FI: Nicoli, preoccupazione per Porto di Trieste da accordi con la Cina
(ACON) Trieste, 21 giu - COM/MPB - "Nessuno sembra più
preoccuparsi del destino del porto di Trieste nell'ambito degli
accordi Italia-Cina, mentre Forza Italia continua a manifestare
forti perplessità: le vaghe risposte del governo Conte in merito
non fanno che rafforzare le nostre convinzioni, che ci avevano
portati, a marzo, a depositare una mozione in consiglio regionale
di contrarietà alla "Nuova Via della Seta"".
È il presidente del Gruppo regionale di Forza Italia, Giuseppe
Nicoli, a tornare sul tema della "Belt & road initiative" (B&R)
in rapporto alle ricadute sul Friuli Venezia Giulia.
"Il viceministro dello Sviluppo economico Dario Galli,
rispondendo a un'interrogazione del senatore Franco Dal Mas
(Forza Italia) - continua Nicoli - ha ripercorso gli obiettivi
della partnership tra Italia e Cina, ricordando le intese già
sottoscritte, ma nello specifico, sul porto di Trieste e altri
scali nazionali ha sottolineato che "non sono citati nel
memorandum, essendo soggetti autonomi che possono definire
appositi programmi e progetti di cooperazione con la controparte
cinese nei tempi e nei modi che riterranno opportuni". Una
risposta - osserva il consigliere regionale - da cui traspare una
programmazione inesistente, da parte del governo, sullo sviluppo
portuale locale".
Nicoli ricorda che la mozione depositata a marzo metteva in
evidenza proprio "i precedenti pericolosi di acquisizioni cinesi
e di accordi con porti e autorità portuali europee", ricordando
il caso del porto del Pireo (Grecia) e le tattiche cinesi di
"colonialismo economico nei confronti del Vecchio continente".
Senza dimenticare l'aggressiva politica di acquisizioni - parte
della strategia B&R - avviata da anni in Africa e Asia: "Non
vogliamo - continua Nicoli - che la comunità regionale un giorno
si ritrovi depredata delle sue infrastrutture più importanti, nel
nome dello sviluppo di accordi dai quali ancora, a tre mesi dalle
firme, non sappiamo con esattezza che conseguenze attenderci".
Nel testo della mozione forzista - primo firmatario lo stesso
Nicoli - si osserva quanto la partita sia fondamentale per il
Friuli Venezia Giulia e in particolare per Trieste, "in quanto
con l'occasione del Porto franco vi è la possibilità per le
aziende italiane di rilanciare l'economia e quindi è interesse
della comunità regionale arginare il nuovo colonizzatore, il
quale dopo aver distrutto la microeconomia del nostro Paese,
andando a rilevare i piccoli negozi e vendendo prodotti
sottoprezzo schiavizzando la manodopera cinese, ora vuole
impadronirsi della grande economia e sfruttare l'enorme quantità
di capitali a disposizione del politburo cinese e comprare il
porto di Trieste, visto da Pechino come la testa di ponte per
l'assalto cinese all'Ue".
Il mercato europeo "verrebbe letteralmente demolito - si continua
nella mozione - dall'arrivo delle merci del Dragone, che riesce a
essere maggiormente competitivo risparmiando sui costi sociali
dell'attività economica e rovinando la società non solo dal punto
di vista ambientale, ma anche sotto il profilo umano, dove le
parole "diritti umani" non sono incluse nel vocabolario
mandarino".