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IV Comm: audizioni su futuro centrale termoelettrica di Monfalcone

18.11.2019
17:15
(ACON) Trieste, 18 nov - RCM - Dal carbone al gas e alle fonti rinnovabili; mantenimento dei livelli occupazionali, che oggi si aggirano intorno ai 105 dipendenti diretti e circa 140 di indotto; sviluppo del sito industriale e sua bonifica. Tutto questo per un progetto che può vedere impegnati 500 milioni di euro, permessi permettendo, attesi in primis dal ministero dello Sviluppo economico, dopo che il Governo ha posto come dead line il 2025 per l'utilizzo del carbone.

La IV Commissione del Consiglio regionale presieduta da Lorenzo Tosolini (Lega), dietro richiesta del consigliere del Pd Diego Moretti che ha raccolto i desiderata delle organizzazioni sindacali, ha ascoltato in audizione Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con i responsabili della società di multiservizi (raccolta e smaltimento rifiuti, produzione e vendita di energia elettrica, teleriscaldamento, reti gas, ciclo idrico integrato) A2A e l'assessore regionale Rosolen in merito alla situazione in cui verte e verso cui sta andando la centrale termoelettrica di Monfalcone.

Dai vertici della A2A - il cui 25% è di proprietà del Comune di Milano, altrettanto del Comune di Brescia, mentre il mercato detiene il 49,2% e lo 0,8% è di azioni proprie - si sono apprese le intenzioni dell'azienda di multi-utility di impegnare mezzo miliardo di euro per la riconversione della centrale monfalconese attraverso interventi come la realizzazione di un nuovo impianto a ciclo combinato ad altissima efficienza, soluzioni flessibili che abilitino lo sviluppo di fonti rinnovabili, soluzioni per l'economia circolare finalizzata al recupero di materia, messa a disposizione di parte del sito per valutare l'erogazione di servizi di retro-portualità. Il gas, a Monfalcone, avrà un ruolo fondamentale nella copertura delle esigenze energetiche nel Nord Italia, coerentemente con le esigenze espresse da Terna per consentire l'uscita dal carbone.

Indicativamente, la performance del nuovo impianto, che il progetto trasformerà dunque in un ciclo combinato a gas con un miglioramento anche dal punto di vista ambientale con un crollo delle emissioni inquinanti in atmosfera, sarà di 810-855 Mega Watt di potenza elettrica netta (830-870 lorda) rispetto ai 300 MW attuali.

E che ci sarà un tale miglioramento, sono state le stesse organizzazioni sindacali a evidenziarlo, rispetto a una popolazione che ha paura di ciò che avverrà e che invece va tranquillizzata. Il progetto presentato - hanno detto - non è in contrasto con lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Italia e aiuterà le esigenze delle industrie del territorio, dato che le garanzie dei livelli occupazionali sono al primo posto.

Una garanzia che è stata approfondita anche dalle domande in primis dell'assessore al Lavoro, Rosolen, ma anche da Honsell (OpenFVG), Moretti e Marsilio (Pd), Dal Zovo (M5S), Calligaris (Lega), che ha fatto presente come solitamente le centrali a gas metano impieghino un quarto dei lavoratori delle altre centrali, e Moretuzzo (Patto).

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)



L'audizione in IV Commissione presieduta da Tosolini (Lega), sul futuro della centrale termoelettrica di Monfalcone (foto Acon)
I vertici di A2A e, sotto, i rappresentanti sindacali (foto Acon)
L'audizione in IV Commissione presieduta da Tosolini (Lega), sul futuro della centrale termoelettrica di Monfalcone (foto Acon)