Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatore di minoranza Ussai (4)
(ACON) Trieste, 5 dic - RCM - Ridurre da 5 a 3 il numero delle
Aziende sanitarie per razionalizzare la spesa e avere
un'organizzazione coerente con i percorsi di cura non era nel
programma del centrodestra, ma è la proposta che il M5S ha
portato alle ultime elezioni regionali e ricalca l'emendamento
presentato già nel 2014 e bocciato dall'allora maggioranza di
centrosinistra.
Lo ha fatto presente all'Assemblea legislativa regionale il
pentastellato Andrea Ussai, relatore di minoranza del disegno di
legge n. 27.
Bisognava sicuramente intervenire sull'assetto della sanità
regionale - ha affermato il consigliere - perché un'importante
criticità riguarda i perimetri delle Aziende, che sono stati
tracciati non tenendo conto dei percorsi di salute seguiti dai
cittadini e della consolidata programmazione per area vasta,
penalizzando così la collaborazione tra gli ospedali del
territorio e i rispettivi ospedali di alta specializzazione, che
adesso si trovano, con l'eccezione di Pordenone, in Aziende
diverse.
Con questa riforma, quindi, si recuperano le Aree vaste, ma
soprattutto si mantengono le Aziende ospedaliere e territoriali
integrate, un modello organizzativo aspramente criticato dal
centrodestra, che voleva invece promuovere la separazione della
gestione sanitaria delle grandi realtà ospedaliere da quella del
territorio. Dopo le consultazioni però ha dovuto cambiare idea -
così ancora l'esponente del M5S -, accogliendo le nostre
sollecitazioni e presentando una revisione della governance che,
oltre a facilitare l'auspicata integrazione tra tutti gli attori
del sistema salute, avrà sicuramente un costo riorganizzativo
inferiore perché non stravolge l'attuale assetto, ma lo
ottimizza. Siamo felici di questa scelta, perché altrimenti si
sarebbe messo ulteriormente in crisi un sistema e dei
professionisti già fortemente provati dalla precedente riforma
sanitaria.
In ogni caso servono coordinamento, percorsi condivisi, controlli
e accompagnamento della riforma. È per questo che salutiamo con
favore la nascita della cosiddetta "Azienda zero", che rafforzerà
il governo e la valutazione del nuovo Sistema sanitario regionale
(Ssr) che in questi anni sono stati carenti. Bisognerà capire,
però, non appena l'Azienda regionale di coordinamento per la
salute sarà operativa, quanto l'accentramento di alcune funzioni
possa depotenziare il ruolo delle diverse Aziende, che non
possono ridursi a mere esecutrici perché devono rispondere a
esigenze di salute e di territori molto diversi. Sarà pertanto
con spirito collaborativo, ma critico, che monitoreremo i passi
che definiranno in maniera più puntuale l'operatività di questo
nuovo organo. Auspichiamo diventi un luogo di confronto e sintesi
delle migliori professionalità presenti in regione - ha detto
Ussai - e non l'ennesimo carrozzone dove sistemare gli amici
degli amici.
Si vuole rivedere solamente la governance del Ssr, però mancano
discontinuità rispetto ai tagli previsti dalla precedente riforma
e quindi i necessari presupposti per il potenziamento degli
ospedali di rete (in difficoltà), così come un reale sviluppo dei
distretti e delle strutture intermedie tra l'ospedale e il
domicilio per le cure meno complesse. Inoltre non è abrogata la
previsione di ospedali su più sedi, perciò chiediamo che in legge
sia ribadito che ogni stabilimento ospedaliero e distrettuale si
veda garantita non solo l'autonomia organizzativa, gestionale e
contabile, ma anche funzionale, con risorse economiche e
professionali dedicate.
Fondamentale inoltre - ha aggiunto il portavoce del M5S - è lo
sviluppo e la valorizzazione delle professioni sanitarie e dei
medici di medicina generale anche per fronteggiare l'aumento
delle patologie croniche legate all'invecchiamento della
popolazione e per attuare l'indispensabile integrazione
socio-sanitaria.
Dopo l'approvazione di questa legge - ha chiosato Ussai - , mi
auguro che ci si metta subito al lavoro per risolvere i problemi
più sentiti dai cittadini: le lunghe liste di attesa, i tempi
interminabili al Pronto soccorso, un sistema dell'emergenza che
presenta ancora molte criticità, il rafforzamento (promesso e mai
realizzato) dei servizi erogati sul territorio, nonché la carenza
degli organici, del sistema informatico e del sistema manageriale
sulle cui gambe dovrà camminare questa riforma.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)