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Cr: pres. Zanin, Giorno della Memoria, spunti di riflessione (1)

30.01.2019
15:02
(ACON) Trieste, 30 gen - RCM - Aprendo la seduta di lavori, il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha dedicato all'Aula alcuni spunti di riflessione sul 27 gennaio, Giorno della Memoria.

"Il 27 gennaio di 74 anni fa venivano abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau - ha così ricordato Zanin -, delimitato da torrette e reticolati elettrificati nel quale era stata costruita la più grande e devastante macchina di morte concepita nella storia dell'uomo.

"Nel gennaio 1945 non era ancora la fine del conflitto, delle persecuzioni, delle sofferenze e delle uccisioni di massa, ma la Germania nazista, anche dopo la battaglia delle Ardenne, che portò in modo irreversibile alla sconfitta finale, continuò la sua guerra contro il popolo ebraico, contro i rom, contro l'omosessualità e il dissenso politico.

"Nella primavera di quell'anno si scoprì il male che c'era nel mondo, associandolo a tutte le sofferenze e alle vittime che queste hanno causato, anche se la barbarie di ieri si ripresenta oggi con il nuovo segno distintivo del terrorismo e del fanatismo religioso, che da anni sparge sangue in tanti Paesi martoriati, nei quali i totalitarismi, le discriminazioni e gli odi mettono a rischio la pace e la convivenza tra i popoli.

"Nel luglio del 2000 il Parlamento italiano, con la legge 211, ha istituito il Giorno della Memoria, una ricorrenza per riflettere sull'Olocausto, sul folle progetto della 'soluzione finale', teorizzato e messo in atto con determinazione dai nazisti sin dal 1942 e che portò alla morte di sei milioni di ebrei.

"Se la persecuzione in Italia non fu per vastità, paragonabile a quella realizzata dalla Germania, dobbiamo riconoscere che quel tragico percorso è stato attuato anche nel nostro Paese. Gli ebrei sono stati prima bollati come non italiani, subendo discriminazioni politiche e professionali e poi deportati nei campi di concentramento.

"Se è stato accertato che tra la popolazione civile ci fu anche chi collaborò spregevolmente alla cattura degli ebrei, dobbiamo ricordare le migliaia di persone che hanno nascosto, aiutato, salvato discriminati in fuga, a rischio delle propria vita, difendendo, con la loro, la nostra dignità. Tra questi, ci sono gli oltre 500 Giusti fra le Nazioni che si adoperarono per la salvezza degli ebrei italiani, riconosciuti da Israele nel grande memoriale Yad Vashem di Gerusalemme.

"Consentitemi di ricordare due frasi cariche di significato per questa giornata, la prima scolpita in trenta lingue su un monumento di Dachau: 'Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo' e la seconda di Primo Levi che, sottolineando di non essersi mai liberato dal senso di colpa per essere sopravvissuto, scrisse nella poesia che apre il romanzo 'Se questo è un uomo': 'Meditate che questo è stato. Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore'.

"Ricordare le grandi tragedie collettive ci deve far pensare agli innocenti di oggi e di domani e al nostro dovere di migliorare il mondo che abbiamo trovato, facendo tesoro delle esperienze positive e di quelle devastanti. Soltanto se maturerà in noi questa consapevolezza, il ricordo della SHOAH sarà qualcosa di più della commemorazione di un crimine fra i più efferati mai commessi dall'uomo, perché abbiamo il compito di impedire che le pagine più drammatiche del secolo passato possano diventare il futuro dei nostri figli.

"Colleghe e Colleghi, giurando in quest'Aula, abbiamo ribadito il nostro impegno inequivocabile contro ogni violazione del principio di pari dignità ed uguaglianza davanti alla legge. Lo afferma l'articolo 3 della Costituzione italiana, ma lo ribadisce anche il secondo articolo del Trattato sull'Unione Europea che fonda i suoi valori sul rispetto della dignità e dei diritti umani. I valori comuni agli Stati membri sono la non discriminazione delle minoranze, la giustizia, la solidarietà. L'Europa è stata costruita su quelle basi, su quel fondamento di pace e civiltà, disegnato ancora prima della fine del secondo conflitto mondiale, da Altiero Spinelli ed altri confinati, nel carcere di Ventotene e che portò al Manifesto per un'Europa libera ed unita, primo documento del federalismo europeo. La celebrazione del Giorno della Memoria comporta un impegno concreto affinchè il silenzio non possa cancellare, né ora né mai, la consapevolezza di ciò che è accaduto.

"Meditare e tramandare, consegnare ai giovani questi valori condivisi che si fondano sul ricordo e sulla conoscenza. E' l'esortazione a non restare insensibili perché, come ha scritto Elie Wiesel, scrittore rumeno vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1986 e superstite dell'Olocausto: 'L'opposto dell'Amore non è l'Odio è l'Indifferenza'. E' l'appello a non essere indifferenti alle discriminazioni. E' l'insegnamento a coltivare una solidarietà autentica, che ci porti ad ascoltare le richieste di aiuto che giungono anche da chi appare diverso da noi. E' il modo più giusto di rendere omaggio alla memoria delle vittime dell'Olocausto, al sacrificio, alla resistenza, alla rinascita del popolo ebraico.

"Per questo le nostre istituzioni devono sostenere le 'Scuole della memoria' che si costruiscono con le visite nei luoghi della Shoah e consentono di fissare nella mente dei più giovani i campi in cui si è consumata, poco più di 70 anni fa, una tragedia spaventosa contro un'umanità inerme.

"Oggi registriamo, a trent'anni dall'abbattimento del muro di Berlino, la costruzione ai confini di nuove barriere, che lacerano i rapporti tra gli Stati e tentano di fermare bambini, donne, uomini che cercano la pace o fuggono da fame e miseria. Muri vengono evocati e costruiti anche tra Stati Uniti e Messico, tra Turchia e Siria, tra India e Bangladesh, tra Sud Africa e Mozambico.

"La dolorosa pagina di storia del secolo scorso deve servire a tutti come lezione. Come è possibile che - sotto forme diverse - dal razzismo, al fanatismo religioso, al nazionalismo esasperato, si propaghi ancora oggi il germe dell'intolleranza, della discriminazione, delle violenze inaudite che seminano morte in particolar modo in Medioriente e in Africa. Ricordando i morti di sett'anni fa e le guerre di oggi, cerchiamo un'àncora per i vivi, un insegnamento sulla vita, la comprensione e la compassione, perché il passato, in qualunque forma rischi di ripresentarsi nelle nostre società, possa essere riconosciuto e respinto.

"Oggi, in quest'aula, abbiamo l'onore di ospitare e ascoltare nell'Aula del Consiglio regionale la testimonianza di Bruno Fabretti, friulano di 95 anni, deportato nei campi di sterminio di Dachau e Buchenwald, che a distanza di decenni dalle esperienze vissute, si dice felice perché da cristiano ha perdonato e nel perdono ha trovato la forza di rivivere e di vivere serenamente", ha concluso Zanin dando la parola a Fabretti.

(foto; immagini alle tv)

(segue)



Il presidente Zanin commemora Giorno della Memoria (foto Arc/GM)