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Citt: Liguori, centri antiviolenza, adeguare regolamento attuativo

14.12.2018
16:57
(ACON) Trieste, 14 dic - COM/MPB - Il tema della violenza sulle donne rimane al centro dell'agenda politica dei Cittadini, che dopo aver organizzato il mese scorso due incontri pubblici di approfondimento e confronto sul territorio (il primo a San Giovanni al Natisone e il secondo a San Vito al Tagliamento), oggi hanno depositato in Consiglio regionale un ordine del giorno frutto delle riflessioni fatte assieme agli addetti ai lavori e al numeroso pubblico che ha partecipato agli eventi.

Nel documento, primo atto concreto in vista del necessario adeguamento della legge esistente, la consigliera Simona Liguori ha rappresentato alla Giunta regionale la necessità di "garantire maggiore continuità nel supporto ai centri antiviolenza che operano in Friuli Venezia Giulia, associazioni indispensabili nella difficile sfida a un problema che purtroppo rimane sempre attuale anche nella nostra regione".

La legge regionale n. 17 del 16 agosto 2000 ("Realizzazione di progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in difficoltà") favorisce, promuove e finanzia interventi di rete tra istituzioni, associazioni, organizzazioni, enti e figure professionali per affrontare, prevenire e combattere le violenza contro le donne. In questi anni, i vari progetti sostenuti si sono concretizzati nell'istituzione di diversi Centri antiviolenza e di più Case segrete. I Centri svolgono funzioni di prima accoglienza: dai colloqui preliminari per individuare i bisogni e fornire le prime informazioni utili, ai percorsi personalizzati di uscita dalla violenza, basati sull'analisi delle specifiche situazioni, rafforzando la fiducia della donna nelle proprie capacità e favorendo nuovi progetti di vita di autonomia attraverso la relazione fra donne. Le Case sono strutture di ospitalità temporanea per le donne che si trovano in situazioni di necessità o di emergenza, dove le ospiti sono coadiuvate da personale qualificato che favorisce l'autogestione.

"Il regolamento di attuazione della legge - ha spiegato Liguori - non viene modificato da quindici anni e nel tempo si sono manifestate alcune criticità sia per ciò che riguarda la durata dei finanziamenti sia in riferimento ai criteri di riparto dei fondi stessi. È giunto il momento di adeguare la norma per consentire ai chi opera in questo settore con professionalità e grande impegno di continuare a garantire un servizio indispensabile. Ai Centri antiviolenza - ha ricordato Liguori - si possono rivolgere tutte le donne, siano esse sole o con figli minori, indipendentemente dal loro status giuridico o di cittadinanza, donne vittime di violenza psicofisica, sessuale, economica o di maltrattamenti. Il tema della violenza sulle donne è estremamente delicato e complesso sia nella fase iniziale di approccio della vittima alle strutture pubbliche e private che possono aiutarla, sia nell'individuazione dei percorsi che accompagnano la donna verso l'uscita dalla violenza, sia nell'offrire alla vittima una soluzione abitativa idonea per lei e per eventuali minori. Interventi che possono presupporre la necessità di progetti che coprono più annualità. La Giunta regionale - ha concluso Liguori - deve dunque al più presto avviare un approfondimento affinché si possano apportare dei correttivi migliorativi al regolamento attuativo della legge 17/2000".



La consigliera regionale Simona Liguori (Cittadini)