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Salute: Opposizioni, mozione per istituire Rete geriatrica regionale

11.06.2020
15:59
(ACON) Trieste, 11 giu - La costituzione della Rete geriatrica regionale che includa anche il riesame della regolamentazione delle case di riposo è la proposta contenuta nella mozione depositata oggi in Consiglio regionale dai Gruppi di opposizione.

Simona Liguori (prima firmataria) con il collega dei Cittadini Tiziano Centis, Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), Franco Iacop e Mariagrazia Santoro (Partito Democratico), Andrea Ussai (Movimento 5 Stelle) e Walter Zalukar (Misto) rimarcano che l'estrema vulnerabilità degli anziani manifestatasi nel corso della pandemia Covid-19 impone e sollecita la ricerca di modelli di presa in carico e continuità assistenziale sempre più efficaci.

"L'esigenza - riportano in una nota - è soprattutto quella di un maggior coordinamento e collegamento dei percorsi di tutela della salute e sociali della persona anziana attualmente esistenti nei Territori (domicili, esperienze di cohousing, centri diurni, strutture riabilitative Rsa, case di riposo, etc) e tra Territori e Ospedali per acuti. Alcuni limiti gestionali emersi in particolare nelle case di riposo - affermano i consiglieri - rendono opportuno un riesame critico della relativa regolamentazione".

"Si punta, quindi, alla costruzione di un modello organizzativo che faccia sistema tra medici di famiglia, internisti geriatri e infermieri di comunità, codificando i percorsi tra i nodi della rete che sono la casa del paziente, il reparto ospedaliero e la casa di riposo. Percorsi che oggi - sottolineano i consiglieri - sono in molti casi affidati alla buona volontà dei professionisti che lavorano insieme".

Quanto ai contenuti della proposta, sottolineano i promotori, l'obiettivo è "un'organizzazione dei servizi tramite un Modello a Rete inclusivo, capace di favorire un'azione integrata da parte di ogni attore del sistema socio-sanitario che consentirebbe una presa in carico integrata molto più efficace della persona anziana nella propria abitazione (o nella casa di riposo)".

"Il mantenimento della salute fisica, mentale, emozionale e relazionale, e della vita autonoma, rallenterebbe il declino dello stato funzionale e cognitivo in presenza di malattie cronico-degenerative in fase iniziale (ad esempio demenza, scompenso di cuore, insufficienza di respiro, etc) e garantirebbe la qualità di vita durante la fase avanzata di malattia".

Come specifica la nota, il Modello a Rete dovrebbe venire adottato nell'intero territorio regionale al fine di consentire alle tre Aziende sanitarie di area vasta di uniformare le buone prassi di presa in carico della persona anziana fragile, coinvolgendo il tessuto delle istituzioni locali e degli ambiti socio-assistenziali, le associazioni di volontariato e quelle dei pensionati, le varie rappresentanze di categoria e gli enti del Terzo settore presenti nelle Comunità, senza dimenticare la presenza di una Scuola di specializzazione in Geriatria e Gerontologia a Udine e di una a Trieste, entrambe molto valide nel formare medici specialisti geriatri.

Significativi, al proposito, sono i numeri della composizione demografica del Friuli Venezia Giulia, caratterizzata da una forte componente della popolazione anziana. Ad attestarlo è il costante incremento, nell'ultimo decennio, dell'indice di vecchiaia che è passato dal valore di 187 del 2010 al valore di 217 nel 2019. Ciò significa che le persone di età maggiore di 65 anni sono più del doppio rispetto ai residenti di età inferiore ai 14 anni. In base ai dati più aggiornati, il tasso di patologie croniche nella popolazione anziana del Friuli Venezia Giulia è pari a 178 ogni 1.000 residenti con più di 65 anni e, in valori assoluti, la popolazione anziana con cronicità è di 272.151 soggetti.

"Un'anziana fragile - spiega Liguori - con una demenza in fase iniziale e un cuore che non funziona bene e costringe a continue richieste d'aiuto al Pronto soccorso o a ricoveri ripetuti, magari dopo aver atteso molte ore in astanteria su una sedia o una barella perché non rappresento un codice rosso si troverebbe indubbiamente in una situazione difficile che minerebbe la sua autonomia nell'attività di vita quotidiana".

"Se - prosegue la Cittadina - l'anziana fragile avesse invece accesso ad ambulatori dedicati alla demenza, allo scompenso di cuore e all'insufficienza di respiro, dove medici internisti geriatri possano conoscerla e seguirla assieme al suo medico di famiglia, così come a domicilio con l'infermiere del distretto (o con l'assistente sociale perché la fragilità è anche un problema sociale), potrebbe contare su controlli programmati negli ambulatori e, se necessario, ottenere un ricovero, sempre programmato, per compensare uno stato acuto".

"Il ricovero - conclude Liguori - sarebbe richiesto dal medico di famiglia con un accesso facilitato, in quanto paziente conosciuta, e presa in carico da servizi e professionisti collegati appunto in Rete. Professionisti che potrebbero prendere l'anziana fragile in carico e seguirla anche a disrtanza attraverso la telemedicina se abitasse in zone disagiate". ACON/COM/mpb-fc



  • La consigliera regionale del Gruppo Cittadini, Simona Liguori
    La consigliera regionale del Gruppo Cittadini, Simona Liguori