Cr: calamità naturali in FVG, Riccardi su danni e interventi (2)
(ACON) Trieste, 13 nov - MPB - E' il vicepresidente della
Regione Riccardo Riccardi a fare il punto in Aula in merito alle
calamità naturali che hanno investito il Friuli Venezia Giulia.
Una situazione che ha colpito buona parte del nostro Paese
interessando dieci Regioni e due Province autonome, ha
sottolineato Riccardi, ricordando che tra il 27 e il 29 ottobre
si sono registrate forti precipitazioni piovose, con
caratteristiche di eccezionalità e rilevanti flussi di correnti
sud occidentali in quota e di scirocco al suolo.
Ad essere interessate con maggiore intensità sono state la
Carnia, le Prealpi Carniche e poi anche le Giulie e tutta la zona
montana; le raffiche di vento hanno raggiunto i 200 chilometri
orari; si sono registrati 870 millimetri di precipitazioni
piovose: condizioni che non si verificavano da 30 anni.
Riccardi ha quindi offerto un quadro dettagliato di quanto è
stato fatto, a partire dalla determinazione, nei tempi previsti
dai regolamenti, della condizione di allerta con l'individuazione
e il costante monitoraggio delle criticità sia idrauliche che
idrogeologiche nei vari gradi di intensità per le diverse aree
colpite, con attenzione anche al pericolo di acqua alta, con una
valutazione dell'innalzamento dei livelli dei corsi d'acqua, in
particolare per il bacino del Tagliamento, ipotizzando tutte le
procedure da attivare per l'eventuale innalzamento del ponte
ferroviario di Latisana. Analoghe rilevazioni per i bacini del
Livenza, e dei sottobacini del Cellina e del Meduna, - ha
ricordato Riccardi che ha parlato dell'unità di comando e
controllo convocata nella centrale operativa alla quale ha
partecipato il presidente Fedriga con i prefetti e le
organizzazioni di sicurezza del sistema regionale -: sede quella
dove si sono prese le decisioni che hanno consentito di contenere
le esondazioni. Nè Riccardi ha trascurato di riferire la
situazione sulle coste, che non sono state risparmiate
dall'ondata di maltempo.
La macchina della Protezione civile - ha detto quindi il
vicepresidente, ringraziando le centinaia di volontari che si
sono attivati immediatamente - ha funzionato in modo eccellente.
30 sono stati i volontari dell'Ari nella Centrale operativa,
l'intervento nella Carnia e nel Pordenonese con taglio alberi e
ripristino viabilità, svuotamento case allagate sono state 1137,
92 i volontari impegnati in emergenze di natura alluvionale, 1169
quelli nel monitoraggio del territorio, 6 i funzionari sul
territorio per il coordinamento. Complessivamente la macchina
della protezione civile ha attivato 181 gruppi comunali di
protezione civile.
Le attività svolte direttamente dall'unità di crisi hanno visto
l'assunzione dei provvedimenti di preallarme di preemergenza
attivati dalla determianazione della preallerta, con i primi
impegni di spesa, cui ha fatto seguito uno stanziamento di 4
milioni e 50 mila euro. E' stata quindi decisa l'allocazione di
risorse nei due esercizi finanziari del 2018 e 2019 per
complessivi 10 milioni per i primi interventi, e la consegna al
capo del dipartimento di protezione civile Borelli, venuto a
constatare di persona la situazione, della richiesta dello stato
di calamità naturale, provvedimento assunto dal Governo nei
giorni scorsi.
Abbiamo già avviato 70 interventi di somma urgenza per un importo
complessivo di 2 milioni e 400 mila euro - hadetto ancora
Riccardi - . Ci sono ancora zone in cui non siamo arrivati a
compiere le verifiche, lo faremo nei prossimi giorni, ma gli
interventi hanno messo in sicurezza i centri abitati, la
viabilità, i rischi di caduta massi, il ripristino della
funzionalità idraulica.
Ringraziando Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine, Corpo forestale
regionale e dello Stato e Friuli Venezia Giulia Strade, Riccardi
ha ricordato le attività di somma urgenza avviate in 28 comuni,
mentre il rilievo dei danni è stimato in oltre 500 milioni di
euro. Dettagliato poi il quadro delle emergenze e degli
interventi comune per comune ricordando il significativo danno
alla rete dell'energia elettrica che ha colpito 25 mila utenze
nelle province di Udine e Pordenone. Attualmente sono ancora 2000
le utenze che utilizzano generatori.
Il tema più preoccupante è però quello che riguarda il danno
boschivo che si attesta tra i 700 mila e il milione di metri cubi
con rilevante impatto ambientale, di viabilità, di alterazione
delle attività economiche. Abbiamo già attivato una sorta di
cabina di regia che coinvolge le competenze all'interno della
Giunta regionale, stiamo perfezionando con il dipartimento della
Protezione civile lo strumento che consentirà al presidente della
Regione - che è in costante contatto con la presidenza del
Consiglio dei ministri - di essere nominato Commissario
straordinario per avere strumenti erogatori e regolamentari per
intervenire ad affrontare questo danno così ingente, analogo a
quello dell'alluvione del 2003.
(segue)
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)