M5S: Ussai, sanità, garantire la prossimità delle cure meno complesse
(ACON) Trieste, 20 nov - COM/MPB - La scelta di ridurre da 5 a
3 il numero delle Aziende sanitarie per razionalizzare la spesa e
avere un'organizzazione coerente con i percorsi di cura era già
contenuta nel Programma salute del M5S delle ultime elezioni
regionali e ricalca l'emendamento presentato nel 2014 e bocciato
dall'allora maggioranza di centrosinistra.
Così commenta il consigliere regionale pentastellato Ussai la
revisione della governance prevista dalla riforma sanitaria del
centro destra.
Infatti una criticità importante dell'attuale assetto della
sanità regionale riguarda i perimetri delle Aziende che sono
stati tracciati non tenendo conto dei percorsi di salute seguiti
dai cittadini e della consolidata programmazione per area vasta,
penalizzando la collaborazione tra gli ospedali del territorio e
i rispettivi ospedali di alta specializzazione che adesso si
trovano, con l'eccezione di Pordenone, in aziende diverse. Anche
il centro destra, che aveva aspramente criticato l'unione tra il
territorio e l'ospedale, dopo le consultazioni con i
professionisti ha cambiato idea, accogliendo le nostre
sollecitazioni e presentando una revisione della governance
migliore e meno impattante.
Manca, però, - continua Ussai - discontinuità rispetto ai tagli
previsti dalla precedente riforma e quindi il necessario
potenziamento degli ospedali di rete, e un reale sviluppo dei distretti e delle "strutture intermedie" (tra l'ospedale e il domicilio) al fine di garantire la
prossimità delle cure meno complesse. Non viene, ad esempio,
abrogata la previsione di ospedali su più sedi, il che potrebbe
consentire il permanere di primari "a scavalco", esperienza che
si è già dimostrata inadeguata. Chiediamo, quindi, che in legge
sia previsto che ogni stabilimento ospedaliero e ogni distretto
si vedano garantite non solo l'autonomia organizzativa, gestionale
e contabile, ma anche funzionale con risorse materiali e
professionali dedicate.
Fondamentale sarà il ruolo dell'Azienda zero rispetto al governo,
al coordinamento e al sistema di valutazione del nuovo Ssr che in
questi anni sono stati carenti.
Bisognerà però capire quanto l'accentramento di alcune funzioni
possa depotenziare il ruolo delle diverse aziende che rispondono
ad esigenze di salute e territori molto diversi.
Come M5S - conclude Ussai - siamo convinti che il Ssr sia un bene
comune e daremo il nostro contributo per migliorare la riforma e
promuovere un sistema sanitario regionale pubblico e di qualità.