SviluppoImpresa: relatori Minoranza, legge manutenzione e non riforma
(ACON) Trieste, 3 mar - Il ddl SviluppoImpresa è una legge di
manutenzione e aggiornamento, una omnibus, un insieme di norme
concepite in maniera tradizionale, mentre sarebbe dovuta essere
una vera legge di riforma, in grado di mutare il paradigma
nell'interpretare e gestire la crisi che sta colpendo il sistema
produttivo e turistico economico del Friuli Venezia Giulia, nella
quale anziché di sviluppo sarebbe stato necessario parlare di
progresso che in sé porta l'idea di cambiamento del modello di
sviluppo.
Sono le considerazioni che accomunano le tre relazioni di
minoranza che, pur con accenti e approfondimenti diversi,
evidenziano le criticità e i limiti del testo rispetto agli
obiettivi che il provvedimento si propone. Soprattutto tenendo
conto dello scenario in cui si va a inserire il disegno di legge.
Uno scenario socioeconomico necessariamente mondiale in
considerazione del posizionamento della manifattura del Fvg nei
mercati internazionali e di una serie di aspetti impattanti che
riguardano il crollo della produzione industriale nell'ultimo
anno, le difficoltà dell'export, i dazi, gli approvvigionamenti
energetici, l'andamento demografico, oltre alla grande incognita
rappresentata dal Coronavirus.
Così, da un lato, fra le macrocriticità nella formazione del ddl
80, si segnala l'incongruenza di una legge che, avendo
l'ambizione di delineare scenari futuri dell'economia regionale,
non poggi le proprie fondamenta sugli indirizzi strategici
dell'S3 (Strategia di specializzazione intelligente) e del Por
Fers (programmazione europea) 2021/2027, mentre a 22 mesi
dall'insediamento della maggioranza non è ancora stato approvato
il Piano di sviluppo industriale.
Dati che fanno evidenziare quello che viene considerato la
ricaduta in un errore del passato, per aver riportato la
programmazione sotto l'egida del bilancio e non lasciando a chi
si occupa di impresa di definire, d'intesa con chi si occupa di
ricerca e lavoro, la visione e la conseguente traduzione in atti
delle politiche economiche della Regione.
Fra gli altri aspetti, sono analizzate le relazioni tra norme e
provviste finanziarie previste, sottolineando la necessità da
subito di fondi aggiuntivi e di una valutazione attenta della
relativa tempistica. Al tempo stesso si lamenta l'assenza di
qualsiasi cenno alla logistica e alle infrastrutture che
costituiscono uno degli snodi principali di un'economia avanzata.
parimenti si sottolinea la mancanza di una vera e propria dignità
normativa per l'Agenzia Lavoro e Sviluppo Impresa, costituta lo
scorso anno quale risposta innovativa alla necessità di integrare
le politiche verso il manifatturiero con il lavoro e la
formazione professionale.
Da altro versante, si esprime disappunto per la trattazione
all'interno della stessa legge di tematiche che poco hanno in
comune tra loro se non la registrazione delle imprese alla Camera
di Commercio. Così, l'annotazione è che per quanto riguarda
turismo e commercio gli strumenti contenuti nel provvedimento non
sembrano essere tali da fornire risposte adeguate ai problemi di
tutti gli operatori di questi due settori, ma solo di alcuni.
Quanto agli interventi particolari per valorizzare filiere, come
quella del legno, lascia perplessi che si eviti analogo discorso
anche per altri settori, come per esempio la canapa industriale;
segnalata inoltre la necessità di prevedere iniziative per
contrastare l'eccessiva tassazione delle imprese ed evidenziato
una sorta di cortocircuito delle norme varate dalla maggioranza a
proposito del fatto che il presente disegno di legge punti a
semplificare procedure e adempimenti che gravano sulle imprese
senza che sia ancora stato istituito il Comitato permanente alla
semplificazione previsto dalla legge SemplificaFvg.
E ancora, da altro fronte, viene sottolineato, fra l'altro, che
la norma non favorisce l'ibridazione e l'azione intersettoriale
che è premessa dell'innovazione, e nessun articolo dice come
l'impresa debba raccordarsi con il sistema della ricerca e
dell'innovazione, e pure della formazione, compresa quella degli
stessi imprenditori.
Una legge che, per superare la sua settorialità, avrebbe dovuto
prevedere un'azione congiunta interassesorile; invece, mancano
sia riferimenti all'imprenditoria innovativa, agli spin off della
ricerca e della brevettazione e alla silver economy, sia il
coordinamento con le autorità di gestione Ue regionale e le altre
strutture europee e il coinvolgimento delle università, dei
centri di ricerca e dei parchi tecnologici e scientifici
esistenti nella nostra regione; sono assenti obiettivi e
indicatori quantitativi per misurare se questi siano stati
raggiunti.
Quanto agli aspetti finanziari e ai nuovi strumenti di ingegneria
finanziaria previsti, si evidenzia che non è incrementando le
risorse senza incanalarle in nuove direzioni che si può superare
la crisi, nè che lo strumento finanziario possa da solo innescare
idee imprenditoriali.
ACON/MPB/fc