Coronavirus: Poggiana (Asugi) in III Comm, guerra ancora in corso
(ACON) Trieste, 20 mag - 'Siamo ormai al quarto mese di guerra
contro il Coronavirus, una guerra che non è ancora finita e dove
in prima linea ci sono le Aziende sanitarie e Asugi è una di
queste'.
È una delle premesse che hanno caratterizzato l'audizione del
direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano
Isontina (Asugi), Antonio Poggiana, in sede di III Commissione
consiliare presieduta da Ivo Moras (Lega), così come richiesto da
Walter Zalukar (Misto) e altri consiglieri regionali che volevano
conoscere il numero di contagi da Covid-19 negli stabilimenti
ospedalieri di Trieste ma anche nelle case di riposo per anziani,
le azioni adottate (e le relative motivazioni) da Asugi a
protezione di degenti, personale e loro familiari e, in
particolare, il perché si è deciso di ricoverare malati da
Covid-19 anche all'ospedale Cattinara e non solo all'ospedale
Maggiore.
Tra gli auditi, insieme a Poggiana, anche il direttore sanitario
di Asugi, Adele Maggiore, i responsabili della struttura
complessa Pronto soccorso-Medicina d'urgenza e del dipartimento
dell'Emergenza, Franco Cominotto e Umberto Lucangelo, con il
vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, a
illustrare la visione politica.
'La storia dei contagi a Trieste - ha ricordato Maggiore - è
iniziata con la paziente 1 il 6 marzo scorso, quando una signora
anziana ospite di una casa di riposo è stata ricoverata per altre
patologie. Scoperta l'infezione da Coronavirus, è stato
immediatamente riorganizzato l'assetto ospedaliero stabilendo che
i malati da Covid-19 andavano curati nei reparti del Maggiore.
L'11 marzo è stata istituita l'Unità speciale di continuità
assistenziale (Usca) per attività di contenimento della
diffusione dell'infezione nelle residenze triestine per anziani'.
'Con il primo caso abbiamo adottato percorsi interni codificati -
ha aggiunto Cominotto - identificando aree rosse per pazienti
Covid, aree grigie per pazienti con probabilità bassa di essere
stati contagiati, aree bianche per persone non Covid, oltre alla
successiva predisposizione di aree filtro per gli accessi ai
reparti. I sintomi ci hanno guidato solo in parte perché abbiamo
scoperto sulla nostra pelle che molti possono essere
asintomatici, tra i quali anche noi sanitari'.
'Sono da 25 anni un rianimatore - ha fatto sapere Lucangelo - e
devo dire che una situazione di questo genere, tanto sotto il
profilo clinico quanto emotivo, non l'avevo mai vissuta. Quando
una situazione è conclamata, è facile da gestire, ma quando non è
conclamata è tutto più difficile. Abbiamo avuto pazienti che, a
fronte di 4 tamponi negativi, sono poi risultati essere ancora
incerti. Questo significa che non ci sono solo casi bianchi o
neri, ma abbiamo anche situazioni di infinite sfumature di
grigio'.
Dai quattro professionisti si è poi appreso, a vario tiolo, che a
Trieste il tasso di incidenza del contagio è del 4,8 per mille
abitanti contro l'1,8 della media regionale. Il perché può essere
trovato nella configurazione urbana e nel numero di persone per
chilometro quadrato: con i suoi 1.103 abitanti per chilometro
quadrato, il capoluogo giuliano p al quarto posto in Italia come
densità abitativa (Pordenone 70, Udine 79), perciò va da sé che
il distanziamento sociale è più difficile da garantire,
distanziamento che ha dimostrato di essere fondamentale nella
lotta alla diffusione del virus. Oltre ad un aspetto di durata
delle degenze, che ugualmente porta ad aumentare la possibilità
di contagio.
Asugi - è stato evidenziato - si è trovata ad affrontare
l'emergenza con profonde modifiche organizzative sia in area
ospedaliera sia in area territoriale. L'ospedale Maggiore è stato
individuato come nosocomio Covid e sono stati attivati 130 posti
letto dedicati, è stata riconvertita la residenza sanitaria
assistenziale (Rsa) San Giusto con 23 posti letto, la geriatria
con 24, la riabilitazione con altri 24, la medicina clinica con
23, il reparto malattie infettive è passato da 12 a 17 posti
letto ed è stata attivata la pneumologia semi-intensiva con 15
posti letto.
Dall'audizione è poi emerso che c'è stata la necessità di
aumentare i posti letto di terapia intensiva, ma il punto non era
tanto dove crearli quanto come rispondere a un bisogno
assistenziale che poteva arrivare a necessità di intubazione e
ventilazione più o meno invasiva. Quindi, il modello
assistenziale che Asugi ha adottato è stato di mettere in stretta
sinergia e in sole due settimane i reparti di infettivologia (17
posti letto), semi-intensiva respiratoria (15 espandibili a 25) e
intensiva respiratoria (39, in aggiunta ai 15 già attivati in
anestesia e rianimazione e ai 15 nella terapia intensiva di
Gorizia). Ma non era possibile concentrare tutto all'ospedale
Maggiore, dove già c'erano 130 posti letto Covid a media e bassa
intensità. Non c'era spazio per altri 70 posti letto, ovvero
quelli attivati al 12. e 13. piano dell'ospedale di Cattinara, e
dove far convivere tutti e tre i reparti.
'E' un modello - ha sottolineato Poggiana - che manterremo per
cautela quale previsione di un possibile utilizzo futuro, anche
perché questa guerra non è finita'.
Sulla questione dei tamponi, il direttore ha poi spiegato che 'da
parte di quasi tutti i virologi è considerato l'unico test
diagnostico, non di screening, a cui si riconosce una sensibilità
del 70%, il che significa che un tampone su tre è un falso
negativo. Questi, tuttavia, sono gli strumenti non perfetti di
cui ci si è potuto avvalere. Oltre al fatto che, all'inizio,
l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) diceva che andavano
fatti solo ai sintomatici'.
Altri numeri testimoniano che gli infettati da Covid-19 a Trieste
sono stati a oggi 189, di cui solo due hanno avuto bisogno di
ricovero; le ore di degenza sempre a oggi sono state oltre
15mila; per i dispositivi di protezione individuale (Dpi), il
personale è stato formato su come utilizzarli, sono stati creati
dei luoghi dove provarli e dei punti di distribuzione dei kit (la
cui reperibilità iniziale non era facile in quanto prodotti da
Cina e Corea, due Paesi che ne avevano molto bisogno), mentre la
spesa aziendale per il loro acquisto risulta pari a 1,5 milioni
di euro.
Prendendo la parola, Andrea Ussai (M5S) ha posto domande sulle
tempistiche e sulle disposizioni stabilite nell'utilizzo dei Dpi
nella fase iniziale, sull'istituzione dell'Usca non prima di metà
marzo, sul protocollo di sicurezza per gli operatori e,
soprattutto, su chi ne garantisce l'esatta applicazione.
Simona Liguori (Cittadini) si è soffermata sulle indicazioni e
sulle azioni decise in particolare per le strutture residenziali
per anziani, quali le precauzioni adottate dai gestori delle case
di riposo, chiedendo inoltre come veniva valutato quanto accaduto
nelle Rsa, soprattutto come agire affinché non riaccada, nonché
quanti tamponi sono stati eseguiti agli ospiti di queste
strutture.
Roberto Cosolini (Pd) ha affermato che finalmente sono emerse
alcune spiegazioni sul perché delle criticità triestine, ma sono
spiegazioni che andavano date da subito alla popolazione. La
densità urbana c'entra, ma non è tutto. Trieste ha il 20% degli
abitanti dell'intera regione e pesa per il 54% di tutti i decessi.
Furio Honsell (Open Fvg) ha chiesto quanto, di ciò che è stato
pianificato oggi, resterà pro futuro attivabile immediatamente,
dunque come si è pensato di agire per mantenere quanto creato per
l'emergenza ma anche per non perdere gli spazi di altre patologie
che restano indispensabili.
Si è fatta finalmente chiarezza su diversi aspetti
dell'emergenza, ha invece detto Zalukar, 'ma siamo sempre
all'opacità delle informazioni, manca una giornaliera
presentazione dei dati contro la pandemia'. Per lui, inoltre, il
problema posto sui tamponi resta collegato ai troppi giorni prima
di avere la risposta sulla loro negatività o meno, cosa che
ostacola il tracciamento e un rapido intervento nei confronti dei
soggetti positivi. Non convito, poi, si è detto della scelta di
Cattinara e dei dati forniti sul numero degli infetti.
Facendo presente che tutto va contestualizzato, Riccardi,
parlando dei professionisti e dei vertici di Asugi, ha fatto
presente che 'dovevano combattere un nemico sconosciuto ogni
giorno e ogni giorno assumersi la responsabilità delle proprie
scelte', un lavoro per il quale li ha ringraziati e 'per il quale
- ha detto - bisogna avere rispetto', riferendosi alle polemiche
sollevate in particolare da alcuni esponenti politici all'insegna
di 'un'organizzata tensione quotidiana'.
ACON/RCM-fc