologici
a "chilometri zero"; si aggiornano i riferimenti alla normativa
comunitaria.
Durante l'illustrazione è stato anche reso noto che, con decreto
ministeriale, saranno definite le percentuali minime di utilizzo
di prodotti biologici nonché i requisiti e le specifiche tecniche
necessari per qualificare il servizio di refezione scolastica
quale mensa biologica. Nelle more dell'attuazione della norma
statale, e quindi in attesa di conoscere le risorse finanziarie
che saranno concretamente messe a disposizione del Friuli Venezia
Giulia, si interviene con le modifiche della LR 15/2000 sia per
dare continuità a quanto fatto finora, sia per dare rilievo anche
a prodotti regionali di eccellenza che rischiano di non essere
compresi nell'applicazione della legge statale quali i prodotti
agroalimentari tradizionali (Pat), i prodotti a denominazione di
origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta(Igp),
le specialità tradizionali garantite (Stg) e i prodotti
certificati con marchio Aqua.
Passando al Capo II, la legge statale si prefigge di promuovere
l'agricoltura sociale quale aspetto della multifunzionalità delle
imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di
servizi sociali, sociosanitari, educativi e di inserimento
socio-lavorativo anche per facilitare l'accesso alle prestazioni
essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle
comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare
nelle zone rurali o svantaggiate.
La legge innanzitutto introduce la definizione di agricoltura
sociale, facendo rientrare in questo ambito una serie specifica
di attività che vanno dall'inserimento socio-lavorativo di
persone svantaggiate a servizi terapeutici con l'ausilio di
animali e della coltivazione delle piante, all'organizzazione di
fattorie sociali e didattiche. Inoltre individua, quali operatori
dell'agricoltura sociale, sia gli imprenditori agricoli sia le
cooperative sociali il cui fatturato derivi, entro certi
parametri, dall'esercizio delle attività agricole.
L'attuazione della norma statale è demandata a un decreto
ministeriale non ancora adottato. Perciò si demanda alle Regioni
e alle Province autonome il compito di adeguare le proprie
disposizioni in materia per consentire il riconoscimento degli
operatori dell'agricoltura sociale e rendere pubblici i relativi
nominativi. Il ddl in esame si prefigge, pertanto, l'obiettivo di
introdurre gli strumenti normativi e amministrativi necessari a
rendere applicabile in FVG la disciplina statale in materia di
agricoltura sociale non appena sarà approvato il decreto che
individua i requisiti delle attività.
All'illustrazione, sono seguite le audizioni con i soggetti e le
categorie maggiormente coinvolti. L'esame del provvedimento è,
invece, già in calendario per martedì prossimo, 16 gennaio, a
partire dalle 14.30. Vista la trattazione di argomenti legati ad
aspetti socio-sanitari, domani (11 gennaio) la III Commissione
consiliare esprimerà un parere sulle parti di competenza.
(immagini tv)