Cr: ddl stabilità, relatore di minoranza Centis (4)
(ACON) Trieste, 11 dic - CMC - Inizia con l'inquadramento di
alcuni aspetti generali la relazione di minoranza del consigliere
dei Cittadini, Tiziano Centis, che ricostruisce per prima cosa
l'aumento delle entrate tributarie previste nel 2019 pari a 61
milioni di euro, cifra che dimostra come il nuovo sistema di
compartecipazioni, avviato nel 2018 e negoziato con lo Stato, non
ha di fatto creato quel minor afflusso di entrate paventato dal
centrodestra.
Poi, sul ricorso al debito il consigliere dei Cittadini ricorda
che, tra i diversi fattori che hanno consentito alla Regione di
ottenere un elevato rating da parte dell'Agenzia internazionale
di valutazione Standard&Poor's, figura la politica di riduzione
del debito: nel periodo di governo Serracchiani - rammenta - dal
valore di 1,8 miliardi si è passati al valore di 435 milioni, con
una riduzione del 75% del debito complessivo.
A fronte di queste considerazioni, il ricorso al debito
nell'attuale manovra rappresenta una netta inversione di
tendenza: una scelta legittima - afferma - ma che il movimento
dei Cittadini non condivide per nulla: "La scelta di ricorrere
nel triennio a 319 milioni di debito - aggiunge - danneggia
profondamente la nostra Regione perché costituisce il peggior
viatico alla necessaria rinegoziazione dei rapporti finanziari
con lo Stato".
Passando a salute e politiche sociali, Centis rimarca un dato,
definendolo macroscopico: la previsione di spesa riferita al
settore sanitario e sociosanitario passa dai 2,62 miliardi
dell'inizio del 2018 ai 2,97 miliardi del 2019, con un incremento
di 350 milioni. Una spesa annuale ormai prossima ai 3 miliardi
che rappresenta sostanzialmente i due terzi del totale delle
spese manovrabili, che ammontano a poco più di 4,5 miliardi.
"Credo che un dato del genere - spiega - chiami tutti noi
indistintamente a un atto di responsabilità. E' necessario, a
nostro avviso, che questo delicato settore della vita sociale
resti immune da ogni forma di contesa politica almeno fino a
quando non venga condotto a termine un esame approfondito delle
ragioni di questo enorme incremento di spesa. Esame che non può
attendere la piena operatività dell'istituenda Azienda regionale
di coordinamento per la salute (Arcs), ma che deve essere svolto
immediatamente".
Uno dei pochi settori di spesa non intaccati dallo spostamento di
risorse alla sanità è invece, per Centis, quello degli enti
locali, che godono complessivamente di poco più delle risorse
stanziate nell'anno precedente per un ammontare complessivo di
circa 520 milioni, ma si assiste a un deciso rallentamento
impresso dalla Giunta al percorso di perequazione delle risorse
da destinare ai Comuni.
La manovra è poi segnata dalla decisione di destinare nel 2021
23 milioni ai Comuni (in forma singola o in Uti) a favore di
nuovi enti intermedi di area vasta, a elezione diretta, da
reintrodurre nell'ordinamento regionale. E' per Centis un ritorno
al passato che si prefigura alquanto costoso: conti alla mano,
dall'abolizione delle Province ci sono stati risparmi strutturali
di 28 milioni che sono andati a finanziare il fondo accessorio
rendendo possibile la chiusura del contratto di comparto del
pubblico impiego regionale. In sostanza, 28 milioni di risparmi
bruciati e 23 milioni di risorse sottratte alla scelte di
sviluppo territoriale che sarebbe giusto, per l'esponente dei
Cittadini, restassero in capo ai Comuni.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)