Cr: ddl stabilità, relatore di minoranza Moretuzzo (7)
(ACON) Trieste, 11 dic - MPB - Evita di elencare numeri
relativi alla ripartizione delle risorse nei diversi settori e di
riportare le varie modifiche - il relatore di maggioranza Massimo
Moretuzzo capogruppo di Patto per l'Autonomia - ma ritiene più
utile fare delle considerazioni generali evidenziando le scelte
politiche che la manovra sottende.
Primo elemento è quello relativo alla spesa sanitaria alla quale
è destinato più del 60% dell'intero bilancio: per Moretuzzo è
indifferibile per l'Aula domandarsi se il trend della spesa
sanitaria regionale in costante aumento sia inevitabile, per
quanto il sistema regionale possa ancora reggere e in che modo
questa dinamica incida sugli altri settori del bilancio regionale
e sulla reale capacità di investimento del sistema Regione - Enti
Locali.
Poi ci sono i rapporti con lo Stato e la gestione della
trattativa con lo Stato, temi sui quali Consiglio regionale e
cittadini del Friuli-Venezia Giulia dovrebbero ricevere
informazioni precise - afferma Moretuzzo ritenendo che alcune
delle risposte sollecitate dal Patto in diverse occasioni
avrebbero permesso di leggere la prima manovra finanziaria
redatta da questa Giunta sotto tutt'altra luce.
Sappiamo bene - insiste il relatore - che questi rapporti non si
esauriscono nei Patti Tondo-Tremonti e Serracchiani-Padoan, che
in assenza di una loro rinegoziazione sono a tutti gli effetti
delle contribuzioni dovute sine die, ma che a seguito di leggi
finanziarie statali emanate dal 2011 e fino al 2018, la Regione
Friuli-Venezia Giulia ha partecipato in maniera importante
all'abbattimento del debito pubblico italiano e ai "provvisori
accantonamenti" per il risanamento della finanza pubblica. Nè
vediamo segnali di discontinuità rispetto all'atteggiamento che
la Giunta precedente tenne esattamente un anno fa, quando in sede
Finanziaria 2018 venne approvato l'emendamento Morando con il
quale si modificò l'articolo 49 dello Statuto relativo alla
definizione delle compartecipazioni erariali spettanti alla
Regione Friuli-Venezia Giulia; ma ci chiediamo se l'attuale
Giunta regionale sia stata in grado di valutare in maniera
approfondita la proposta governativa di modifica di un elemento
fondamentale dell'autonomia speciale, quale la definizione delle
sue entrate di compartecipazione; ed anche a quanto ammonti il
contributo della Regione Friuli-Venezia Giulia (e dei suoi Enti
locali) alla riduzione dell'indebitamento e della spesa pubblica
in Italia, visto che il peso di tale contributo per il
Friuli-Venezia Giulia, rispetto a quello complessivo, è pari a
oltre il 5% e risulta incontrovertibile la sua sproporzione
rispetto non solo al reale peso demografico ed economico della
nostra Regione ma anche rispetto alle pesantissime ripercussioni
su tutti i macro indicatori economici dei nostri territori. Urge
anche una ricognizione che dia atto di quanta spesa pubblica è
mancata nel sistema Regione-Enti Locali negli anni 2011-2018
rispetto a quanto sarebbe avvenuto qualora non ci fossero stati
interventi dello Stato di taglio delle entrate e di riduzione
delle possibilità di spesa.
Si tratta di questioni dirimenti per il rilancio e lo sviluppo
economico di questa Regione, ma di tutto questo - avverte
Moretuzzo - nelle norme che ci troviamo a discutere non c'è
traccia mentre la strategia della Giunta per affrontare le
necessità economico-finanziarie dell'Amministrazione regionale
sta nel ricorso all'indebitamento, contraendo mutui per un valore
pari a 319 milioni di euro: scelta comprensibile purché si valuti
l'impatto che i rimborsi dei mutui contratti avranno sulla
finanza regionale.
La nostra contrarietà rispetto alla scelta sull'indebitamento (di
cui il 20,4% destinato alla Protezione civile e il 23,5% alla
Sanità) sta nel fatto - precisa Moretuzzo - che questa opzione
non è basata su un programma di sviluppo puntualmente definito,
trattandosi di un indebitamento che viene "spacchettato" in così
tanti settori da risultare secondario, se non addirittura
ininfluente nella maggior parte di essi.
Ci saremmo invece aspettati un intervento coraggioso e deciso in
un settore economico ad alta leva come la filiera delle
costruzioni e della riqualificazione del patrimonio urbanistico
per moltiplicare gli investimenti, stimolando la mobilitazione
del risparmio privato e creando, conseguentemente, un vero e
proprio effetto volano, in una prospettiva di riduzione drastica
del consumo di suolo e di riduzione delle emissioni di CO2
attraverso l'efficientamento energetico degli edifici. Si
sarebbe trattato oltretutto di finanziare opere immediatamente
cantierabili, sfruttando ad esempio gli strumenti già esistenti
quale lo scorrimento della graduatoria del riuso o dei centri
minori. Tanto più che il FVG risulta la regione peggiore del
Nordest con il crollo del 50% tra il 2008 e il 2016 degli
investimenti pubblici nel territorio (-31% la media italiana).
Per questo ci saremmo aspettati che le risorse recuperate
attraverso l'indebitamento fossero utilizzate in modo
preponderante a contrastare questo scenario - sottolinea
Moretuzzo ricordando al proposito le indicazioni puntuali ed
autorevoli arrivate dal "Cantiere Friuli" dell'Università di
Udine, con il richiamo a investire massicciamente sul breve-medio
periodo nel settore dell'edilizia che è il più reattivo e che che
permetterebbe di creare da subito moltissimi posti lavoro (le
stime del Cantiere Friuli parlano di 40mila posti) con ricadute
sociali che, conseguentemente, trainerebbero altri settori.
Servono dunque investimenti importanti, capaci di ottenere
ricadute anche di tipo ambientale.
Come Patto - aggiunge il relatore - condividiamo la scelta di
inserire, da subito, uno studio di fattibilità per la
costituzione di una società elettrica regionale, auspicando anche
l'avvio di un ripensamento globale del sistemo energetico
regionale; parimenti, riteniamo interessante l'estensione della
linea contributiva per l'acquisto di veicoli a basso impatto
ambientale attraverso l'erogazione di contributi a soggetti
privati necessari a coprire sino al 50% della spesa; tuttavia
giudichiamo timido lo stanziamento pari a 1,3 milioni di euro per
l'anno 2019, destinato a scendere nelle annualità successive).
Deluso infine dal fatto che ai territori montani, a parte il
taglio sull'IRAP, nulla sia stato assegnato in sede di bilancio
per un concreto sostegno alla montagna e a chi la vive e la vuole
mantenere viva, Moretuzzo esprime rammarico per il mancato avvio
fin da questa manovra di una nuova stagione di Autonomia che
avrebbe potuto essere elemento di svolta: "ora, più che mai - è
l'esortazione finale del relatore del Patto - è cogente che la
parola "autonomia" si riempia nuovamente di significato e
concretezza permettendo alla Regione FVG di attuare non solo
scelte volte solo a tamponare le criticità presenti, ma di
puntare a scelte coraggiose che permettano la piena
valorizzazione della potenzialità che contraddistingue questo
popolo, il suo tessuto socio-economico e il suo territorio unico".
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)