VI Comm: audizione responsabili Parchi tecnologici FVG
(ACON) Trieste, 21 mar - RCM - Audizione, in VI Commissione
consiliare presieduta da Giuseppe Sibau (Progetto FVG/Ar), dei
rappresentanti dei Parchi scientifici e tecnologici regionali,
con una domanda che alla fine è stata preminente per tutti: la
strada è verso una unione dei quattro Parchi o resteranno divisi
seppure in coordinamento tra loro?
A prendere parte alla seduta, seguita anche dall'assessore
regionale Alessia Rosolen, sono stati Michele Morgante,
presidente di Consorzio Innova FVG e consigliere di
amministrazione di Area Science Park; Valerio Pontarolo e Franco
Scolari, presidente e direttore generale del Polo tecnologico di
Pordenone; Sergio Paoletti e Stefano Casaleggi, presidente e
direttore generale di Area Scienze Park (ASS). Assente Friuli
Innovazione, che sarà ascoltato a maggio.
Primo a parlare il presidente Morgante, che ha presentato l'ente
pubblico economico di Amaro, organismo di ricerca che ha
ereditato la situazione di Agemont ed è specificatamente
concentrato sullo sviluppo del territorio montano con attività di
ricerca e di incubazione di imprese. Morgante ha sostenuto che "i
4 Parchi agiscono in maniera indipendente e in competizione tra
loro (è un caso - ha spiegato - che io sia anche nel Cda di ASS)
e sono tutti, tranne Area, sottodimensionati, con mancanza di
competenze tecnologiche specifiche che servono alle aziende (cosa
che riguarda in parte anche ASS)". A suo dire, "il progetto Open
Innovation System (OIS) era nato per far collaborare i 4 Parchi
tra loro ma è diventato un'occasione di competizione, mentre si
dovrebbe creare un sistema unico e coordinato, con 4 sedi
territoriali (Trieste, Udine, Pordenone e Amaro)".
Morgante ha anche affermato che "andrebbero definiti meglio pure
i sei cluster industriali e tecnologici creati di recente, perché
se si occuperanno anche di ricerca, innovazione e trasferimento
tecnologico, ci sarà una ovvia sovrapposizione con i Poli e
conseguenti frizioni e doppioni. Non da ultimo, la questione
risorse: vanno ripensate le modalità con le quali la Regione al
momento finanzia la ricerca in quanto spesso si tratta di
progetti nati da matrimoni di convenienza voluti solo per avere
accesso a risorse che altrimenti non si otterrebbero, non per
veri progetti di innovazione a vantaggio del territorio".
Più cauti, nelle loro esposizioni, Pontarolo e Scolari del Polo
tecnologico di Pordenone, che si sono detti soddisfatti di quanto
realizzato "perché ci siamo sviluppati ulteriormente su tutte le
aree di attività e le imprese ci vedono come punto di
riferimento, in particolare per Industry 4.0. Gli obiettivi
prefissati a fine 2017 sono stati raggiunti e il Polo ha
conseguito un risultato economico ampiamente superiore al budget
come mai prima, cosa che ha consentito la creazione di un fondo
rischi per i prossimi anni". Se un problema c'è, è la mancanza di
spazi. Per il resto, una fusione tra i 4 parchi potrebbe portare
a problemi societari, intanto la collaborazione con gli altri
Parchi c'è perché è comune la spinta alla trasformazione digitale
e alla competitività del territorio, poi è molto soddisfacente
con ASP in quanto si occupa principalmente del settore della
ricerca.
"Area Science Park - ha infatti specificato Paoletti - è un ente
nazionale di ricerca, stabilito nel 2016 dalla legge Madia. La
sua particolarità è di essere nata nel 1978 a Trieste: è uno dei
pochi enti nazionali che non ha sede a Roma. Nel nuovo statuto,
entrato in vigore un anno fa, è scritto che passiamo da Parco
scientifico e tecnologico (siamo ancora il più grande d'Italia
per dimensioni) ad esser sempre più Agenzia per l'innovazione con
nuove competenze".
Paoletti ha, quindi, specificato il progetto Argo, soffermandosi
soprattutto sull'obiettivo di realizzare nuovi modelli di
sviluppo economico basati sull'innovazione di processi e
prodotti, attraverso l'interazione tra ricerca e industria. Tra i
4 pilastri di Argo, c'è anche il Porto di Trieste. Area - ha
sottolineato il suo presidente - ha già portato operatori
internazionali non cinesi a insediarsi all'interno dell'area
portuale triestina". Oltre alla logistica, di Argo fanno parte
anche azioni legate alla industrializzazione 4.0, alla ricerca,
al sostegno alle start up, quale vera e propria iniziativa di
sistema per obiettivi comuni e di cooperazione che dà i suoi
frutti, secondo una unitarietà la cui cabina di regia è
presieduta dalla Regione.
Da parte dei consiglieri, soprattutto domande volte a capire se,
appunto, vi è una rete strutturale di collegamento tra i 4 Parchi
con anche una co-presenza di consiglieri di amministrazione in
più di un ente, come chiesto da Camber (FI), con Honsell
(Open-SinistraFVG) assolutamente contrario a "una testa unica"
perché andrebbe a scapito delle piccole imprese seppure sia
necessario un coordinamento delle attività e avrebbe voluto
conoscere i bilanci dei Parchi, mentre Turchet (Lega) ha
affermato che una guida che coordini tutti è assolutamente
necessaria o il pericolo è che la popolazione percepisca i Poli
tecnologici come dei carrozzoni costosi perché quando il pubblico
investe, ci si aspetta che ci sia un ritorno economico e non
delle perdite.
Collaborare è strategico per Moretuzzo (Patto per l'Autonomia),
ma altro è avere una regia unica; sarebbe bene capire dalla
Regione se ha preso delle decisioni verso questa strada o no.
Shaurli (Pd) ha fatto presenti le difficoltà registrate alla
nascita di Argo, che non prevede l'unificazione ma la
specializzazione, garanzia delle istanze dei territori ma
inserite in un sistema di progetto complessivo regionale. Per
Russo (Pd), si dovrebbe misurare efficacia ed efficienza
dell'iniziativa in termini di maggiore innovazione dell'impresa
ma anche di crescita dimensionale dell'impresa, e ha fatto
presenti i pericoli di essere divisi in quelle che, alla fin
fine, sono 4 piccole realtà, mentre l'obiettivo deve essere
vedere il sistema sempre più integrato. Idem per Ussai (M5S)
quanto a proseguire nel migliorare il coordinamento e la
specializzazione dei Poli, ma bisogna capire le inefficienze e
quale il possibile coordinamento che può fare la Regione per
metterli a sistema anche con gli altri attori quali cluster e
consorzi industriali.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it)