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VI Comm: audizione responsabili Parchi tecnologici FVG

21.03.2019
14:51
(ACON) Trieste, 21 mar - RCM - Audizione, in VI Commissione consiliare presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto FVG/Ar), dei rappresentanti dei Parchi scientifici e tecnologici regionali, con una domanda che alla fine è stata preminente per tutti: la strada è verso una unione dei quattro Parchi o resteranno divisi seppure in coordinamento tra loro?

A prendere parte alla seduta, seguita anche dall'assessore regionale Alessia Rosolen, sono stati Michele Morgante, presidente di Consorzio Innova FVG e consigliere di amministrazione di Area Science Park; Valerio Pontarolo e Franco Scolari, presidente e direttore generale del Polo tecnologico di Pordenone; Sergio Paoletti e Stefano Casaleggi, presidente e direttore generale di Area Scienze Park (ASS). Assente Friuli Innovazione, che sarà ascoltato a maggio.

Primo a parlare il presidente Morgante, che ha presentato l'ente pubblico economico di Amaro, organismo di ricerca che ha ereditato la situazione di Agemont ed è specificatamente concentrato sullo sviluppo del territorio montano con attività di ricerca e di incubazione di imprese. Morgante ha sostenuto che "i 4 Parchi agiscono in maniera indipendente e in competizione tra loro (è un caso - ha spiegato - che io sia anche nel Cda di ASS) e sono tutti, tranne Area, sottodimensionati, con mancanza di competenze tecnologiche specifiche che servono alle aziende (cosa che riguarda in parte anche ASS)". A suo dire, "il progetto Open Innovation System (OIS) era nato per far collaborare i 4 Parchi tra loro ma è diventato un'occasione di competizione, mentre si dovrebbe creare un sistema unico e coordinato, con 4 sedi territoriali (Trieste, Udine, Pordenone e Amaro)".

Morgante ha anche affermato che "andrebbero definiti meglio pure i sei cluster industriali e tecnologici creati di recente, perché se si occuperanno anche di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, ci sarà una ovvia sovrapposizione con i Poli e conseguenti frizioni e doppioni. Non da ultimo, la questione risorse: vanno ripensate le modalità con le quali la Regione al momento finanzia la ricerca in quanto spesso si tratta di progetti nati da matrimoni di convenienza voluti solo per avere accesso a risorse che altrimenti non si otterrebbero, non per veri progetti di innovazione a vantaggio del territorio".

Più cauti, nelle loro esposizioni, Pontarolo e Scolari del Polo tecnologico di Pordenone, che si sono detti soddisfatti di quanto realizzato "perché ci siamo sviluppati ulteriormente su tutte le aree di attività e le imprese ci vedono come punto di riferimento, in particolare per Industry 4.0. Gli obiettivi prefissati a fine 2017 sono stati raggiunti e il Polo ha conseguito un risultato economico ampiamente superiore al budget come mai prima, cosa che ha consentito la creazione di un fondo rischi per i prossimi anni". Se un problema c'è, è la mancanza di spazi. Per il resto, una fusione tra i 4 parchi potrebbe portare a problemi societari, intanto la collaborazione con gli altri Parchi c'è perché è comune la spinta alla trasformazione digitale e alla competitività del territorio, poi è molto soddisfacente con ASP in quanto si occupa principalmente del settore della ricerca.

"Area Science Park - ha infatti specificato Paoletti - è un ente nazionale di ricerca, stabilito nel 2016 dalla legge Madia. La sua particolarità è di essere nata nel 1978 a Trieste: è uno dei pochi enti nazionali che non ha sede a Roma. Nel nuovo statuto, entrato in vigore un anno fa, è scritto che passiamo da Parco scientifico e tecnologico (siamo ancora il più grande d'Italia per dimensioni) ad esser sempre più Agenzia per l'innovazione con nuove competenze".

Paoletti ha, quindi, specificato il progetto Argo, soffermandosi soprattutto sull'obiettivo di realizzare nuovi modelli di sviluppo economico basati sull'innovazione di processi e prodotti, attraverso l'interazione tra ricerca e industria. Tra i 4 pilastri di Argo, c'è anche il Porto di Trieste. Area - ha sottolineato il suo presidente - ha già portato operatori internazionali non cinesi a insediarsi all'interno dell'area portuale triestina". Oltre alla logistica, di Argo fanno parte anche azioni legate alla industrializzazione 4.0, alla ricerca, al sostegno alle start up, quale vera e propria iniziativa di sistema per obiettivi comuni e di cooperazione che dà i suoi frutti, secondo una unitarietà la cui cabina di regia è presieduta dalla Regione.

Da parte dei consiglieri, soprattutto domande volte a capire se, appunto, vi è una rete strutturale di collegamento tra i 4 Parchi con anche una co-presenza di consiglieri di amministrazione in più di un ente, come chiesto da Camber (FI), con Honsell (Open-SinistraFVG) assolutamente contrario a "una testa unica" perché andrebbe a scapito delle piccole imprese seppure sia necessario un coordinamento delle attività e avrebbe voluto conoscere i bilanci dei Parchi, mentre Turchet (Lega) ha affermato che una guida che coordini tutti è assolutamente necessaria o il pericolo è che la popolazione percepisca i Poli tecnologici come dei carrozzoni costosi perché quando il pubblico investe, ci si aspetta che ci sia un ritorno economico e non delle perdite.

Collaborare è strategico per Moretuzzo (Patto per l'Autonomia), ma altro è avere una regia unica; sarebbe bene capire dalla Regione se ha preso delle decisioni verso questa strada o no. Shaurli (Pd) ha fatto presenti le difficoltà registrate alla nascita di Argo, che non prevede l'unificazione ma la specializzazione, garanzia delle istanze dei territori ma inserite in un sistema di progetto complessivo regionale. Per Russo (Pd), si dovrebbe misurare efficacia ed efficienza dell'iniziativa in termini di maggiore innovazione dell'impresa ma anche di crescita dimensionale dell'impresa, e ha fatto presenti i pericoli di essere divisi in quelle che, alla fin fine, sono 4 piccole realtà, mentre l'obiettivo deve essere vedere il sistema sempre più integrato. Idem per Ussai (M5S) quanto a proseguire nel migliorare il coordinamento e la specializzazione dei Poli, ma bisogna capire le inefficienze e quale il possibile coordinamento che può fare la Regione per metterli a sistema anche con gli altri attori quali cluster e consorzi industriali.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it)



Audizione in VI Commissione presieduta da Giuseppe Sibau (ProgettoFVG/Ar) sui Poli tecnologici (foto Arc/GM)