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Cr: ddl minoranze linguistiche, relatore Honsell (8)

30.10.2019
13:24
(ACON) Trieste, 30 ott - RCM - "Ancora una volta, la Giunta regionale interviene in modo rapsodico e superficiale".

La riflessione è dell'ultimo relatore di minoranza al disegno di legge n. 68, Furio Honsell (Open-Sinistra FVG), che avrebbe preferito si fosse messo mano "al coacervo di normative esistenti, elaborando un testo unico che in maniera organica offrisse una serie di norme fondamentali per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle tre famiglie linguistiche presenti nel nostro territorio. Invece il ddl interviene intarsiando le leggi esistenti con lo spirito di favorire finanziariamente alcune specifiche dinamiche, e punirne e censurarne altre".

Per Honsell, la Giunta non ha "un'idea di come perseguire una politica linguistica di autentica promozione e tutela di quel patrimonio straordinario che è ancora stato così poco valorizzato nella nostra regione, volto cioè a trasformare - attraverso forme di educazione plurilingue rivolta alle diverse fasce d'età - il multilinguismo sociale esistente in una competenza effettiva in diverse lingue dei nostri cittadini e delle nostre cittadine. Gli effetti di questa legge andranno a rompere percorsi e processi virtuosi, ancorché complessi, che sono maturati in decenni di impegno".

Per il relatore, il ddl 68 "intende trattare in modo uniforme le tre minoranze del Friuli Venezia Giulia, quando invece le caratteristiche di queste tre minoranze quanto a numeri, leggi di tutela pre-esistenti e modalità organizzative sono profondamente diverse e non omologabili a un unico modello".

Per quanto concerne il tedesco e lo sloveno - ha sottolineato Honsell -, comitati e commissioni linguistiche hanno approvato la nuova legge, ma altrettanto non si può dire del friulano non essendoci un comitato di tutti i soggetti operanti nella tutela e promozione della lingua friulana, seppure sia stata condivisa dall'Agenzia Arlef.

Tra le altre critiche all'articolato, Honsell ha poi citato l'esclusione da qualsiasi riferimento all'università e ai suoi centri di ricerca in glottodidattica per la formazione del personale docente e la costruzione di materiale didattico, limitandosi all'operato dell'associazionismo e del volontariato.

La costituzione di un albo di associazioni, disciplinato nell'art. 19, esclude tutti gli operatori dell'editoria: l'attuale crisi del settore, nelle piccole lingue in particolare, necessiterebbe invece di interventi straordinari. Non si può, poi, mettere associazioni secolari (il giornale La Patrie dal Friûl, Glesie Furlane o la casa editrice Kappa Vu, per citarne alcune tra le principali - ha detto Honsell) in competizione tra loro, alla caccia di qualche contributo e senza alcuna garanzia di continuità, mentre altre società a responsabilità limitata sono state "messe in sicurezza".

Si parla di varietà linguistiche solamente per il tedesco (art. 23) e lo sloveno (art. 11), quando il territorio è molto più ricco di varietà linguistiche friulane. "Se si vuole davvero affrontare criticamente il tema delle varianti linguistiche si deve avere bene chiaro che cosa siano. Se non c'è una duplice azione di tutela e di orientamento didattico, parlare di varianti linguistiche è linguisticamente sterile", ha rimarcato il relatore.

Sarebbe stato importante intervenire per ottenere finalmente, nel contratto di servizio della Rai, l'informazione in friulano ai sensi della legge 482/1999.

L'art. 36 prevede una Conferenza per il tedesco, in analogia a quanto avviene per le altre due lingue. Ma sarebbe molto più utile organizzare un'unica Conferenza generale, che coinvolga tutte le minoranze linguistiche della regione, per discutere in modo scientificamente disciplinato aspetti comuni e differenze.

In conclusione, per Honsell il ddl, affrettato nel suo iter, rischia di provocare profondi squilibri.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il relatore Furio Honsell di Open-Sinistra FVG (foto Acon)