II Comm:audizione su danni causati dai cinghiali alle imprese agricole
(ACON) Trieste, 4 giu - CMC - Sono le colture di mais della
pianura a essere maggiormente colpite dalle incursioni dei
cinghiali, registrando danni spesso irreparabili che arrivano a
compromettere fino al 100% della produzione. Qui i suidi scavano,
dissotterrano e mangiano il granoturco al momento della semina e
successivamente tornano all'attacco nella fase di maturazione
delle piante, devastando le spighe per permettere ai cuccioli di
alimentarsi.
La situazione definita "grave e insostenibile" dagli stessi
imprenditori agricoli è emersa nel corso dell'audizione convocata
dalla II Commissione del Consiglio regionale presieduta da
Alberto Budai (Lega), che ha ascoltato sul tema istanze e
posizioni di agricoltori, associazioni ambientaliste, distretti e
sodalizi venatori.
A rischio sono anche altre coltivazioni e aree del territorio
come ad esempio i pascoli della montagna, e le prime
ripercussioni si iniziano a registrare anche nel settore
zootecnico, perché l'insilato di mais è parte della razione
alimentare giornaliera degli animali.
Insieme al quadro emergenziale, con i suoi aspetti preoccupanti
sotto il profilo sanitario e della sicurezza, sono state
tracciate dagli auditi possibili soluzioni di tipo normativo,
prima tra tutte la modifica della legge nazionale 157/92 sulla
tutela della fauna selvatica. Auspicata anche una mappatura delle
zone maggiormente danneggiate per avviare una futura
sperimentazione e una riforma delle regole sugli indennizzi;
prospettata, inoltre, l'ipotesi di stringere convenzioni con il
mondo venatorio per effettuare abbattimenti nei tempi e nei modi
consentiti dall'attuale quadro normativo o introducendo deroghe
di tipo estensivo.
Tra i temi affrontati anche l'avvio di una filiera della carne
per il recupero della selvaggina abbattuta e la previsione di
macelli autorizzati; sul fronte sanitario, poi, il rischio della
peste suina, i cui focolai sono presenti al momento in Ungheria e
nella Serbia.
I rappresentanti del mondo venatorio hanno dichiarato piena
disponibilità a collaborare, impegnandosi anche in un'eventuale
attività di controllo selettivo, seppure all'interno di una
adeguata e condivisa cornice normativa e procedimentale.
Gli ambientalisti, evidenziando risultati non sempre efficaci
legati all'attività venatoria si sono dichiarati favorevoli
all'utilizzo di farmaci che riducano la fertilità dei cinghiali
per impedirne diffusione e incremento numerico.
E' obiettivo dell'amministrazione regionale giungere a soluzioni
anche normative che risolvano le problematiche emerse e evitino
il reiterarsi di emergenze - ha quindi concluso l'assessore
regionale Stefano Zannier che ha seguito le audizioni della II
Commissione - non solo per quanto riguarda i danni registrati
dalle aziende agricole, ma anche sui possibili rischi sanitari,
ambito questo nel quale la Regione sta lavorando anche in
collaborazione con la vicina Slovenia.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)