Salute: Opposizioni, mozione per istituire Rete geriatrica regionale
(ACON) Trieste, 11 giu - La costituzione della Rete geriatrica
regionale che includa anche il riesame della regolamentazione
delle case di riposo è la proposta contenuta nella mozione
depositata oggi in Consiglio regionale dai Gruppi di opposizione.
Simona Liguori (prima firmataria) con il collega dei Cittadini
Tiziano Centis, Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia), Furio
Honsell (Open Sinistra Fvg), Franco Iacop e Mariagrazia Santoro
(Partito Democratico), Andrea Ussai (Movimento 5 Stelle) e Walter
Zalukar (Misto) rimarcano che l'estrema vulnerabilità degli
anziani manifestatasi nel corso della pandemia Covid-19 impone e
sollecita la ricerca di modelli di presa in carico e continuità
assistenziale sempre più efficaci.
"L'esigenza - riportano in una nota - è soprattutto quella di un
maggior coordinamento e collegamento dei percorsi di tutela della
salute e sociali della persona anziana attualmente esistenti nei
Territori (domicili, esperienze di cohousing, centri diurni,
strutture riabilitative Rsa, case di riposo, etc) e tra Territori
e Ospedali per acuti. Alcuni limiti gestionali emersi in
particolare nelle case di riposo - affermano i consiglieri -
rendono opportuno un riesame critico della relativa
regolamentazione".
"Si punta, quindi, alla costruzione di un modello organizzativo
che faccia sistema tra medici di famiglia, internisti geriatri e
infermieri di comunità, codificando i percorsi tra i nodi della
rete che sono la casa del paziente, il reparto ospedaliero e la
casa di riposo. Percorsi che oggi - sottolineano i consiglieri -
sono in molti casi affidati alla buona volontà dei professionisti
che lavorano insieme".
Quanto ai contenuti della proposta, sottolineano i promotori,
l'obiettivo è "un'organizzazione dei servizi tramite un Modello a
Rete inclusivo, capace di favorire un'azione integrata da parte
di ogni attore del sistema socio-sanitario che consentirebbe una
presa in carico integrata molto più efficace della persona
anziana nella propria abitazione (o nella casa di riposo)".
"Il mantenimento della salute fisica, mentale, emozionale e
relazionale, e della vita autonoma, rallenterebbe il declino
dello stato funzionale e cognitivo in presenza di malattie
cronico-degenerative in fase iniziale (ad esempio demenza,
scompenso di cuore, insufficienza di respiro, etc) e garantirebbe
la qualità di vita durante la fase avanzata di malattia".
Come specifica la nota, il Modello a Rete dovrebbe venire
adottato nell'intero territorio regionale al fine di consentire
alle tre Aziende sanitarie di area vasta di uniformare le buone
prassi di presa in carico della persona anziana fragile,
coinvolgendo il tessuto delle istituzioni locali e degli ambiti
socio-assistenziali, le associazioni di volontariato e quelle dei
pensionati, le varie rappresentanze di categoria e gli enti del
Terzo settore presenti nelle Comunità, senza dimenticare la
presenza di una Scuola di specializzazione in Geriatria e
Gerontologia a Udine e di una a Trieste, entrambe molto valide
nel formare medici specialisti geriatri.
Significativi, al proposito, sono i numeri della composizione
demografica del Friuli Venezia Giulia, caratterizzata da una
forte componente della popolazione anziana. Ad attestarlo è il
costante incremento, nell'ultimo decennio, dell'indice di
vecchiaia che è passato dal valore di 187 del 2010 al valore di
217 nel 2019. Ciò significa che le persone di età maggiore di 65
anni sono più del doppio rispetto ai residenti di età inferiore
ai 14 anni. In base ai dati più aggiornati, il tasso di patologie
croniche nella popolazione anziana del Friuli Venezia Giulia è
pari a 178 ogni 1.000 residenti con più di 65 anni e, in valori
assoluti, la popolazione anziana con cronicità è di 272.151
soggetti.
"Un'anziana fragile - spiega Liguori - con una demenza in fase
iniziale e un cuore che non funziona bene e costringe a continue
richieste d'aiuto al Pronto soccorso o a ricoveri ripetuti,
magari dopo aver atteso molte ore in astanteria su una sedia o
una barella perché non rappresento un codice rosso si troverebbe
indubbiamente in una situazione difficile che minerebbe la sua
autonomia nell'attività di vita quotidiana".
"Se - prosegue la Cittadina - l'anziana fragile avesse invece
accesso ad ambulatori dedicati alla demenza, allo scompenso di
cuore e all'insufficienza di respiro, dove medici internisti
geriatri possano conoscerla e seguirla assieme al suo medico di
famiglia, così come a domicilio con l'infermiere del distretto (o
con l'assistente sociale perché la fragilità è anche un problema
sociale), potrebbe contare su controlli programmati negli
ambulatori e, se necessario, ottenere un ricovero, sempre
programmato, per compensare uno stato acuto".
"Il ricovero - conclude Liguori - sarebbe richiesto dal medico di
famiglia con un accesso facilitato, in quanto paziente
conosciuta, e presa in carico da servizi e professionisti
collegati appunto in Rete. Professionisti che potrebbero prendere
l'anziana fragile in carico e seguirla anche a disrtanza
attraverso la telemedicina se abitasse in zone disagiate".
ACON/COM/mpb-fc