II Comm: audizioni su presenza e danni cimice marmorata asiatica
(ACON) Trieste, 10 set - CMC - Un vero e proprio flagello, dal
quale fino a ora è quasi impossibile difendersi. La presenza
diffusa della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys),
rinvenuta per la prima volta nel 2014 in Friuli Venezia Giulia, è
un problema grave e pressante per le aziende agricole regionali,
che registrano danni alle colture fino al 100% del raccolto.
Difficoltà e gravità di una situazione, già nota a livello
regionale, sono emerse nel corso delle audizioni svolte dalla II
Commissione consiliare che, convocata sul tema dal presidente
Alberto Budai (Lega), alla presenza dell'assessore regionale
all'agricoltura Stefano Zannier e dell'europarlamentare Elena
Lizzi (Lega), ha ascoltato le relazioni di Ersa e Università di
Udine, delle categorie produttive e sociali, dei produttori e di
diversi amministratori comunali.
L'assessore Zannier ha ricordato l'impegno dell'amministrazione
regionale di fronte a questa emergenza, che opera avvalendosi di
competenze e professionalità dell'Ersa (Agenzia regionale per lo
Sviluppo rurale) per il monitoraggio attivo del fenomeno, lo
studio degli insetti antagonisti e i risultati dei metodi di
difesa chimica e di protezione fisica delle colture, quali le
reti anti-insetto.
Costante è poi il contatto con le regioni colpite dallo stesso
fenomeno e cioè Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna,
Lombardia e Piemonte, con le quali c'è uno scambio continuo di
conoscenze e competenze.
La richiesta a livello nazionale è quella di giungere a un piano
organico dal punto di vista fitosanitario e al tempo stesso di
intervenire sul fronte delle risorse da mettere in campo per
sostenere le aziende agricole in difficoltà.
Parallelamente si attende il via all'iter per l'introduzione sul
territorio della vespa samurai (Trissolcus japonicus), naturale
antagonista della cimice, che nel tempo - tre, quattro anni il
periodo stimato - potrebbe riuscire a riequilibrare l'espansione
incontrollata del temibile insetto.
Il quadro fornito da amministratori comunali e rappresentanti di
categoria resta al momento allarmante. I dati forniti registrano
danni a frutteti - mele, pere, pesche, ma anche fragole e kiwi -
che vanno dall'80 al 100% del raccolto. Colpite anche le
coltivazioni di mais, i vigneti, le piante di pioppo, gli
asparagi.
Apprezzati gli interventi regionali per fronteggiare le perdite
messi in campo già a partire dal 2016, con i regolamenti per
indennizzare le imprese danneggiate (72 domande e risarcimenti
per tre milioni di euro) e per favorire l'installazione di reti
destinate alla prevenzione e al controllo della cimice (39
domande e 769mila euro erogati). Un ulteriore regolamento emanato
nel 2019 per l'installazione di reti, ha registrato 42 domande
per un importo di spesa che supera il milione di euro.
Unica regione in Italia, il Friuli Venezia Giulia, per sostenere
le imprese frutticole in difficoltà, ha concesso finanziamenti
agevolati per l'anticipazione delle spese di conduzione delle
aziende (LR 13/2019).
Dagli operatori del settore è emersa poi l'esigenza di
intervenire a livello europeo per modificare il Regolamento Ue
sugli aiuti di Stato alle imprese che subiscono simili calamità.
L'europarlamentare Lizzi ha assicurato il massimo impegno anche
per portare all'attenzione della Commissione europea l'entità del
problema che sta colpendo il Friuli Venezia Giulia e le altre
regioni italiane.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)