Cr: in Aula ricordata figura ex consigliere e assessore Antonio Tripani
(ACON) Trieste, 3 mar - La 132esima seduta dell'Assemblea
legislativa Fvg si è aperta con la commemorazione in Aula della
figura di Antonio Tripani consigliere regionale eletto nella I,
II, III e IV legislatura, mancato alcuni giorni fa all'età di 94
anni.
Tripani, goriziano, laureato in giurisprudenza, membro della
Giunta regionale per 17 anni con gli incarichi di assessore alle
Finanze, alla Sanità, agli Enti locali, all'Agricoltura, è stato
ricordato come uno dei protagonisti dei primi vent'anni di vita
della nostra Regione, accanto ai presidenti Berzanti e Comelli.
Con Comelli condivise l'emergenza della ricostruzione del post
terremoto che aveva nell'assessorato alle Finanze un punto di
riferimento per l'interlocuzione e il confronto con il Governo
nazionale. Contribuì a dotare la Regione dei primi strumenti di
credito agevolato, gettando le basi di quelli che sarebbero
diventati Friulia e Mediocredito. Guidando l'assessorato
dell'Agricoltura avviò la promozione vitivinicola strutturata e i
primi progetti organici di sperimentazione agraria, in un
periodo in cui fu anche istituito l'ERSA, l'Ente regionale per lo
sviluppo dell'agricoltura, che ebbe sede a Gorizia, in
considerazione delle prospettive che dal Collio si potevano
dischiudere per l'economia del settore primario.
Interprete dei sentimenti della classe dirigente della Democrazia
Cristiana isontina, aperta al dialogo con la Slovenia, promosse
la costruzione dell'autoporto e delle altre strutture confinarie,
nell'ottica di una crescita economica e commerciale che, negli
anni '60 e '70 aveva in Gorizia il punto di attrazione centrale
nei rapporti transfrontalieri con la Jugoslavia.
Fu protagonista della scelta di costruire nella sua città,
accanto alla sede della Regione, l'Auditorium della Cultura
friulana, a sottolineare il filo conduttore che collegava
idealmente questa struttura alle idee del goriziano Isaia Ascoli,
fondatore della Società Filologica Friulana, ma anche nella
convinzione del ruolo di cerniera che il territorio isontino
aveva tra il Friuli e l'area giuliana. Proprio per le sue radici,
sentiva in modo particolare le ragioni della specialità della
regione, perché nella sua città esisteva una barriera confinaria
che lo portò a operare sempre per il miglioramento dei rapporti
transfrontalieri, promuovendo assieme al Comune i primi incontri
con l'Amministrazione di Nova Gorizia. Lo spirito mitteleuropeo
era alla base della grande intesa con i sindaci di Gorizia che,
con lui, sostenevano questo obiettivo, un lavoro che si tradusse
nella fondazione dell'Istituto per gli incontri culturali europei
e più tardi dell'ISIG, l'Istituto di Sociologia internazionale.
Abbandonato l'impegno regionale, alla fine degli anni '80,
divenne presidente della Cassa di Risparmio di Gorizia,
improntando l'azione della banca a una forte presenza verso il
sistema produttivo e il comparto delle Autonomie locali. Fu uno
dei protagonisti della costituzione della Cassa di Risparmio del
Friuli Venezia Giulia, dell'accorpamento, a seguito dei grandi
riassetti bancari di quegli anni, con il gruppo Intesa-San Paolo
e dell'istituzione della Fondazione CARIGO che, nei primi anni,
lo vide sostenitore di tante attività per la crescita culturale e
sociale delle Associazioni locali. Seguì con grande
partecipazione l'attività caritativa dell'Azione cattolica e
soprattutto quella educativa dei gesuiti del centro "Stella
Matutina", al quale era molto vicino per l'apertura e il dialogo
che si registrava tra cattolici sloveni, friulani e giuliani.
Ricordava spesso agli amici di aver condiviso con Comelli, Belci,
Bressani e Coloni la prova del Trattato di Osimo, nel 1974,
considerato un passaggio inevitabile per chiudere le controversie
con la Jugoslavia, ma doloroso per tutta la comunità degli esuli
istriani, che aveva nel sindaco di Gorizia De Simone uno dei
testimoni di quella tragedia.
In quegli stessi anni lavorò in stretto rapporto con i maggiori
esponenti della Democrazia Cristiana per affrontare l'emergenza e
l'avvio della ricostruzione del Friuli terremotato e, due anni
dopo, la crisi politico - istituzionale seguita al rapimento e
all'uccisione di Aldo Moro.
Politico e amministratore rispettoso delle posizioni di partito
di tutti gli interlocutori, soleva ripetere di non avere nemici
ma solo avversari, sottolineando che tra questi c'erano molte
persone con le quali aveva un dialogo costruttivo e reciproca
stima.
ACON/GB/mpb