Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatrice di minoranza Santoro (3)
(ACON) Trieste, 5 dic - CMC - Dopo le feroci critiche e la
durissima campagna elettorale sulla sanità, il disegno di legge
di riforma, nonostante i proclami, non contiene l'annunciata
separazione tra ospedale e territorio. E' una marcia indietro
positiva - commenta la consigliera regionale Mariagrazia Santoro
(Pd), relatrice di minoranza del provvedimento per l'Aula, che
aggiunge: "ha vinto la linea della precedente riforma, ha vinto
il buonsenso".
Fatta questa premessa, l'esponente del Pd osserva poi che il
provvedimento proposto non affronta i problemi della sanità: non
si parla di territorio, di liste d'attesa né di invecchiamento
del personale sanitario.
E' la prima considerazione che Mariagrazia Santoro fa aggiungendo
che il testo non affronta i problemi della sanità quali liste di
attesa, punti nascita, invecchiamento del personale sanitario.
Della rivoluzione annunciata resta dunque solo la cifra
organizzativa, una riforma di governance che pure, a detta del
Pd, comporterà grossi rischi poiché potrebbe stressare il sistema
sotto il profilo amministrativo, burocratico e organizzativo.
Sarebbe stato meglio, secondo il Partito democratico, attendere
un periodo di assestamento delle cinque aziende, istituendo nel
frattempo la cosiddetta azienda zero, idea condivisibile nel
principio. Sarebbe stato meglio - per Santoro - studiare e
progettare prima di fare.
Così questa resta, per Santoro, una riforma costruita senza i
dati fondamentali di partenza, con un forte rischio di
indeterminatezza del risultato, che presenta, quale elemento di
criticità, il problema dei tempi di attuazione poiché entrerà a
regime se tutto va bene nel 2021, lasciando un periodo di
sovrapposizione tra vecchia e nuova programmazione. Per evitare
ciò si sarebbe dovuto strutturare l'Azienda zero, e farla partire
in un secondo tempo con la firma del numero delle altre aziende.
Mescolare la fase preparatoria, alla gestione ordinaria, alla
riorganizzazione territoriale, all'avvio della nuova gestione
rischia di essere un micidiale mix esplosivo per un sistema già
molto tirato.
Poi c'è la questione della geografia, affrontata - secondo
l'esponente del centrosinistra - con l'accetta per la quale senza
senso è la creazione di una mega azienda a Udine, l'annessione
del territorio isontino sotto Trieste e lo svilimento della
montagna friulana. Santoro poi evidenzia il rapporto con
l'Università, di cui si limitano i compiti agli ospedali Hub, e
il problema di Latisana e Palmanova che finiranno sotto il
commissario di Trieste.
Il Gruppo del Partito Democratico ha votato in Commissione contro
questa proposta e - conclude Santoro -, se non verrà modificata
accogliendo la nostra proposta "dei due tempi", voterà
convintamente contro anche in Aula. Come detto, non si tratta di
un voto pregiudiziale, ma di una valutazione oggettiva della
situazione attuale.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)