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SviluppoImpresa: relatori Minoranza, legge manutenzione e non riforma

03.03.2020
18:18
(ACON) Trieste, 3 mar - Il ddl SviluppoImpresa è una legge di manutenzione e aggiornamento, una omnibus, un insieme di norme concepite in maniera tradizionale, mentre sarebbe dovuta essere una vera legge di riforma, in grado di mutare il paradigma nell'interpretare e gestire la crisi che sta colpendo il sistema produttivo e turistico economico del Friuli Venezia Giulia, nella quale anziché di sviluppo sarebbe stato necessario parlare di progresso che in sé porta l'idea di cambiamento del modello di sviluppo.

Sono le considerazioni che accomunano le tre relazioni di minoranza che, pur con accenti e approfondimenti diversi, evidenziano le criticità e i limiti del testo rispetto agli obiettivi che il provvedimento si propone. Soprattutto tenendo conto dello scenario in cui si va a inserire il disegno di legge. Uno scenario socioeconomico necessariamente mondiale in considerazione del posizionamento della manifattura del Fvg nei mercati internazionali e di una serie di aspetti impattanti che riguardano il crollo della produzione industriale nell'ultimo anno, le difficoltà dell'export, i dazi, gli approvvigionamenti energetici, l'andamento demografico, oltre alla grande incognita rappresentata dal Coronavirus. Così, da un lato, fra le macrocriticità nella formazione del ddl 80, si segnala l'incongruenza di una legge che, avendo l'ambizione di delineare scenari futuri dell'economia regionale, non poggi le proprie fondamenta sugli indirizzi strategici dell'S3 (Strategia di specializzazione intelligente) e del Por Fers (programmazione europea) 2021/2027, mentre a 22 mesi dall'insediamento della maggioranza non è ancora stato approvato il Piano di sviluppo industriale.

Dati che fanno evidenziare quello che viene considerato la ricaduta in un errore del passato, per aver riportato la programmazione sotto l'egida del bilancio e non lasciando a chi si occupa di impresa di definire, d'intesa con chi si occupa di ricerca e lavoro, la visione e la conseguente traduzione in atti delle politiche economiche della Regione.

Fra gli altri aspetti, sono analizzate le relazioni tra norme e provviste finanziarie previste, sottolineando la necessità da subito di fondi aggiuntivi e di una valutazione attenta della relativa tempistica. Al tempo stesso si lamenta l'assenza di qualsiasi cenno alla logistica e alle infrastrutture che costituiscono uno degli snodi principali di un'economia avanzata. parimenti si sottolinea la mancanza di una vera e propria dignità normativa per l'Agenzia Lavoro e Sviluppo Impresa, costituta lo scorso anno quale risposta innovativa alla necessità di integrare le politiche verso il manifatturiero con il lavoro e la formazione professionale.

Da altro versante, si esprime disappunto per la trattazione all'interno della stessa legge di tematiche che poco hanno in comune tra loro se non la registrazione delle imprese alla Camera di Commercio. Così, l'annotazione è che per quanto riguarda turismo e commercio gli strumenti contenuti nel provvedimento non sembrano essere tali da fornire risposte adeguate ai problemi di tutti gli operatori di questi due settori, ma solo di alcuni.

Quanto agli interventi particolari per valorizzare filiere, come quella del legno, lascia perplessi che si eviti analogo discorso anche per altri settori, come per esempio la canapa industriale; segnalata inoltre la necessità di prevedere iniziative per contrastare l'eccessiva tassazione delle imprese ed evidenziato una sorta di cortocircuito delle norme varate dalla maggioranza a proposito del fatto che il presente disegno di legge punti a semplificare procedure e adempimenti che gravano sulle imprese senza che sia ancora stato istituito il Comitato permanente alla semplificazione previsto dalla legge SemplificaFvg.

E ancora, da altro fronte, viene sottolineato, fra l'altro, che la norma non favorisce l'ibridazione e l'azione intersettoriale che è premessa dell'innovazione, e nessun articolo dice come l'impresa debba raccordarsi con il sistema della ricerca e dell'innovazione, e pure della formazione, compresa quella degli stessi imprenditori.

Una legge che, per superare la sua settorialità, avrebbe dovuto prevedere un'azione congiunta interassesorile; invece, mancano sia riferimenti all'imprenditoria innovativa, agli spin off della ricerca e della brevettazione e alla silver economy, sia il coordinamento con le autorità di gestione Ue regionale e le altre strutture europee e il coinvolgimento delle università, dei centri di ricerca e dei parchi tecnologici e scientifici esistenti nella nostra regione; sono assenti obiettivi e indicatori quantitativi per misurare se questi siano stati raggiunti.

Quanto agli aspetti finanziari e ai nuovi strumenti di ingegneria finanziaria previsti, si evidenzia che non è incrementando le risorse senza incanalarle in nuove direzioni che si può superare la crisi, nè che lo strumento finanziario possa da solo innescare idee imprenditoriali. ACON/MPB/fc