Cr: relazione su Rapporto 2017 su coordinamento finanza pubblica (8)
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB/RCM - Il "Rapporto 2017 sul
coordinamento della finanza pubblica regionale", su cui il
Consiglio regionale si è espresso con parere favorevole unanime,
è un documento redatto dalla sezione regionale della Corte dei
Conti per rafforzare il coordinamento tra Stato e Regione e
garantire il rispetto dei vincoli dettati dalla normativa europea
e prevenire pratiche contrarie ai principi della previa copertura
e dell'equilibrio di bilancio.
Lo ha spiegato Alessandro Basso (FdI/An), relatore per l'Aula del
documento, aggiungendo come la Corte abbia effettuato il
controllo nell'ottica di un sistema regionale integrato di
finanza pubblica, sistema nel quale la Regione svolge una
funzione di regia sempre controbilanciata dall'adozione di un
metodo di confronto con gli enti locali.
Nel valutare la finanza pubblica regionale, la Corte ha tenuto
conto di alcuni importanti riforme che hanno inciso su
ordinamento, assetto costituzionale, istituzionale e
organizzativo: il Bilancio di previsione dello Stato 2018 e il
bilancio pluriennale 2018-2020 (legge 205/2017), le novità
normative riguardanti il sistema delle autonomie locali (legge
costituzionale 1/2016), e riordino del servizio sanitario
regionale (Lr 17/2014).
Sei le parti di cui si compone il Rapporto, per ciascuna delle
quali Basso ha riassunto per l'Aula i contenuti: la prima
riguarda le finalità e l'oggetto del documento in relazione agli
obiettivi di finanza pubblica che analizza l'andamento generale
della finanzia regionale e locale rispetto alle norme di settore
statali e comunitarie.
Al secondo punto vi sono le valutazioni sullo stato di attuazione
delle attività di riordino del territorio con la costituzione
delle Unioni territoriali intercomunali (Uti): la Corte
raccomanda di lavorare alla definizione di indicatori di
fabbisogni e di costi standard per consentire misurabilità e
confrontabilità delle rilevazioni e la conseguente efficacia
dell'azione politica. Il riordino delle funzioni locali è inoltre
definito cruciale per perseguire una politica di
razionalizzazione dei costi e liberare così risorse per lo
sviluppo del territorio.
Riguardo ai controlli sugli Enti locali, terzo ambito preso in
esame, viene rilevato che il contesto generale si presenta
sostanzialmente sano e virtuoso. Il monitoraggio compiuto
evidenzia una situazione di regolarità sia sulle
razionalizzazioni richieste nell'ambito delle partecipazioni
degli enti locali nelle società, sia nella ricognizione svolta
sui regolamenti comunali. Emergono tuttavia dal Rapporto le
difficoltà dei Comuni di minori dimensioni nel fronteggiare in
maniera adeguata le novità contabili e finanziarie derivanti
dall'armonizzazione. Un'ulteriore riflessione interessa gli
organi di revisione economico finanziaria dei Comuni le cui
relazioni sono in alcuni casi imprecise e inesatte.
Quanto ai controlli sulla Regione, quarta parte del documento, la
Corte si concentra nel controllo successivo di regolarità
amministrativa incardinato presso la Ragioneria generale. Emerge
una realtà in corso di evoluzione che nel 2017 ha fatto emergere
alcune criticità di tipo organizzativo e legate all'organico e
nella tempistica di svolgimento dei controlli. Alcuni aspetti
problematici sono poi legati al controllo su singoli
provvedimenti.
La quinta sezione del Rapporto è dedicata ai raccordi della
finanza regionale con gli organismi partecipati di natura
societaria, nella quale la Corte evidenzia prima di tutto la
difficoltà di effettuare un controllo sulle partecipate in
assenza di un bilancio consolidato delle stesse, che sarà
predisposto per la prima volta quest'anno.
Fatta questa premessa si evidenzia che le partecipazioni dirette
coinvolgono 14 società di cui 4 in liquidazione. Tra quelle
operative manifestano situazioni problematiche, con risultati
negativi nell'ultimo triennio l'Aeroporto Friuli Venezia Giulia,
Banca Mediocredito FVG e Polo tecnologico Pordenone.
Tra le situazioni meritevoli di attenzione, si segnalano poi
Friulia e Ucit. La prima chiude con un risultato positivo ma il
fatturato, rispetto alla media del triennio, è diminuito del 12%
e il costo del personale e dei compensi degli organi sociali è di
molto superiore al fatturato in misura del 294%, con i compensi
degli amministratori pari al 13,49% del fatturato. La partecipata
Ucit presenta risultati economici positivi ma in diminuzione
rispetto al triennio del 32%, caratterizzati da un decremento del
fatturato del 15,75% e costi del personale pari al 28,30%.
L'ultima sezione presa in esame riguarda l'andamento del Sistema
sanitario regionale e offre una lettura dei dati aggiornati
disponibili nel 2017, terzo anno di attuazione della riforma, dai
quali si registra un costante e rilevante incremento del valore a
consuntivo rispetto a quello programmato. Perplessità sorgono
sulle modalità di gestione della programmazione preventiva e in
particolare sull'utilizzo dello strumento programmatorio e
ulteriori criticità sono rilevate nell'utilizzo del bilancio
consolidato preventivo del sistema sanitario regionale
relativamente ad altri aspetti delle modalità di
contabilizzazione di costi della gestione sanitaria regionale e
cioè: nell'esclusione dell'Egas dall'area di consolidamento e
dall'esclusione dai bilanci aziendali dei costi di gestione dei
sistemi informativi aziendali in ragione della applicazione in
ambito sanitario della normativa regionale di gestione del
sistema informativo regionale da parte di Insiel.
La Corte, preso atto dell'inadeguata rappresentazione contabile
dell'andamento economico del Sistema sanitario regionale secondo
gli strumenti previsti dall'armonizzazione contabile nazionale,
ritiene necessario che l'amministrazione operi un'attività di
rettifica e di consolidamento delle risultanze contabili.
Dall'analisi complessiva del Sistema sanitario regionale emerge
un miglioramento, rispetto alle gestioni precedenti, di numerosi
importanti indicatori tecnico-sanitari relativi al trattamento di
patologie caratteristiche di pazienti anziani. Accanto al
miglioramento di tali indicatori si accompagna, poi, anche una
maggiore economicità complessiva del sistema, in linea per altro
con la generale tendenza nazionale alla riduzione della spesa.
L'entità di tale economicità, tuttavia, non appare chiaramente
valutabile nel suo complesso.
La Centrale Salute appare voler ancor di più ricomprendere il
governo della sanità regionale in una logica finanziaria e di
ordinaria amministrazione regionale. Viene inoltre evidenziato il
peggioramento di importanti ambiti d'attività: sia l'area della
prevenzione, sia quella dell'appropriatezza e complessità
dell'attività ospedaliera vedono, infatti, il Sistema regionale
sanitario del Friuli Venezia Giulia perdere posizioni nelle
specifiche classifiche nazionali. E' poi rilevato come, in ambito
ospedaliero, vi sia un lieve peggioramento dell'indicatore
relativo al "Percorso emergenza-urgenza". Incerta, poi, è la
valutazione dell'integrazione tra l'attività sanitaria
territoriale e quella ospedaliera e, in generale, dell'assistenza
primaria. Emerge un mancato miglioramento dell'indicatore
"Integrazione ospedale-territorio".
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)