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FI: Nicoli, preoccupazione per Porto di Trieste da accordi con la Cina

21.06.2019
13:07
(ACON) Trieste, 21 giu - COM/MPB - "Nessuno sembra più preoccuparsi del destino del porto di Trieste nell'ambito degli accordi Italia-Cina, mentre Forza Italia continua a manifestare forti perplessità: le vaghe risposte del governo Conte in merito non fanno che rafforzare le nostre convinzioni, che ci avevano portati, a marzo, a depositare una mozione in consiglio regionale di contrarietà alla "Nuova Via della Seta"".

È il presidente del Gruppo regionale di Forza Italia, Giuseppe Nicoli, a tornare sul tema della "Belt & road initiative" (B&R) in rapporto alle ricadute sul Friuli Venezia Giulia. "Il viceministro dello Sviluppo economico Dario Galli, rispondendo a un'interrogazione del senatore Franco Dal Mas (Forza Italia) - continua Nicoli - ha ripercorso gli obiettivi della partnership tra Italia e Cina, ricordando le intese già sottoscritte, ma nello specifico, sul porto di Trieste e altri scali nazionali ha sottolineato che "non sono citati nel memorandum, essendo soggetti autonomi che possono definire appositi programmi e progetti di cooperazione con la controparte cinese nei tempi e nei modi che riterranno opportuni". Una risposta - osserva il consigliere regionale - da cui traspare una programmazione inesistente, da parte del governo, sullo sviluppo portuale locale".

Nicoli ricorda che la mozione depositata a marzo metteva in evidenza proprio "i precedenti pericolosi di acquisizioni cinesi e di accordi con porti e autorità portuali europee", ricordando il caso del porto del Pireo (Grecia) e le tattiche cinesi di "colonialismo economico nei confronti del Vecchio continente". Senza dimenticare l'aggressiva politica di acquisizioni - parte della strategia B&R - avviata da anni in Africa e Asia: "Non vogliamo - continua Nicoli - che la comunità regionale un giorno si ritrovi depredata delle sue infrastrutture più importanti, nel nome dello sviluppo di accordi dai quali ancora, a tre mesi dalle firme, non sappiamo con esattezza che conseguenze attenderci". Nel testo della mozione forzista - primo firmatario lo stesso Nicoli - si osserva quanto la partita sia fondamentale per il Friuli Venezia Giulia e in particolare per Trieste, "in quanto con l'occasione del Porto franco vi è la possibilità per le aziende italiane di rilanciare l'economia e quindi è interesse della comunità regionale arginare il nuovo colonizzatore, il quale dopo aver distrutto la microeconomia del nostro Paese, andando a rilevare i piccoli negozi e vendendo prodotti sottoprezzo schiavizzando la manodopera cinese, ora vuole impadronirsi della grande economia e sfruttare l'enorme quantità di capitali a disposizione del politburo cinese e comprare il porto di Trieste, visto da Pechino come la testa di ponte per l'assalto cinese all'Ue".

Il mercato europeo "verrebbe letteralmente demolito - si continua nella mozione - dall'arrivo delle merci del Dragone, che riesce a essere maggiormente competitivo risparmiando sui costi sociali dell'attività economica e rovinando la società non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sotto il profilo umano, dove le parole "diritti umani" non sono incluse nel vocabolario mandarino".



  • Il capogruppo di FI Giuseppe Nicoli
    Il capogruppo di FI Giuseppe Nicoli