Femminicidio: Marcolin (CrpoFvg), diritto di cronaca ma serve rispetto
(ACON) Trieste, 28 nov - "Informare in maniera attenta è anche
uno strumento idoneo a costruire quella cultura necessaria per
prevenire il femminicidio".
Questo il monito, che è al contempo una richiesta, che la
presidente della Commissione regionale pari opportunità
uomo/donna (Crpo Fvg), Dusy Marcolin, rivolge agli organi di
informazione all'indomani dell'omicidio di Roveredo in Piano.
"Immaginiamo i figli della giovane mamma, Aurelia, che tra
qualche anno vorranno avere informazioni dettagliate in merito
all'accaduto - scrive la Marcolin in una nota - e inevitabilmente
leggeranno quelle stesse notizie riportate dai giornali che oggi
lasciano pure noi adulti, estranei alla famiglia, sgomenti e
disorientati. È più che comprensibile l'angoscia dei genitori
dell'omicida, nel cercare di darsi una spiegazione, un perché.
Una sorta di 'dove abbiamo sbagliato, ci deve essere un motivo'.
Ma non ci sarà mai nessun perché, nessuna motivazione o
giustificazione che tenga quando una vita viene spezzata così e
due creature in tenera età sono private della loro mamma, e
inevitabilmente anche del papà, oltre che del diritto sacrosanto
alla serenità dell'infanzia".
"Pensiamo a loro e ad Aurelia - chiede una volta di più la
presidente della Crpo Fvg -, al resto ci penserà la giustizia,
che dovrà essere severa e imparziale. Auspichiamo che i
giornaisti svolgano il proprio diritto di cronaca con grande
rispetto per la vittima e attenzione a non sconfinare in quella
attività investigativa che è propria, invece, degli operatori del
sistema giudiziario.
Gli strumenti di comunicazione hanno il dovere di informare, ma
in presenza di fatti così tragici va osservato il massimo
scrupolo a tutela del diritto di riservatezza della vittima,
della sua famiglia, dei minori e anche dei famigliari di chi si è
macchiato di tale orrendo crimine".
Informare in maniera attenta, in questi casi, è anche uno
strumento idoneo a costruire quella cultura necessaria per
prevenire il femminicidio.
Questa mattina ci siamo confrontate anche con la Presidente della
Commissione Pari Opportunità del Comune di Pordenone Daniela
Quattrone, che ha condiviso la nostra riflessione e ha aggiunto
"Auspichiamo che la stampa occupandosi di crimini efferati come
il femminicidio utilizzo sempre un linguaggio che non favorisca
nella mente di legge facili stereotipi e preconcetti. Accostare
parole come raptus, amore, passione ad un omicidio significa
distorcere la verità dei fatti. Una vittima è sempre e solo
vittima, così come i suoi figli che subiscono una violenza
assistita e i loro familiari.
Crediamo - conclude Quattrone - che anche le parole utilizzate,
così come i titoli debbano essere portatori di rispetto e verità".
ACON/COM/rcm