Giorno Memoria: Zanin, ricordare tragedia è insegnamento per futuro
(ACON) Trieste, 30 gen - "Ricordare è il modo più giusto di
rendere omaggio alla memoria delle vittime della Shoah, al
sacrificio, alla resistenza, alla rinascita del popolo ebraico.
Ripensando ai morti di 75 anni fa, diamo un insegnamento ai vivi
sul valore della vita, sulla crudeltà da allontanare e sulla
solidarietà perché il nostro obiettivo deve essere quello di
impedire che le pagine più tragiche del secolo scorso possano
diventare il futuro delle giovani generazioni".
Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, celebrando in Aula il Giorno
della Memoria istituito vent'anni fa. Evidenziando che questa è
l'unica ricorrenza civile condivisa da tutti i Paesi dell'Unione
Europea, Zanin ha sottolineato che "ricordare le grandi tragedie
collettive deve spingerci a pensare al nostro dovere di
rappresentanti delle Istituzioni di migliorare il mondo che
abbiamo trovato, facendo tesoro delle devastazioni del
Novecento".
"Solo così - ha aggiunto - il ricordo della Shoah, la più folle
tragedia umana che ha travolto l'Europa, non sarà solo la
commemorazione di un crimine fra i più efferati mai commessi
dall'uomo. Coltivare la memoria, infatti, è l'unico antidoto
contro l'indifferenza, che rende tutto permeabile e rischia di
cancellare o sminuire la portata di una tragedia immane".
Nelle parole del presidente del Consiglio, la ricostruzione
storica di quegli eventi, della pianificazione della "soluzione
finale", il richiamo delle responsabilità del regime fascista e
dell'annuncio nel 1938 delle leggi razziali a Trieste dove,
nell'ottobre 1943, venne attuato il primo rastrellamento di ebrei
e, nel gennaio 1944, la deportazione di anziani e malati della
casa di riposo israelitica.
Ma Zanin si è soffermato anche sui 500 italiani citati "Giusti
fra le Nazioni" nel memoriale di Gerusalemme, tra loro Giorgio
Perlasca, e sulle iniziative promosse in questi giorni in Friuli
Venezia Giulia, fra le quali la posa delle prime 10 pietre da
inciampo a Udine per ricordare altrettanti deportati friulani
morti in seguito alla detenzione, tra i quali Elio Morpurgo, già
sindaco di Udine e senatore del Regno, portato con la famiglia
alla Risiera di San Sabba prima di essere deportato ad Auschwitz.
Ad essere ricordato è stato anche il giurista e docente
universitario friulano Luigi Cosattini, morto a Buchenwald come
prigioniero politico.
Un pensiero particolare è stato poi dedicato al destino di un
milione e mezzo di bambini e adolescenti deportati e uccisi,
considerati colpevoli di essere venuti al mondo in una famiglia
ebrea, e al dramma dei sopravvissuti destinati a convivere, come
scrisse Primo Levi, con il senso di colpa di essere ancora vivi e
riusciti a tornare a casa.
Molti dei superstiti, tra cui poche migliaia di bambini, si
resero protagonisti della rinascita della lacerata nazione
ebraica che si avviava alla costruzione dello Stato di Israele,
sorto nel maggio 1948.
"Anche nei momenti in cui l'operato del Governo israeliano può
risultare controverso - ha sottolineato il presidente del CR Fvg
- deve restare chiara e netta la distinzione tra ogni possibile
critica verso chi governa Israele e le ragioni storiche di quello
Stato, del suo diritto all'esistenza e alla sua sicurezza".
Infine, Zanin si è soffermato sui volti della barbarie che oggi
si presenta con nuove bandiere, come quelle con cui si sparge
sangue nei Paesi del Medio Oriente e dell'Africa dove la guerra
si accompagna a forti sentimenti antisemiti.
"Il Giorno della Memoria è diventato un tassello essenziale del
rafforzamento della conoscenza, della sensibilità morale, della
difesa della pace e dei diritti dei più deboli, ma non dobbiamo
sottovalutare il ripetersi di violenze contro le Comunità
ebraiche e l'indifferenza che talvolta le circonda perché si
coltivano, soprattutto sui socialmedia, convincimenti errati che
possono degenerare in violenza morale e fisica contro deboli e
inermi che abbiamo il compito di difendere", ha aggiunto il
presidente dell'Assemblea, citando la senatrice Liliana Segre,
scampata al lager di Auschwitz-Birkenau, per la quale
l'indifferenza racchiude la ragione del male e coltivare la
memoria aiuta a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e
la può usare.
"Quella coscienza - ha concluso Zanin - che ha portato il
superstite Bruno Fabbretti a ribadire un anno fa, in quest'Aula,
di aver vissuto serenamente, incontrando incessantemente dal 1946
a oggi giovani studenti ai quali ha spiegato che da cristiano ha
perdonato e nel perdono ha trovato la forza di rivivere".
ACON/GB-MPB/fc