News


Cr: ddl assetto Servizio sanitario, repliche dell'ass. Riccardi (6)

05.12.2018
18:00
(ACON) Trieste, 5 dic - RCM - Ci è stato detto che questa non è una riforma, ma solo una leggina. Allora se è così, non capisco come mai siamo tutti qui attenti, a seguirla.

Parte con una considerazione sarcastica, l'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, nella sua replica di chiusura del dibattito generale sul disegno di legge n. 27.

Questo è il primo obiettivo della nuova legislatura - ha proseguito Riccardi -, e lo abbiamo affrontato distinguendo la realtà dalla percezione. E la realtà dice che abbiamo un Sistema sanitario che perde in credibilità, pur avendo un saldo ancora positivo tra la gente che va altrove e gente che viene qui a curarsi. Abbiamo le due Aziende sanitarie più grandi che non funzionano, stanno peggio delle altre. I risultati 2017 del Sistema di valutazione dei Sistemi sanitari regionali, presentati dai ricercatori dell'istituto di management della Scuola Sant'Anna di Pisa, dicono che abbiamo un sistema piantato.

Ogni giorno - ha reso noto l'assessore - vengo accusato perché ho escluso qualcuno piuttosto che qualcun altro dal gruppo di esperti chiamati a valutare il nostro Ssr e presentare delle proposte. Me ne assumo la responsabilità e sono contento di aver fatto quella scelta. Siamo arrivati con due ipotesi e noi laicamente abbiamo lavorato su quelle due ipotesi, senza distinzione di parte. Non c'è un modello perfetto, ma c'è il modello che permette di correggere l'esistente.

Abbiamo due temi diversi: il tema di ciò che va fatto dentro gli ospedali, e di ciò che va fatto fuori gli ospedali con una struttura sociosanitaria arretrata. Su questo abbiamo cercato di tenere insieme ospedali e territori, ma guardando a un processo serio di concertazione e di riforma istituzionale. Noi oggi facciamo una cosa che non stata fatta prima: facciamo che la legge del governo della sanità deve parlare con la legge del governo degli enti locali, le precedenti leggi - la 17 del 2014 di riordino del Ssr e la 26 sempre del 2014 sul riordino del sistema della autonomie locali - questo non lo facevano.

Riccardi ha, quindi, citato tre elementi per lui centrali ma poco dibattuti: il tema delle risorse e della sostenibilità che fanno parte del lavoro che il presidente Fedriga sta facendo con lo Stato; l'integrazione del sistema sociosanitario; la cooperazione sanitaria in tema di sanità, perché questa è una Regione che sull'offerta straniera ha il budget al 3,8%. L'assessore ha, poi, affermato che "l'unica delle riforme sanitarie registrate (dalla riforma Illy alla riforma Serracchiani, passando per quella di Tondo) che ha funzionato un pezzettino è quella di Gianpiero Fasola del 1995. Noi abbiamo fatto l'unica scelta che si poteva fare per intervenire in 6 mesi, ovvero abbiamo messo mano alla parte del governo del Sistema sanitario, alla sua parte strutturale. Voi avete impiegato un anno e mezzo a fare ciò che avete fatto, noi non avevamo tempo da perdere. La pura pianificazione sanitaria sarà oggetto di una riforma successiva.

A seguire, il responsabile della salute regionale ha risposto alle critiche sollevate dai consiglieri di opposizione alla scelta dell'Azienda zero: una scelta organizzativa forte - l'ha definita Riccardi -, ma che da sola non basta. Non interverrà, come avviene oggi, nei confronti di singoli al comando delle Aziende, mentre permetterà di capire perché il sistema sulle proiezioni rispetto alle previsioni parla di 80 milioni di perdite.

L'"Hub and Spoke" non lo costruisci perché sta in una norma - ha proseguito -. Questo modello avvicina il sistema e soprattutto mette gli ospedali minori che sono Spoke direttamente in relazione con lo stesso Hub (succederà per Gorizia e Monfalcone, come per Palmanova e Latisana su Udine). Tenere insieme l'Azienda Isontina con la Bassa Friulana è innaturale. Invece questa operazione di riduzione del numero delle Ass riduce i costi di alcune centinaia di migliaia di euro.

Altro tema, il rapporto con le università, ai cui rettori la Giunta - ha detto Riccardi - ha spiegato che qui chi governa e ha la responsabilità del sistema salute è la Regione, secondo regole che devono essere uguali per tutti e con l'intenzione di regolare un rapporto con il sistema universitario che potrà avvenire con quella che sarà una rinegoziazione di ciò che sarà il nuovo protocollo, ma è evidente che si modifica l'equilibrio mantenuto sino a oggi.

Da ultimo, Riccardi ha affermato che si può immaginare un Ssr che sia sostenibile, ma non è possibile finché si continua ad avere un amento ogni anno, come avvenuto negli ultimi anni, di 200 milioni di euro di parte corrente e il 10% della spesa, con un sistema degli investimenti crollato dagli anni 2000 da oltre 100 milioni all'anno a quelli dell'ultima legislatura, che sono metà di quelli della legislatura precedente e che sono pari a 34 mln all'anno. Un sistema di questo genere non regge - ha detto -. È vero che abbiamo carenza di posti letto, lunghi tempi di attesa, ma prima ci deve essere la redistribuzione delle risorse.

Riccardi ha, quindi, chiosato sostenendo che questa è una prima tappa, importante, e che con la sanità non si può fare sperimentazione perché si farebbe a discapito dei cittadini.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



L'assessore Riccardi risponde all'Aula sulla riforma del Sistema sanitario regionale (foto ARC Montenero)