Cr: ddl 32 riforma Regione/Autonomie locali, relatore Tosolini (1)
(ACON) Trieste, 17 dic - CMC - I lavori odierni del Consiglio
regionale dedicati all'esame del disegno di legge n. 32
contenente modifiche alla l.r. 26/2014 (riordino del sistema
Regione/Autonomie locali; ordinamento delle Uti) e alla l.r. 6/
2006 (sistema integrato di interventi e servizi per la promozione
e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale) si sono aperti
con l'intervento del consigliere Lorenzo Tosolini (Lega), primo
relatore di maggioranza.
Un disegno di legge - per Tosolini - che esonera i Comuni
dall'obbligo di aderire alle Unioni territoriali intercomunali
(Uti), di esercitare le funzioni tramite le Unioni e che
reintroduce l'Assemblea dei Sindaci per interventi e gestione dei
servizi sociali. Quello in esame, diversamente dalla cosiddetta
riforma Serracchiani, è un provvedimento che non fa differenza
tra i Comuni che intendono rimanere all'interno delle Uti e
quelli che, al contrario, hanno deciso di rimanerne fuori,
consentendo pari dignità e pari opportunità.
E' una scelta che matura dopo il fallimento delle "Uti
autoritarie" imposte dalla precedente amministrazione - aggiunge
il relatore - caratterizzata peraltro nel corso della legislatura
da 18 interventi legislativi di aggiustamento.
Obiettivo primario del provvedimento - prosegue il consigliere
della Lega - è quello di ridare agli Enti locali e soprattutto ai
cittadini, un'Amministrazione agile, veloce e dinamica, intenta a
distribuire le risorse ai Comuni che rappresentano i centri di
contatto più vicini ai cittadini e alle loro esigenze. Nasce un
sistema che garantisce ai territori la possibilità di
autodeterminarsi, semplifica la creazione degli ambiti sociali e
realizza modelli di area vasta ai quali verranno trasferite
numerose funzioni attualmente in capo alla Regione.
Riassumendo poi le principali disposizioni dell'articolato,
Tosolini ricorda che l'adesione dei Comuni alle Uti resta
facoltativa, tranne per quelli con popolazione inferiore ai 5.000
abitanti (3.000 per i Comuni appartenuti alle Comunità montane),
per i quali vige la disciplina statale sulla gestione associata
obbligatoria delle funzioni.
Focus della riforma sono poi, per l'esponente leghista, quelle
norme che prevedono l'individuazione tramite delibera di Giunta
degli ambiti territoriali per la gestione associata della
funzione sociale, la reintroduzione dell'Assemblea dei sindaci,
organismo di governo dei servizi sociali comunali, e della
Conferenza regionale dei servizi sociali dei Comuni, organismo
permanente di confronto con funzioni consuntive e propositive.
Diviene inoltre necessario - aggiunge Tosolini - azzerare quella
voce di bilancio diretta alla promozione della fusione imposta
dall'Amministrazione regionale precedente, che ha investito
molte, forse troppe, risorse e impegnato le pubbliche istituzioni
in inutili spostamenti di dipendenti, sedi, mezzi e uffici.
Ciò non tanto per diversa visione politica della pubblica
amministrazione - conclude il relatore -, ma soprattutto per
l'amara constatazione del completo fallimento della visione
autoritaria che ha generato la legge regionale 26 del 2014.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)