Citt: Liguori, centri antiviolenza, adeguare regolamento attuativo
(ACON) Trieste, 14 dic - COM/MPB - Il tema della violenza sulle
donne rimane al centro dell'agenda politica dei Cittadini, che
dopo aver organizzato il mese scorso due incontri pubblici di
approfondimento e confronto sul territorio (il primo a San
Giovanni al Natisone e il secondo a San Vito al Tagliamento),
oggi hanno depositato in Consiglio regionale un ordine del giorno
frutto delle riflessioni fatte assieme agli addetti ai lavori e
al numeroso pubblico che ha partecipato agli eventi.
Nel documento, primo atto concreto in vista del necessario
adeguamento della legge esistente, la consigliera Simona Liguori
ha rappresentato alla Giunta regionale la necessità di "garantire
maggiore continuità nel supporto ai centri antiviolenza che
operano in Friuli Venezia Giulia, associazioni indispensabili
nella difficile sfida a un problema che purtroppo rimane sempre
attuale anche nella nostra regione".
La legge regionale n. 17 del 16 agosto 2000 ("Realizzazione di
progetti antiviolenza e istituzione di centri per donne in
difficoltà") favorisce, promuove e finanzia interventi di rete
tra istituzioni, associazioni, organizzazioni, enti e figure
professionali per affrontare, prevenire e combattere le violenza
contro le donne. In questi anni, i vari progetti sostenuti si
sono concretizzati nell'istituzione di diversi Centri
antiviolenza e di più Case segrete. I Centri svolgono funzioni di
prima accoglienza: dai colloqui preliminari per individuare i
bisogni e fornire le prime informazioni utili, ai percorsi
personalizzati di uscita dalla violenza, basati sull'analisi
delle specifiche situazioni, rafforzando la fiducia della donna
nelle proprie capacità e favorendo nuovi progetti di vita di
autonomia attraverso la relazione fra donne. Le Case sono
strutture di ospitalità temporanea per le donne che si trovano in
situazioni di necessità o di emergenza, dove le ospiti sono
coadiuvate da personale qualificato che favorisce l'autogestione.
"Il regolamento di attuazione della legge - ha spiegato Liguori -
non viene modificato da quindici anni e nel tempo si sono
manifestate alcune criticità sia per ciò che riguarda la durata
dei finanziamenti sia in riferimento ai criteri di riparto dei
fondi stessi. È giunto il momento di adeguare la norma per
consentire ai chi opera in questo settore con professionalità e
grande impegno di continuare a garantire un servizio
indispensabile. Ai Centri antiviolenza - ha ricordato Liguori -
si possono rivolgere tutte le donne, siano esse sole o con figli
minori, indipendentemente dal loro status giuridico o di
cittadinanza, donne vittime di violenza psicofisica, sessuale,
economica o di maltrattamenti. Il tema della violenza sulle donne
è estremamente delicato e complesso sia nella fase iniziale di
approccio della vittima alle strutture pubbliche e private che
possono aiutarla, sia nell'individuazione dei percorsi che
accompagnano la donna verso l'uscita dalla violenza, sia
nell'offrire alla vittima una soluzione abitativa idonea per lei
e per eventuali minori. Interventi che possono presupporre la
necessità di progetti che coprono più annualità. La Giunta
regionale - ha concluso Liguori - deve dunque al più presto
avviare un approfondimento affinché si possano apportare dei
correttivi migliorativi al regolamento attuativo della legge
17/2000".