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Cr: ddl 32 riforma Regione/Autonomie locali, relatore Di Bert (2)

18.12.2018
12:05
(ACON) Trieste, 17 dic - CMC - Un documento snello, che fornisce un'immediata risposta al sistema delle autonomie locali, in attesa di una riforma più ampia e complessa che nel 2019 definirà il nuovo soggetto di area vasta.

Così afferma Mauro Di Bert (Progetto FVG/Ar), nella relazione di maggioranza all'Aula sul ddl n.32 di riordino del sistema regionale delle Autonomie locali, osservando come la nostra sia rimasta l'unica regione dove sono state soppresse le Province "nel nome di una specialità che troppo spesso ci si è dimenticati di esercitare in tanti altri settori decisamente più strategici".

Con l'approvazione e l'entrata in vigore del disegno di legge in esame, si avvia - per Di Bert - una fase transitoria regolata da norme semplici: il provvedimento non cancella infatti, tutto ciò che è stato introdotto quattro anni fa con la legge 26, ma interviene in modo scientifico, mantenendo ciò che funziona e ridisegnando il resto, tanto che il sistema delle unioni territoriali rimane, dando alle amministrazioni locali la facoltà non solo di scegliere se partecipare o meno, ma anche con quali altre amministrazioni convenzionarsi.

Venendo meno l'obbligatorietà - continua Di Bert - si inizia un percorso verso una politica di programmazione e di pianificazione su area vasta, con un progetto politico chiaro e coerente che entro il 2019 porterà all'istituzione di un ente sovra comunale, magari anche di nomina elettiva.

Punto qualificante del ddl è l'autonomia restituita a tutti i Comuni anche i più piccoli per i quali, per esempio, resta un obbligo alla convenzione, ma a salvaguardia dei servizi, con libertà di scegliere con chi associarsi. Il provvedimento infatti - spiega Di Bert - riporta all'applicazione della normativa statale che prevede la gestione associata obbligatoria delle funzioni comunali, per i Comuni fino a 5.000 abitanti, mentre le Unioni costituiscono forme facoltative per l'esercizio associato anche delle altre funzioni.

Vengono poi abrogati - spiega il consigliere - gli articoli che imponevano unioni e fusione decise sulla carta e viene sancita chiaramente l'autonomia che va assolutamente riconosciuta a degli enti territoriali che hanno fortemente contributo alla crescita e al benessere delle proprie comunità.

Nel settore del welfare, con l'abolizione dell'articolo 56, si torna alla legge 6/2006 con la quale viene disciplinata l'organizzazione del Servizio sociale dei Comuni assicurando uniformità territoriale nei livelli minimi di offerta e omogeneità di risposta ai bisogni della popolazione.

Le modifiche apportate al sistema dei finanziamenti non penalizza più chi decide di restare fuori dalle Unioni territoriali, ma introduce più semplicemente un sistema premiante per quei Comuni che decidono in modo del tutto autonomo di "fare sistema". Con questo avvio di riforma organica anche nei trasferimenti finanziari viene garantita una congrua certezza di risorse, tesa a favorire una programmazione da parte dei Comuni che possono garantire i livelli essenziali dei servizi ai propri cittadini, in un'ottica di decentramento e autonomia.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il consigliere regionale Mauro Di Bert (Progetto FVG/Ar)