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Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatrice di minoranza Liguori (5)

05.12.2018
11:26
(ACON) Trieste, 5 dic - MPB - Per l'ultimo relatore di minoranza, la consigliera Simona Liguori del Gruppo dei Cittadini, molte delle sfide più rilevanti da affrontare per garantire equità ed efficienza del Servizio socio sanitario prescindono dall'assetto istituzionale e organizzativo.

Liguori ha così confermato la perplessità di fondo circa l'utilità di procedere a questo riassetto che - ha detto - genera comunque stress al sistema, basti pensare alle gestioni commissariali che dureranno prevedibilmente non meno di 18 mesi.

Quanto ai contenuti, per Liguori le modifiche proposte dal ddl non mutano l'assetto di fondo del Ssr che fa perno sul ruolo centrale della Regione quale soggetto politico istituzionale del nostro sistema sanitario. Non a caso la novità proposta consiste nell'istituzione dell'Azienda regionale di coordinamento per la salute (ARCS) caratterizzata da uno spettro di funzioni di staff particolarmente ampio e che si configura inoltre come tecnostruttura per la gestione accentrata di funzioni amministrative e logistiche. Scelta - questa - che non può essere giudicata aprioristicamente, ma neppure essere considerata panacea di tutte le criticità, dato che fu proprio durante la Giunta Tondo che venne abolita l'Agenzia regionale della sanità lamentando che l'ente intermedio tra Aziende e Direzione Salute finiva per generare delle asimmetrie informative a danno della Direzione e dunque del sistema sanitario nel suo complesso.

Altri aspetti caratterizzanti il ddl per i Cittadini sono la scelta di perseguire, in continuità, l'integrazione tra ospedale e territorio nell'ambito della medesima Azienda e di modificare i perimetri delle attuali Aziende, riducendone il numero: ciò può risultare accettabile a condizione che venga garantito un adeguato livello di autonomia a quelle aree territoriali - ad esempio l'Isontino e l'Alto Friuli - su cui maggiormente impatta il riassetto proposto.

In particolare, a proposito dell'area Isontina, Gorizia - evidenzia Liguori - non sarà più sede di Azienda; il centro decisionale viene spostato dal territorio verso Trieste nell'ambito dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (ASU GI); in questo nuovo contesto - avverte la relatrice - sarà fondamentale che i presidi ospedalieri di base spoke di Gorizia e Monfalcone possano mantenere una strutturazione tale da rispondere alle esigenze di cura dei pazienti e in questo senso devono poter continuare a svolgere anche quelle funzioni che di norma caratterizzano i presidi ospedalieri di più elevato livello. Solo in questo modo sarà possibile realizzare efficacemente il modello "hub and spoke" dando linfa allo stesso hub quale centro di eccellenza. Se si vuole una organizzazione sanitaria tecnologicamente adeguata, attrattiva e con un pool di professionisti di eccellenza - insiste Liguori - è necessario che gli ospedali isontini con il loro territorio siano organizzati adeguatamente e non diventino un'appendice residuale di un'area vasta.

Inoltre, ricordando che la cooperazione sanitaria transfrontaliera con Slovenia e Austria è considerata indirizzo strategico, Liguori raccomanda che questa vocazione non sia dispersa e, anzi, si dia corso al progetto di costituzione di un network di servizi sanitari transfrontalieri nell'ambito del GECT Go la cui gestione dovrà restare in capo al Comune di Gorizia.

Con l'auspicio che l'Aula consideri l'introduzione nel testo di legge di una clausola valutativa, Liguori chiede poi che l'attenzione del legislatore si sposti dalla singola prestazione all'intero percorso assistenziale con l'obiettivo che questo possa svolgersi in modo unitario anche se le singole prestazioni sono assicurate da strutture diverse.

L'ospedale è un importante tassello del percorso assistenziale con una concentrazione crescente di tecnologie e complessità di cure e conseguentemente dei costi ma, all'interno delle Reti cliniche assistenziali, a tale concentrazione di servizi specialistici deve corrispondere la diffusione dei servizi sociosanitari di prossimità per facilitarne l'accesso al cittadino. A tale proposito la relatrice rileva una notevole disparità dell'offerta socio-sanitaria tra i territori della nostra regione.

Da Liguori anche la segnalazione della richiesta di alcuni amministratori locali di maggiori rappresentatività e potere decisionale nelle politiche sanitarie dei loro territori e della necessità di mantenere e migliorare i servizi territoriali laddove ce ne fosse bisogno, proprio per rispettare anche il ruolo delle aziende sanitarie che attraverso la loro articolazione vogliono assicurare prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera.

Infine la relatrice fa proprie le segnalazioni provenienti dall'Isontino che chiede sia organizzato un Hospice non ubicato nell'ospedale per acuti con caratteristiche proprie delle strutture adibite alle cure fine vita; che si porti a compimento una vera Rete di cure palliative che operi attraverso il lavoro di equipe multidisciplinari specializzate, strutturata sull'assistenza domiciliare al malato e alla sua famiglia e una rete della terapia del dolore che oggi è concepita solo come servizio ambulatoriale ospedaliero e non come servizio al domicilio del malato.

Ultima richiesta quella delle Comunità udinesi di attivare cure domiciliari palliative per i piccoli perchè - la sottolineatura di Liguori - quando un bambino in fase avanzata di malattia chiede al genitori di ritornare nella propria casa possa essere messo nelle condizioni di farlo.

La parola è quindi passata ai consiglieri per il dibattito generale.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



La consigliera regionale Liguori (Citt), relatore di minoranza del ddl n. 27 (Assetto Servizio sanitario regionale) ph. ARC Montenero