Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatore di maggioranza Moras (1)
(ACON) Trieste, 5 dic - CMC - Fornire risposte adeguate agli
utenti, migliorare l'assistenza in tutto il territorio regionale,
garantire una qualità di assistenza ospedaliera più elevata,
valorizzare il ruolo dei distretti sanitari e perseguire
un'innovazione clinico-professionale ed organizzativo-gestionale
capace di valorizzare gli operatori del sistema.
Sono gli obiettivi del ddl n.27 che Ivo Moras (Lega) spiega con
la sua relazione all'Aula con la quale si sono aperti i lavori
odierni del Consiglio regionale dedicati interamente all'esame
della riforma che ridefinisce l'assetto istituzionale e
organizzativo del Servizio sanitario regionale, restituendo -
sottolinea il relatore - centralità alla persona, garantendo
uniformità e sostenibilità delle cure, continuità nei percorsi
diagnostici, terapeutici e assistenziali.
Frutto di un iter concertato e condiviso durato diversi mesi, il
testo - aggiunge Moras è frutto di confronto e ascolto,
presupposti fondamentali per acquisire dagli addetti ai lavori le
informazioni necessarie a individuare le scelte più idonee e
sostenibili per il territorio.
Analizzando poi la riforma, emergono in modo preponderante per il
consigliere leghista, tre scelte oggettivamente importanti per la
modifica dell'assetto di governance. La prima riguarda la
creazione dell'Azienda regionale di coordinamento per la sanità,
ovvero la struttura che coordinerà le attività di staff per tutte
le aziende territoriali, tagliate nel numero e negli sprechi, ma
potenziate nel servizio e quindi in grado di supportare direzione
centrale e aziende sanitarie nel governo del sistema e di
coordinare servizi condivisi. La seconda ridisegna l'aspetto
territoriale, individuando tre aziende di area vasta: l'Azienda
sanitaria Friuli Occidentale (AS FO), l'Azienda sanitaria
universitaria Giuliano Isontina (ASU GI) e l'azienda Sanitaria
Universitaria Friuli Centrale (ASU FC). La terza scelta riguarda
la ridefinizione di una rete ospedaliera coordinata da Burlo e
Cro secondo il modello organizzativo "Hub &Spoke" mutuato
dall'aviazione civile americana, e opportunamente declinato nel
mondo sanitario. Partendo dal presupposto che determinate
condizioni e malattie complesse necessitano di competenze
specialistiche e costose si avrà una concentrazione della
casistica più complessa in un limitato numero di sedi, gli Hub
appunto (centri di eccellenza) e di centri periferici, gli Spoke,
per le persone che hanno superato una certa soglia di
complessità. I presidi, sia di Hube che Spoke, saranno dotati di
autonomia organizzativa e contabile, con un proprio dirigente
amministrativo e dirigente medico.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)